martedì 25 marzo 2025

Transitum alla BUILDING GALLERY

Dal 3 aprile al 19 luglio 2025, BUILDING GALLERY presenta Transitum, mostra personale dell’artista Fabrizio Cotognini, a cura di Marina Dacci.

L’esposizione, primo progetto personale dell’artista negli spazi della galleria, è concepita come un excursus sulla sua ricerca artistica, articolata in diversi capitoli, che si intrecciano con fluidità nello spazio espositivo in una ragnatela di connessioni.

Ritratto di Fabrizio Cotognini, ph. Giorgio Perottino

In questo articolato percorso, in BUILDING GALLERY trova spazio una vasta selezione di oltre 90 opere realizzate appositamente per le mostra, tra cui microfusioni, sculture, installazioni e disegni, (alcuni dei quali realizzati su incisioni del XVIII secolo, di cui Cotognini è appassionato collezionista).

La mostra esplora e attinge a piene mani a iconografie del passato ispirate dall'epica, dalla mitologia, dall'alchimia.

In questa macro-narrazione prendono corpo concetti di trasformazione, memoria, identità e conoscenza in cui la forza delle imagines agentes attualizzano il nostro rapporto con l'antico per interrogare il nostro presente. Imagines agentes, dunque, i cui elementi figurativi agiscono come condensazioni temporali in grado di attivare la nostra memoria.

Come osserva la curatrice Marina Dacci: “Il titolo della mostra diviene metafora della postura dello stesso artista orientato a una ricerca continua. Transitum racconta un potenziale infinito sia della materia sia della natura umana: la natura in rapporto all’uomo si affaccia prepotentemente in tutta la mostra, letteralmente a volo d’uccello.

Proprio uno stormo di uccellini, realizzati in microfusioni di bronzo e dal titolo Hybridatio Mundi (2024-2025), si posa negli spazi della galleria, come simbolo di unione tra il cielo e la terra, tra mondo divino e umano. Disseminati sui balconi e sui terrazzi esterni, così come nel percorso di mostra dei tre piani interni, gli uccellini incarnano per eccellenza il simbolo della rinascita e della trasformazione.

È proprio la trasformazione alla base di tutto il progetto espositivo modulandosi su molteplici piani: trasformazione intesa come dimensione evolutiva del sé, ma anche come processo alchemico di mutamento della materia, soprattutto i metalli. Infine, e ad un livello ancora più profondo, trasformazione come metafora del viaggio dell’uomo verso l’autorealizzazione.

All’interno di questa cornice concettuale, il piano terra di BUILDING GALLERY propone il tema della conversazione tra natura e cultura, ponendo in dialogo la microfusione Alveare (2025) con La Casa dell’Arte (2025), un plastico in 3D che riproduce gli spazi della galleria: “una galleria-opificio che accoglie storie e coagula immaginazione così come l’alveare, posto frontalmente a questa che, diviene attivatore e moltiplicatore di energia per produrre nutrimento” (Marina Dacci).

Le due opere evocano così il virtuoso dialogo tra natura e cultura: in cui la natura diviene modello evolutivo in termini di edificazione e di funzionamento relazionale per i luoghi di cultura.

Il percorso espositivo prosegue con un capitolo denominato Distopie (2024), opere sviluppate su incisioni ad acquaforte del XVIII secolo, che si trasformano in vere e proprie aberrazioni del contemporaneo. Le tavole, infatti, accostano architetture classiche – paradigmi di antica bellezza e armonia – alla loro brandizzazione contemporanea, figlia della società dei consumi: "una realtà futuribile che prefigura una colonizzazione tecnologica e commerciale e l’imperante bombardamento di immagini, spesso violente e distruttive, a cui siamo sottoposti".

Il concetto di trasformazione, declinato ora nell’idea di "identità multipla" è alla base del ciclo di ritratti Who is Christian Rosenkreutz (2024). Come osserva la curatrice “la serie amplia il concetto fluido di trasformazione identitaria da quella indefinibile a quella incerta, da quella esoterica a quella plurale”. Questo tema viene espresso da diverse personalità immortalate nei ritratti, trovando un naturale sviluppo anche nelle opere dedicate all’Androgino e il Doppio (2024) e in Studi sull'Alchimia (2024); tra queste ultime, è presentato Alchimia Mundi (2025), tratto da un salterio inglese del 1400, un libro d'artista di oltre cinque metri, che occupa una nicchia della sala, srotolandosi come una cascata e che accoglie un ricco immaginario sulla creazione del mondo.

Il percorso al piano terra si conclude con No Monster's Land (2018) in cui il concetto di trasformazione si sviluppa sia come ibridazione sia come relazione vita-morte, intesa non come fine, ma come possibile forma evolutiva.

Al primo piano della galleria, la mostra propone un "affondo" sul teatro – altra grande passione di Cotognini – inteso come “macchina di memoria e di veggenza, strumento di conoscenza e di trasformazione dell’uomo e del mondo che lo accoglie” (Marina Dacci).

Protagoniste sono alcune opere della messa in scena del Parsifal rappresentato a New York nel 1904, installate emulando la struttura teatrale semi-ciclica del teatro di delminiana memoria. Di fronte ad esse, sono presentate, in forma di quadreria, alcune incisioni antiche di strutture teatrali, su cui l’artista è intervenuto iscrivendo oggetti e corpi che connotano simbolicamente i passaggi cruciali del dramma wagneriano.

La manica lunga del primo piano ospita la serie I 12 Cavalieri della Tavola Rotonda (omaggio a Salvator Rosa) (2024), i cui protagonisti si ispirano ai Cavalieri del Sacro Graal creando un ancoraggio con l'opera wagneriana presentata nello spazio principale.

Il percorso espositivo termina al secondo piano della galleria, in cui la declinazione del concetto di trasformazione è qui proposto come connessione profonda tra memoria e immaginazione. Protagoniste sono due macchine ottiche che divengono loci della memoria, in cui vengono sollecitate ed esaltate le possibilità di visione dello spettatore. Due opere dedicate ad Athanasius Kircher: un’anamorfosi che presenta due immagini di Kircher in giovinezza ed età avanzata che si rincorrono e si ricompongono; e una fusione in bronzo della testa del filosofo da giovane, da cui diparte la proiezione a pavimento della costellazione del Cigno - un omaggio all'idea kirkeriana di rapporto tra macrocosmo e microcosmo - instaurando un dialogo con le due opere dalla serie Mappe Celesti (2025): The Song of the Stars – Galileo e The Song of the Stars - John Dee,  entrambe sviluppate su incisioni originali del XVII secolo.

Con Transitum, dunque, i tre piani di BUILDING GALLERY si trasformano in un laboratorio alchemico, in una fucina, in un teatro. Suggestioni che accolgono il visitatore e lo invitano a immergersi nella poetica di Cotognini attraverso un percorso espositivo che assume la valenza di un’"educazione alla trasformazione".

II progetto espositivo Transitum si estende - dal 3 aprile al 5 luglio 2025 - nella Galleria Moshe Tabibnia, in cui l’artista propone un dialogo fra i tessili della Collezione Moshe Tabibnia e la figura del cigno. Il cigno reale, una fusione in bronzo realizzata a grandezza naturale (L’Iperboreo, 2025), poggia le zampe su due teschi, trovando la sua collocazione nella Sala Brera al piano terra della galleria, insieme ad alcuni disegni preparatori.

Il cigno, immagine ricorrente nei lavori di Cotognini, è qui proposto come omaggio alla figura mitologica legata al culto di Apollo, emblema di purezza e rigenerazione.


L’artista

Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) vive e lavora a Civitanova Marche. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Macerata in Pittura e Scultura nel 2009. 

La sua ricerca è caratterizzata da un costante rimando all'antico rivisitato in chiave contemporanea. Tempo, memoria, mito sono elementi centrali nel suo lavoro che vengono esplorati attraverso la storia, la letteratura, l'architettura e il teatro.  Nelle sue opere questi linguaggi si incontrano e si fondono dando vita a complesse narrazioni in cui iconografia e scrittura si potenziano vicendevolmente. l suo medium d' elezione è il disegno che declina su tavola - spesso intervenendo su incisioni antiche di cui è collezionista appassionato -, in forma di libro d'artista e in diari di lavoro.  

Appassionato di alchimia, conduce un'instancabile e metodica ricerca e sperimentazione su materiali e processi di produzione sia per opere bidimensionali sia per la scultura dedicandosi, negli ultimi anni, alla microfusione. 

Vincitore o finalista di diversi premi artistici italiani, tra cui il premio Cairo, ha iniziato ventenne ad esporre in mostre collettive (2003) e dal 2011 in mostre personali nel territorio italiano.  

È stato invitato da istituzioni pubbliche e private per cui ha spesso realizzato progetti site-specific, tra i quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Parco dei Fori imperiali di Roma, Palazzo Buonaccorsi di Macerata, Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, American Accademy di Roma, Museo Archeologico di Salerno, Palazzo Ducale di Urbino, Palazzo Magnani di Reggio Emilia, Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Castel Sant’Elmo di Napoli, Fondazione Morra Greco di Napoli. 

Le sue opere sono state esposte anche all’estero (ICI di Berna; Oficina, Barcellona; Hero Gallery, Amsterdam; ICI di Caracas; Centro de Desarrollo de las Artes Visuales, La Havana; National Gallery, Georgia).  

Il suo lavoro inoltre è stato presentato in importanti manifestazioni tra cui Biennale di Thessaloniki, Manifesta 12 di Palermo, Biennale del disegno di Rimini, Biennale del mediterraneo e eventi collaterali della Biennale di Venezia nonché in fiere d'arte nazionali e internazionali. 


La curatrice 

Marina Dacci è laureata all''Università di Parma con studi in Lettere, Arte e Pedagogia. 

Responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Reggio Emilia e successivamente coordinatrice generale della prima edizione di Fotografia Europea e del progetto di arte pubblica Invito, lavorando direttamente con gli artisti, fra cui Sol LeWitt, Robert Morris, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci e Richard Serra. Dall'ottobre 2006 al dicembre 2017 è stata direttrice della Collezione Maramotti, collaborando con numerosi artisti nazionali e internazionali per specifiche commissioni e pubblicazioni. Dal 2008 al dicembre 2018 si è inoltre occupata del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, Londra, per il progetto di residenza semestrale in Italia e la relativa mostra alla Collezione Maramotti.  

Dal febbraio 2018 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani, per cui ha anche curato alcune mostre. Attualmente cura mostre in Italia e all'estero, è autrice di testi e saggi e cura pubblicazioni per artisti nazionali e internazionali. 


BUILDING è un progetto dedicato all’arte nelle sue più varie forme di espressione situato nel centro di Milano. Nata nel 2017 dalla visione di Moshe Tabibnia, BUILDING è incentrata su una ricerca artistica, storica e contemporanea, volta verso una nuova idea di galleria d’arte, in cui cultura e mercato avanzano paralleli.  

BUILDING si presenta come una costellazione composta da diversi spazi e progettualità, in cui giovani protagonisti della scena internazionale, artisti affermati e storicizzati, così come artigiani e designer si incontrano in un’ottica di scambio intergenerazionale e sconfinamento di discipline, mirando ad una costante sperimentazione e creazione di cultura. 

BUILDING, collocata in via Monte di Pietà 23, ospita nella sua architettura tre progetti espositivi che durante l’anno presentano tre programmazioni autonome: BUILDING GALLERY, è lo spazio espositivo, inaugurato nel 2017, che abita i primi tre piani dell’architettura che l’accoglie e ospita le mostre principali della programmazione annuale della galleria; BUILDING BOX è il progetto espositivo annuale, inaugurato nel 2018 e situato all’interno di due delle vetrine su strada di BUILDING, fruibile dall’esterno 24 ore su 24, 7 giorni su 7 che ospita a cadenza mensile opere legate tra loro da un fil rouge temporale; BUILDING TERZO PIANO, situato al terzo piano, è uno spazio che nasce nel 2023 dal desiderio di esplorare la creatività in tutte le sue sfaccettature e la cui identità si svilupperà nel tempo seguendo una programmazione indipendente. 


BUILDING GALLERY 

BUILDING GALLERY ha inaugurato nel 2017 come primo progetto espositivo di BUILDING, ospitando da quel momento mostre personali e collettive di artisti storicizzati, mid-career ed emergenti, sia italiani sia internazionali.  

Nata dalla visione del suo fondatore BUILDING GALLERY presenta, dal piano terra al secondo piano, esposizioni che si snodano su tre piani espositivi, proponendo vere e proprie narrazioni in dialogo con l’architettura della galleria. In diverse occasioni i progetti espositivi, spesso curati da curatori esterni, hanno valicato gli spazi di BUILDING, espandendosi sulla facciata esterna e interna della galleria, creando dialoghi spontanei con la città di Milano. 

BUILDING GALLERY rappresenta il primo spazio espositivo in cui la ricerca di BUILDING ha avuto modo di emergere nello scenario artistico milanese, proponendo non solo artisti affermati ma anche giovani protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale, in un’ottica di scambio intergenerazionale e costante arricchimento culturale. 


MOSTRE IN CORSO IN BUILDING

BUILDINGBOX 

Private Atlas, Chiara Dynys

a cura di Alessandro Castiglioni

15 gennaio 2025 - 6 gennaio 2026



Transitum - Fabrizio Cotognini

a cura di Marina Dacci

dal 3 aprile al 19 luglio 2025

Preview stampa: mercoledì 2 aprile alle 11:00

Opening: mercoledì 2 aprile dalle 17:00 alle 20:00

BUILDING GALLERY

via Monte di Pietà 23, 20121 Milano

building-gallery.com


Sede espositiva aggiuntiva  

dal 3 aprile al 5 luglio 2025

GALLERIA MOSHE TABIBNIA

via Brera 3, 20121 Milano 

martedì - sabato, 10 - 19  

www.moshetabibnia.com