Ernst Gombrich scrisse: "L'arte non esiste, esistono gli artisti."...
In "Secuencia de un hombre que camina (la tierra)", il video presentato l'anno scorso alla Biennale dell'Avana ad opera dell'artista colombiano Oscar Leone, assistiamo al viaggio (durato 16 giorni) dell'artista dalla sua città natale, Santa Maria, fino alla capitale Bogotà:
"Porta in spalle la zampa intera di una mucca. All'inizio del film , con gli stivali bianchi, sembra lavorare per un macello, man mano che continua il suo viaggio lungo la costa, attraverso le valli, paesi e su per le montagne cominciamo a pensare al Cristo con la croce nel Golgota, oppure a Sisifo che trasporta all'infinito un masso su una vetta. Attraversiamo paesaggi devastati e incontaminati, scene di miseria assoluta e ricchezza inconcepibile, discariche di macchinari a cielo aperto e proprietà private protette da filo spinato. Leone procede indefesso; mentre cammina in silenzio, il suo sguardo è sempre rivolto in avanti. Ma la telecamera che lo riprende, spesso montata su un drone, periodicamente si solleva al di sopra del paesaggio per mostrare i luoghi che sta attraversando. Il film è bello come un documentario di viaggio, ma privo di una voce narrante a indicarci che cosa stiamo guardando, e perchè.
In una dichiarazione rilasciata nel corso della Biennale ha parlato di "costruire una relazione con il paesaggio", e di come quella parte del cadavere di una mucca sia il simbolo delle tensioni dovute agli oltre cinquant'anni di diseguaglianza economica in Colombia. Con il suo cammino crede che cominceremo a percepire la "religiosità, la crisi ambientale, lo sviluppo urbano e turistico e le forme di corruzione latente che sono state determinanti per la storia recente della Colombia".
La forza dell'opera risiede nel fatto che oltre a imparare molte cose sulla Colombia cominciamo a riflettere su cosa essa significhi per noi, a livello metaforico. C'è una consonanza tra l'artista e tutti coloro il cui lavoro, come quello di Sisifo, è pura fatica, ma il suo incedere verso la capitale è senz'altro, se non un pellegrinaggio, una protesta portata al centro del potere. Leone racconta che è stata per lui un'esperienza trasformativa, e di come attraverso un compito così laborioso abbia riguadagnato un senso di libertà.
In quest'opera, come in tutta la migliore arte dei nostri tempi, condividiamo esperienze, sogni e pensieri, e portiamo testimonianza della nostra epoca. E' qui che possiamo creare i rituali e le metafore per immaginare il mondo in modo diverso[...]"
Era questo uno degli ultimi passaggi de "L'arte contemporanea. Un panorama globale" di Tony Godrey, corposo ed elegante volume di 270 pagine nelle quali ci presenta la sua visione (in tanti casi condivisibile, in altri un poco meno... ma questo è 'umano') dell'arte contemporanea dal 1980 ai giorni nostri. Non una 'storia dell'arte' ma un'ampia, circostanziata panoramica sugli artisti che la fanno...Lettura appassionata e appassionante, molto...Ringrazio l'amico Emanuele Cazzolla che me ne ha fatto dono.