mercoledì 29 gennaio 2020

LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI. Collezionismo italiano contemporaneo

XNL è il risultato della ristrutturazione di uno stabile industriale – la ex sede dell’Enel, in via Santa Franca, 36 – dei primi decenni del Novecento, di particolare pregio architettonico, restituito alla città come luogo per raccontare il tempo presente.

XNL Piacenza Contemporanea sarà inaugurato dalla mostra LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI. Collezionismo italiano contemporaneo, in programma dal 1° febbraio al 24 maggio 2020.

LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI, curata da Alberto Fiz, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, col patrocinio del MiBACT – Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della Regione Emilia-Romagna, con un progetto di allestimento di Michele De Lucchi e AMDL CIRCLE e la consulenza scientifica del Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, presenta oltre 150 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramović, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità.

Il percorso si completa alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi – i cui locali sono attigui a quelli di XNL – dove una serie di lavori di artisti tra cui Ettore Spalletti, Wolfgang Laib, Fabio Mauri, Gregor Schneider, Pietro Roccasalva, dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento, raccolti dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi che costituisce un fondamentale modello di riferimento.

La rassegna non ha lo scopo di stilare classifiche ma, semmai, di proporre, nel suo complesso, l’esperienza del collezionismo privato in base a una ricerca che coinvolge protagonisti ormai classici come Giorgio Morandi, Alberto Burri, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Robert Morris, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Mario Merz, Keith Haring, Gerhard Richter, Daniel Buren, William Kentridge, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone (verrà presentato un suo intervento site-specific realizzato appositamente per la mostra), per giungere alle realtà contemporanee di maggior interesse con artisti quali Ghada Amer, Sislej Xhafa, Roberto Cuoghi, Urs Fischer, Zang Huan, Tobias Rehberger, Thomas Hirschhorn, Teresa Margolles, Zanele Muholi, in base ad un progetto che è stato realizzato in sinergia con i collezionisti.

La mostra documenta il fenomeno del collezionismo nella sua globalità attraverso le vicende di oltre cinquant’anni. Ne emerge un grande affresco collettivo, una ‘collezione delle collezioni’ legata alla passione e al gusto del nostro tempo, che consente al visitatore di entrare in uno straordinario museo privato, ricco di sorprese, ordinato dal curatore che ha instaurato un rapporto di complicità con i collezionisti, liberi da qualsiasi tentazione autoreferenziale.

L’omaggio di Piacenza al collezionismo italiano, oltre a metterne in luce la vitalità e la lungimiranza, appare tanto più significativo in un paese dove questo fenomeno, così esteso e capillare, ha permesso di sopperire alle carenze istituzionali diventando il tramite fondamentale per la diffusione dell’arte contemporanea. Un processo che appare oggi in tutta la sua evidenza con i collezionisti che, spesso, in qualità di partner dei musei e attraverso fondazioni, donazioni, comodati, archivi, divulgano un’esperienza che un tempo rimaneva gelosamente custodita in spazi inaccessibili.

La rivoluzione siamo noi permette di conciliare sia la componente spettacolare sia quella più intima ed emozionale, creando una relazione tra le opere, gli artisti e le motivazioni del collezionare, come emerge dalle otto sezioni – Complicità, Domestiche alterazioni, Rovesciare il Mondo, Enigma, L’altro visto da sé, Controllare il caos, Esplorazioni, Spazi di Monocromia – della rassegna dove ciascuna rappresenta una collezione in un contesto animato da interferenze, suggestioni e scardinamenti temporali.



LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI. Collezionismo italiano contemporaneo
Piacenza, XNL PIACENZA CONTEMPORANEA (via Santa Franca, 36) | Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi (via San Siro, 13)
1° febbraio – 24 maggio 2020

Inaugurazione: venerdì 31 gennaio 2020 ore 17

Orari: dal martedì alla domenica, 10.00-19.00; lunedì chiuso

martedì 21 gennaio 2020

Anima, ascoltate.

Alla Galleria Immaginaria Arti Visive - via Guelfa 22/a rosso - Firenze dal 24 gennaio al 7 febbraio 2020 verrà presentata la mostra di pittura ' Anima, ascoltate' di Astrid Hohenegger a cura di Paola Facchina.

Anima, ascoltate
Lasciate le menzogne agli uomini
E le poesie alle ombre
Come visioni colte con fatica” - Paolo Benvegnù, Avanzate, ascoltate, HERMANN

Per scoprire le opere di un’artista che attinge il pennello nella sua anima ci possiamo abbandonare ai versi di una canzone di Paolo Benvegnù, nasce così il titolo della mostra di pittura di Astrid Hohenegger: Anima, ascoltate.

Questo il titolo scelto dalla sua curatrice Paola Facchina perché, come scritto nel catalogo della mostra, "solamente quando un’opera deriva da una necessità psichica, esprimendo l’individualità di chi la crea, può veramente considerarsi completa nella sua bellezza. Linee e forme rimandano quindi a quello spazio psicologico, a quell'energia interna, alla “via per l’animo” che ha bisogno di dare una pelle e un volto al mondo spirituale. 

Guardare le opere di Astrid è come leggere un libro di racconti, vi sono piccole finestrelle che contengono mille storie e mille poesie, sono immagini che rimandano ad un’intimità viscerale, a quel qualcosa di non detto che resta sotto la pelle. Come una corteccia di betulla bianca perlacea si fende mostrando lo strato sottostante il floema (chiamato anche libro), così la pelle, la superficie delle opere di Astrid, si aprirà mostrando un altro strato, un’altra pagina del libro della vita, del suo Diario...

Arte che mi invita a restare in ascolto, per sentire il respiro intimo dell’anima, in un’attesa silenziosa, in una disposizione a cogliere le voci portate dal vento, per lasciare finestre aperte alla poesia che scoprirò domani”. 

Immaginaria Arti Visive Gallery - Via Guelfa n.22/a rosso - Firenze- telefono 055 2654093 -  info@galleriaimmaginaria.com   www.galleriaimmaginaria.com



domenica 19 gennaio 2020

Oltre la pittura con le opere di Luciano Lattanzi.

VV8artecontemporanea ospita all’interno del suo spazio espositivo di Reggio Emilia (via dell’Aquila 6c/6d), la mostra “Oltre la pittura“, opere di Luciano Lattanzi. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la galleria Elleni di Bergamo, si sviluppa in perfetta armonia con la mostra What a Wonderful World che si svolge tra la sede di fondazione Palazzo Magnani e i chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. 

Dedicata alla storia dell’ornamento, questa mostra si pone come un viaggio nell’arte della decorazione, concentrandosi con particolare attenzione proprio al periodo del ‘900, anni che inquadrano perfettamente il lavoro di Lattanzi. 

All’interno dello spazio espositivo, il primo ciclo di opere proposte appartiene alla seconda metà degli anni ’50 e ai primi anni ’60, e sono definite dallo stesso artista opere semantiche. Tali dipinti sono caratterizzati da un’idea di fondo quasi futurista, una miscela di segni schematici che si pongono come traduzione in pittura di concetti astratti

Le tele proposte dimostrano come l’arte di Lattanzi si ispiri inizialmente all’espressionismo astratto americano, caratterizzato da elementi come la costante fluidità della linea libera e la presenza di segni semplici, quasi primordiali. L’artista, unendo le stesse caratteristiche, è riuscito a dar vita a una pittura piacevole allo sguardo, dove le varie parti si mescolano in una sorta di danza artistica che ha come protagonista la perenne ricerca di un ordine. 

Osservando le tele dalla sua “esperienza semantica”, giungiamo in maniera quasi spontanea al secondo ciclo di opere proposte, appartenenti agli anni tra il ’65 e l’85 e definite da Lattanzi 'ornamentali'. 

Con un’impronta più decorativa, questo secondo ciclo mostra come segni e forme si avvicinino a una geometria più complessa, adagiandosi e trovando una loro posizione anche se mai totalmente statica. Perdendoci ad osservare le opere di Luciano Lattanzi, salta all’occhio il suo tentativo di far passare il gesto della mano come un gesto libero e inconsapevole, ma che in realtà cela una perfetta sinfonia geometrica studiata accuratamente. 

L’arte di Lattanzi si pone quindi come un viaggio all’interno della pittura, un labirinto dal quale risulta difficile uscire, una perfetta fusione tra fantasia e rigore. Tutto ciò gli ha permesso di dar vita a un flusso libero ispirato all’interiorità, una sorta di alfabeto di gesti e simboli che prendono vita tramite la compenetrazione e la sovrapposizione di piani, forme e toni, dimostrando ancora una volta che in ogni sua opera si nasconde una sapienza pittorica innata. 

lunedì 13 gennaio 2020

Vendita a sei zeri per l’artista kosovaro Mikel Gjokaj

Il mercato dell’arte è famoso per le sue top lot in cui opere d’arte riscuotono successo nelle aste per la loro storia o per l’autore delle stesse tuttavia talvolta il flusso di vendite registra cifre importanti anche in ordine a beni inediti provenienti da raccolte private. È questo il caso di Mikel Gjokai artista di successo negli anni 80’ che ha visto, nei giorni scorsi, vendere un suo quadro e raggiungere il record di 1.103.000 euro.  

Mikel Gjokaj è nato in Kosovo l’11 novembre 1946 a Krusheve e Madhe, un piccolo villaggio tra i più colpiti dall'esercito serbo nel 1999. Pittore e incisore si forma alla Scuola Superiore di Belle Arti di Pristina completando gli studi all’Accademia di Belle Arti di Belgrado tra il 1970 e il 1974. Romano d’adozione dal 1975 ha esposto in importanti rassegne italiane e estere (tra cui Taiwan, Parigi, Giappone, Polonia, Finlandia, Lussemburgo, Cuba). 

L’artista, che si è avvalso nell’ultimo anno della consulenza del Dottor Daniele Radini Tedeschi, con questa vendita record è la dimostrazione che il mercato dell’arte contemporaneo può essere dominato evitando gallerie e case d’asta e arrivando direttamente, mediante un unico passaggio, ai forti investitori della classe dirigente, a importanti collezionisti. All’interno di una private sale in Lussemburgo con autorevoli collezionisti stranieri, maggior parte dei quali personalità del sistema industriale e membri dell’establishment economico e finanziario europeo, il dipinto di Gjokaj intitolato Ondeggiano le foglie, olio su tela, 60x80 cm. del 1989 è stato venduto a una cifra a sei zeri.
   
Gjokai è uno degli ultimi testimoni, secondo la critica d’arte, di un “realismo visionario” in cui la realtà sensibile da cui attinge viene poi alterata, trasfigurata lasciando spazio ad inquietudini talvolta surreali e apocalittiche.

Tale risultato raggiunto pone l’attenzione sulla fluidità del sistema dell’arte, composto sempre più dall’ascesa di figure, art dealer e mercanti per l’appunto, che creano possibilità di vendite generando rivalutazioni monetarie per l’artista sul mercato internazionale. 

Mikel Gjokai nell’esprimere la sua grande soddisfazione e sentito sull’accaduto ha affermato come “Credo che sempre più spesso l’intermediazione delle case d’asta londinesi e newyorkesi non siano attendibili per quanto riguarda gli investimenti, la domanda percepita e le scelte di prodotto; ecco quindi per noi artisti l’importanza di affidarci ad un mediatore d’arte, professione antica, che ancora oggi risulta fondamentale nell’agevolare le vendite con i collezionisti, galleristi o le istituzioni museali”.

Dopo questo importante risultato, Gjokaj è entrato a pieno titolo nel ranking mondiale, alla pari dei Fauves e degli Impressionisti.




martedì 7 gennaio 2020

Il Ritratto di Antonio Pacinotti a Palazzo Blu

Il dipinto “Ritratto di Antonio Pacinotti” di Giacomo Balla verrà presentato venerdì 10 gennaio 2020 a Palazzo Blu e sarà visibile al pubblico gratuitamente a partire dal giorno successivo e fino al 9 febbraio data di chiusura della mostra “Futurismo”.

Attribuito al pittore Giacomo Balla - uno dei principali esponenti del Futurismo - il dipinto , che è custodito presso la Scuola di Ingegneria dell'Università, risale agli anni Trenta del Novecento.

Nel quadro è ritratto uno dei padri nobili dell'Università di Pisa, il fisico Antonio Pacinotti (1841- 1912), cui si deve l’invenzione della dinamo e del motore elettrico in corrente continua. La scelta del soggetto sarebbe in linea con la volontà di Giacomo Balla di dare vita a una sintonia di spirito tra le idee futurista di modernità e velocità e la rivoluzione tecnologica. Quest’ultima fu possibile grazie anche alle invenzioni di cui fu autore lo scienziato toscano.

Saranno il Presidente della Fondazione Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi, il Magnifico Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, il Direttore della Soprintendenza per le Provincie di Pisa e Livorno Andrea Muzzi, la Presidente del Sistema Museale di Ateneo Chiara Bodei ed Elena Gigli, Responsabile dell’Archivio Gigli per l’opera di Giacomo Balla, a presentarlo nella mattinata del 10 gennaio alla stampa.

Nello stesso giorno della presentazione del dipinto, alle ore 17.00 , Elena Gigli terrà in Auditorium una conferenza dedicata al Maestro del Futurismo dal titolo “Giacomo Balla e le grandi dimostrazioni 1914-1919”.







sabato 4 gennaio 2020

Primo Piano. L’universo femminile di Teresa Lonobile

La mostra personale dal titolo “Primo Piano. L’universo femminile di Teresa Lonobile”, a cura di Gianna Panicola e Luca La Porta, ideata e coordinata da Nello Basili, verrà inaugurata sabato 4 gennaio, alle ore 18.00, presso il Convento del Carmine di Marsala

Trentacinque ritratti femminili, presentano la donna, in “primo piano”, con particolare attenzione al viso sempre truccato e riccamente ornato, allo sguardo e ai suoi effetti su chi guarda. Spinta da un’esigenza estetica e da una funzione stilistica, Lonobile espande e dilata i suoi volti, assumendo la tipica caratteristica che contraddistingue i personaggi boteriani. 

Dal testo di presentazione della curatrice: “Complessa nella sua essenza, articolata nella sua composizione, immensa nella sua espansione, varia nel mostrarsi in ‘primo piano’. Nell’universo femminile di Teresa Lonobile, la donna è sempre in “primo piano” in tutti i sensi. E’ il taglio di inquadratura per ritratto, scelto appositamente per concentrare tutta l’attenzione sul volto, ad accentuarne i tratti, con la linea e con il trucco. È la sua posizione acquistata, con il tempo, nella famiglia, nella società, nel lavoro, con forza, determinazione e sacrificio”. 

Sabato 4 gennaio, conosceremo Clorinda, Saveria, Abena, Addolorata, Nina, le sorelle di Alfonso e … Teresa Lonobile. Interverranno il critico d’arte Luca La Porta e il drammaturgo Claudio Forti.