VV8artecontemporanea ospita all’interno del suo spazio espositivo di Reggio Emilia (via dell’Aquila 6c/6d), la mostra “Oltre la pittura“, opere di Luciano Lattanzi. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la galleria Elleni di Bergamo, si sviluppa in perfetta armonia con la mostra What a Wonderful World che si svolge tra la sede di fondazione Palazzo Magnani e i chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.
Dedicata alla storia dell’ornamento, questa mostra si pone come un viaggio nell’arte della decorazione, concentrandosi con particolare attenzione proprio al periodo del ‘900, anni che inquadrano perfettamente il lavoro di Lattanzi.
All’interno dello spazio espositivo, il primo ciclo di opere proposte appartiene alla seconda metà degli anni ’50 e ai primi anni ’60, e sono definite dallo stesso artista opere semantiche. Tali dipinti sono caratterizzati da un’idea di fondo quasi futurista, una miscela di segni schematici che si pongono come traduzione in pittura di concetti astratti.
Le tele proposte dimostrano come l’arte di Lattanzi si ispiri inizialmente all’espressionismo astratto americano, caratterizzato da elementi come la costante fluidità della linea libera e la presenza di segni semplici, quasi primordiali. L’artista, unendo le stesse caratteristiche, è riuscito a dar vita a una pittura piacevole allo sguardo, dove le varie parti si mescolano in una sorta di danza artistica che ha come protagonista la perenne ricerca di un ordine.
Osservando le tele dalla sua “esperienza semantica”, giungiamo in maniera quasi spontanea al secondo ciclo di opere proposte, appartenenti agli anni tra il ’65 e l’85 e definite da Lattanzi 'ornamentali'.
Con un’impronta più decorativa, questo secondo ciclo mostra come segni e forme si avvicinino a una geometria più complessa, adagiandosi e trovando una loro posizione anche se mai totalmente statica. Perdendoci ad osservare le opere di Luciano Lattanzi, salta all’occhio il suo tentativo di far passare il gesto della mano come un gesto libero e inconsapevole, ma che in realtà cela una perfetta sinfonia geometrica studiata accuratamente.
L’arte di Lattanzi si pone quindi come un viaggio all’interno della pittura, un labirinto dal quale risulta difficile uscire, una perfetta fusione tra fantasia e rigore. Tutto ciò gli ha permesso di dar vita a un flusso libero ispirato all’interiorità, una sorta di alfabeto di gesti e simboli che prendono vita tramite la compenetrazione e la sovrapposizione di piani, forme e toni, dimostrando ancora una volta che in ogni sua opera si nasconde una sapienza pittorica innata.