venerdì 31 maggio 2019

Mark Fell. Against Method. Music, sound installation and critical thinking

Giovedì 13 e venerdì 14 giugno 2019

Mark Fell
Against Method
Music, sound installation and critical thinking
A cura di Pedro Rocha

Against Method è un progetto di Mark Fell ispirato alla mostra di Sheela Gowda “Remains” e comprende concerti, un’installazione sonora e una conversazione, parte del Public Program di Pirelli HangarBicocca. Mark Fell vive e lavora a Rotherham (UK); la sua ricerca multidisciplinare attinge alle subculture legate alla musica elettronica, al cinema sperimentale, alla filosofia contemporanea e al pensiero politico radicale. L’interesse di Fell per la musica classica indiana nasce dalla constatazione che da un punto di vista strutturale tale musica, anziché basarsi su una partitura in senso stretto, si presenta piuttosto come un processo di dispiegamento e ripiegamento degli elementi che la costituiscono. Negli ultimi anni, due viaggi di ricerca e numerosi progetti artistici in India hanno consentito a Fell di comprendere più a fondo non solo la struttura della musica classica indiana, ma anche il suo funzionamento nell’ambito del contesto culturale in cui si è sviluppata, in particolare per quanto riguarda le tematiche di casta, genere e prassi di inclusione/esclusione.

Il titolo Against Method è tratto dall’omonimo libro del filosofo della scienza austriaco Paul Feyerabend (1975), che propone un anarchico resoconto dello sviluppo del pensiero scientifico. Il testo suggerisce che le scoperte scientifiche possono assumere forme diverse e ci chiede di rifiutare il ‘monismo metodologico’. La complessità delle opere di Gowda, la sua attenzione per la disposizione e la materialità degli oggetti, il rapporto da lei creato tra gli oggetti e la loro configurazione fisica – forma, texture e scala – hanno contribuito a determinare la struttura di Against Method e il suo dipanarsi dentro e intorno allo spazio espositivo nel corso delle due giornate.

Durante la prima serata vengono riuniti artisti appartenenti alla tradizione Carnatica della musica classica indiana e artisti la cui opera esplora le implicazioni di tale tradizione: il focus è sull’interazione tra sistemi diversi e sul loro ruolo nei contesti musicali extra-indiani. Gli interpreti saranno la violinista Nandini Muthuswamy; i Drumming – Grupo de Percussão, che eseguiranno Intra, una composizione di Fell stesso; il musicista elettronico e compositore Nakul Krishnamurthy; il musicista elettronico Rian Treanor in collaborazione con il ricercatore e compositore Jan Hendrickse ai fiati.

La seconda serata propone un approccio differente, presentando una nuova composizione di Fell: per l’occasione, un collage di suoni e musica verrà disseminato dentro e intorno alle opere di Sheela Gowda. All’esecuzione parteciperanno Jan Hendrickse, il violoncellista Sandro Mussida e il percussionista iraniano Mohammad Reza Mortazavi; la conclusione della performance sarà affidata a una solista: la vocalist sperimentale Sofia Jernberg.

Ingresso libero fino a esaurimento posti
Per i Member di Pirelli HangarBicocca l’accesso è garantito presentando la propria Membership Card


PROGRAMMA
13 e 14 giugno 2019
Dalle 10 alle 20 – Mark Fell, Against Method part 1, for Disklavier – Installazione sonora


Giovedì 13 giugno 2019
ore 20 – Nandini Muthuswamy – Meditazione, introduzione e concerto
ore 21 – Nakul Krishnamurthy feat. Nandini Muthuswamy
ore 22 – Rian Treanor feat. Jan Hendrickse
ore 23 – Mark Fell, Intra; eseguito da Drumming – Grupo de Percussão 

Venerdì 14 giugno 2019
ore 19 – Conversazione con Mark Fell, Jan Hendrickse, Nakul Krishnamurthy e Nandini Muthuswamy
ore 21 – Mark Fell, Against Method part 2, for distributed performers and electronics con Mohammad Reza Mortazavi, Sandro Mussida, Jan Hendrickse e Sofia Jernberg 


Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2
20126 Milano 

T (+39) 02 66 11 15 73

martedì 28 maggio 2019

Due corsi di perfezionamento teatrale

Il prossimo 15 ottobre prenderà il via negli spazi didattici della Fondazione Franco Zeffirelli di Firenze il primo di due corsi di perfezionamento teatrale. Organizzati dal Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo, questi si rivolgono a giovani che abbiano già acquisito una formazione di base e che intendano approfondire le loro conoscenze per poter intraprendere un’attività professionale nell’ambito dei “mestieri dello spettacolo”.
Franco Zeffirelli ha voluto così pensare alle giovani generazioni che aspirano a iniziare questa straordinaria avventura di vita nel segno della continuità dell’arte, con uno sguardo rivolto al futuro, che tuttavia non dimentica i grandi maestri del passato, nel nome della grande tradizione italiana, per sempre nuove mise en scene.

Corso avanzato di scenografia teatrale

Il Corso Avanzato di Scenografia Teatrale, promosso dal Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo “Franco Zeffirelli”, si rivolge a studenti, giovani professionisti o semplicemente appassionati che intendono approfondire le tecniche e la pratica della scenografia teatrale sulla linea tracciata da Franco Zeffirelli nel corso della sua straordinaria carriera, durata oltre settant’anni.
Le lezioni saranno tenute da Carlo Centolavigna, scenografo affermato in ambito teatrale e cinematografico, assistente e collaboratore di Zeffirelli da oltre 35 anni.
Nell’arco del corso l’allievo dovrà elaborare il progetto scenografico per uno spettacolo di prosa o d’opera. Gli elaborati potranno essere esposti presso la Fondazione Franco Zeffirelli.
Al termine del corso ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Il Corso Avanzato di Scenografia Teatrale si svolgerà dal 15 ottobre al 10 dicembre 2019 presso le Aule della Fondazione Franco Zeffirelli, in Piazza San Firenze, 5 a Firenze.
Il corso è suddiviso in 16 lezioni di quattro ore ciascuna: il martedì e il sabato dalle 10 alle 14.30, per un totale di 64 ore dedicate ad affrontare tutti gli aspetti della scenografia, dell’arredamento e dell’illuminazione. Inoltre, sono previsti in aggiunta quattro incontri pomeridiani complementari dedicati a proiezioni di spettacoli teatrali e/o a visite nei luoghi di spettacolo cittadini e/o a visite nei laboratori scenografici.
Per i dettagli consultare la pagina del sito web della Fondazione Zeffirelli all’indirizzo: 

Corso avanzato di regia teatrale e interpretazione

Il corso è aperto a giovani che si avvicinano alla professione nel campo dello spettacolo di prosa, lirico e audiovisivo (cinema e televisione); a neolaureati nelle discipline dello spettacolo interessati a ad affrontare l’esperienza teatrale; a professionisti (attori e registi, ma non solo)  che intendano arricchire il loro bagaglio formativo; a cantanti lirici che vogliano lavorare sull’interpretazione; ad appassionati desiderosi di approfondire la propria esperienza.
Le lezioni saranno tenute da Massimo Luconi, regista affermato in ambito teatrale e cinematografico, con una lunga esperienza al fianco di grandi maestri come Franco Zeffirelli, Luca Ronconi, Eduardo De Filippo, Mauro Bolognini. Insieme a lui il corso vedrà la presenza di rinomati professionisti nei vari ambiti dello spettacolo: l’attore Luca Lazzareschi, lo scenografo Carlo Centolavigna, la costumista Elena Puliti, Maria Alberti, storica del teatro.
Oltre ad affrontare fondamentali strumenti tecnici come il corpo, la voce, la gestualità, durante gli incontri si lavorerà anche sulla costruzione drammaturgica del personaggio, proponendo ai partecipanti non solo l'esperienza di un metodo, ma anche un percorso di crescita personale.
Il corso si tiene dall’8 novembre al 1° dicembre 2019 e si sviluppa in quattro fine settimana, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, per un totale di 64 ore dedicate ad affrontare i vari aspetti inerenti l’interpretazione, dalle tecniche di respirazione alla consapevolezza dello spazio scenico. Alle lezioni si aggiungono due incontri complementari (il venerdì mattina) dedicati a proiezioni.
Nell’arco dell’intero corso ciascun allievo elaborerà un proprio progetto interpretativo che si concretizzerà nella preparazione di una breve messa in scena da utilizzare per future audizioni di prosa o d’opera. Al termine del corso ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Per i dettagli consultare la pagina del sito web della Fondazione Zeffirelli all’indirizzo: 

Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo - Fondazione Franco Zeffirelli onlus
Piazza San Firenze 5 – Firenze
www.fondazionefrancozeffirelli.com; info@fondazionefrancozeffirelli.com
Info, biglietteria e prenotazioni visite guidate tel. 055-2658435 

Ufficio media: Marco Ferri; mob.+39-335-7259518; @mail: press@marcoferri.info


venerdì 24 maggio 2019

Souvenir Art Summer Camp - Call per studenti e giovani artisti emergenti

Spazio Murat di Bari offre la possibilità a 25 partecipanti, previa selezione, di partecipare dal 17 al 27 Giugno 2019 a tutti i workshop affidati agli artisti locali e internazionali in residenza durante il Souvenir Art Summer Camp e ad una lezione di orientamento su come orientarsi nel mondo dell’arte dopo l’accademia, di affiancare e assistere alla creazione dei progetti degli artisti a loro più affini per pratica e poter in questa maniera prendere parte attiva ad un progetto formativo come questo.

Gli studenti e gli artisti emergenti selezionati (fino ad un massimo di 25) potranno partecipare al Summer Camp in 3 modalità:
- 10 con borse di studio a copertura totale
- 10 con borse di studio a copertura parziale (pagando €300)
- 5 con con un costo di €500
(Vitto e alloggio non sono compresi e sono a carico dei partecipanti)

Per scoprire il programma e le modalità di candidatura (entro e non oltre il 30 Maggio 2019) consulta il sito al link http://www.spaziomurat.it/evento/souvenir-summer-camp-call-studenti-giovani-artisti-emergenti/
Form di candidatura ▶️ https://forms.gle/gwSNaqSj46w3mWB59

Tel. 0802055856

Mail: info@spaziomurat.it
www.spaziomurat.it 




mercoledì 22 maggio 2019

Rosso Pistacchio al Circolo degli Artisti

Proseguono ad Albissola Marina, gli incontri con "Scrittori, Poeti e...non solo" della Rassegna "Leggo in Pozzo Garitta" organizzati dal Circolo degli Artisti: Sabato 25 maggio [ore 17] è la volta di Marzia Pistacchio con il suo libro "Rosso Pistacchio", "Ricette e storie crude".

"...La leggenda narra che Marzia Pistacchio venne alla luce in una grossa e grassa famiglia meridionale nel lontano 1977, sospinta dagli effluvi della conserva di pomodoro, e attirata dal profumo inebriante di basilico. Cresce nella convinzione che il cibo è linguaggio e con esso comunica con ferocia e dolcezza. È truccatrice, insegnante di trucco, e dal 2016, ogni settimana tiene sul giornale locale IVG.IT la sua rubrica Rosso Pistacchio nella quale spesso finiscono, inconsapevoli, l’amato marito Marco e i figli Zoe e Elia e, ovviamente, le immutabili, intramontabili, succulente ricette di famiglia.

Il suo libro Rosso Pistacchio, pubblicato da Golem Edizioni, è una raccolta di articoli di costume e società usciti sul summenzionato settimanale online, più alcuni racconti inediti. La rubrica ha raccolto molti consensi diventando un fenomeno social. Gli inediti testimoniano la grande abilità dell’autrice nel cambiare registro e affrontano temi di più ampio respiro con una prosa cruda e diretta. Il pretesto è la ricetta culinaria di famiglia che detta il ritmo, la partenza e i colpi di scena, di una sequenza narrativa piccante, cruda, a volte dolce, a volte spietata e secca, a volte liberatoria e goduriosa, come una pietanza della nostra infanzia. Le illustrazioni di Giusy Ghioldi accompagnano, addolciscono, esaltano e, a volte, ubriacano come un buon vino fatto in casa..."

L'esuberanza della  Pistacchio sarà tenuta sotto controllo dalla giornalista, intrattenitrice e speaker di Radio Savona Sound Sabrina Calcagno e dall'Assessore alla Cultura di Albissola Marina arch. Nicoletta Negro.


In caso di cattivo tempo, l'iniziativa si svolgerà all'interno del Circolo degli Artisti, Pozzo Garitta, 32 - Albissola Marina


domenica 19 maggio 2019

Adored and Adorned alla Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni

Come ogni anno, la galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni partecipa al calendario degli eventi ostunesi con un'ampia gamma di proposte artistiche anche di respiro internazionale. 

Quest'anno l'apertura della stagione degli eventi è affidata agli artisti londinesi Harvey B-Brown e David Scheinmann con la presentazione dei loro meta-ritratti fotografici della serie Adored and Adorned

Gli artisti, uno dei quali ormai residente in Puglia da qualche anno, con questa mostra si aprono per la prima volta al mercato italiano, usando il loro linguaggio come gesto di apertura e integrazione nella comunità pugliese

Adored and Adorned è un progetto composto da una serie di meta-ritratti fotografici e multimediali realizzata in collaborazione dai due artisti del cui lavoro affermano: 'Abbiamo notato come ormai la fotografia fa sempre più parte del nostro quotidiano con un'infinità di immagini scattate e prontamente archiviate senza dare un valore intrinseco alla foto stessa per cui abbiamo pensato di dare una qualità narrativa ad ogni nostra fotografia, migliorando il valore dell'identità del soggetto, pur mantenendo una certa iconografia. Abbiamo iniziato a scattare fotografie di persone con cui avevamo una forte connessione emotiva, adornando poi le immagini, in un secondo momento, con materiali e orpelli che raccontano la storia del soggetto ritratto, facendo scherzosamente riferimento all'iconografia contemporanea familiare. Le stampe fotografiche vengono trasformate in tre dimensioni, utilizzando vernici, inchiostri, tecniche di collage e scultorie, poi ulteriormente potenziate con la tecnologia in fase di post-produzione. Le immagini risultanti possono definirsi "Meta-ritratti", ovvero la trasformazione del ritratto fotografico tradizionale in una costruzione di coinvolgenti e ispirate raffigurazioni; ecco quindi poi il motivo del nome stesso della serie e della mostra, Adorati ed Adornati". 

La serie A & A Editions esposta in galleria, è una collezione unica di stampe numerate e in rilievo di alcuni personaggi famosi e di animali domestici e addomesticati.


Harvey B-Brown & David Scheinmann – Adored & adorned
A cura di Gabriella Damiani
GALLERIA ORIZZONTI ARTECONTEMPORANEA 
Piazzetta Cattedrale (centro storico) 72017 - Ostuni - Puglia  
Dal 19/05 al 26/05

mercoledì 15 maggio 2019

Il rosso e il nero in mostra alla la Galleria Sanlorenzo Arte

Dal 19 maggio al 9 giugno 2019 la Galleria Sanlorenzo Arte di Piazza Bordoni 4, a Poppi (Ar), ospita “Il rosso e il nero”, personale di Giuliano Sacchero a cura di Silvia Rossi.
Domenica 19 maggio, alle 17,30, l’inaugurazione ufficiale alla presenza dell’artista.  La mostra, patrocinata dal Comune di Poppi, sarà visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 19, a ingresso libero.

Ciò che caratterizza le grandi passioni è l’immensità degli ostacoli da superare e l’oscura incertezza dell’evento”. Così scriveva Stendhal nel suo romanzo “Il rosso e il nero”. 

Quasi due secoli dopo ritroviamo questo stesso titolo, le stesse contrapposizioni e dicotomie, nella mostra personale di Giuliano Sacchero, artista torinese trapiantato nel Lazio, che propone a Poppi una intensa selezione di opere intorno ai due colori che danno il titolo alla mostra.

Come nell’opera stendhaliana, la contrapposizione vive della sua simbologia: il nero, il non-colore per eccellenza, rappresenta l’oppressione, la pesantezza, la reazione in tutte le sue forme; il rosso, invece, vive di gloria, di passione e di rivoluzione. 
I due moti dell’animo, così diametralmente opposti, vorticano in un intercambiarsi ineluttabile, perché se nel nostro immaginario le due posizioni sono nette e contraddistinte, nella realtà della vita vissuta esse convivono in un turbinio emotivo e morale, facendo di volta in volta prevalere l’una o l’altra. 

Così, nelle grandi tele di Sacchero, il rosso e il nero avvolgono le forme trasfigurate, in una sorta di astrazione incompleta o, forse, in una figurazione embrionale.
Lo stile unico dell’autore sfugge a definizioni precise, vive di gesti e campiture, di tratti abbozzati e dettagli ricchissimi. Anche qui le contrapposizioni proseguono. 

La scelta di non definire il proprio lavoro nell’una o nell’altra direzione crea un humus estremamente favorevole per un coinvolgimento intenso e profondo dell’osservatore.
Chissà che, nella mostra alla Galleria Sanlorenzo Arte, di Stendhal non si potrà citare anche la famosa sindrome. Dal 19 maggio provare per credere.



Giuliano Sacchero è nato a Torino. Artista autodidatta, oggi vive a pochi chilometri da Roma. 
Uno dei suoi disegni è stato scelto per l'Expò della XXVII Biennale dell'Umorismo nell'arte di Tolentino. Selezionato dal quotidiano inglese The Guardian, ha esposto a The Kings Place - The Guardian Gallery di Londra, in Gran Bretagna. Il suo lavoro dal titolo “Opera901” è apparso nel film “Mia madre” di Nanni Moretti. Ha portato i lavori delle serie “Divina Commedia” e “Pinocchio2 a Berlino e Kiel, in Germania. 

www.sanlorenzoarte.it



Segnalato da Marco Botti 





 

lunedì 13 maggio 2019

Emilio Scanavino. Come fuoco nella cenere

Apre il 16 maggio 2019 al Museo MARCA di Catanzaro la mostra "Emilio Scanavino. Come fuoco nella cenere" che raccoglie, fino al 15 luglio, un significativo nucleo di opere, tutte di grandissimo formato.

Sono stati i generosi spazi del Museo delle Arti di Catanzaro, tra le realtà museali più vivaci dell'Italia meridionale, a indurre i curatori Greta Petese e Federico Sardella, in collaborazione con l'Archivio Scanavino, a selezionare per quest'esposizione i dipinti più imponenti dell'artista.

Il corpus di opere include oltre venti lavori realizzati a partire dagli Sessanta: oli su tela, su tavola e carte provenienti dalle collezioni italiane più prestigiose, oltre che dalla Collezione Scanavino. Esposta, vi è anche l'opera che dà il titolo alla rassegna, "Come fuoco nella cenere", presentata per la prima volta nella sala personale dedicata a Scanavino in occasione della XXX Biennale di Venezia, nel 1960, ed ora posta in dialogo con dipinti degli anni subito successivi.

I lavori selezionati propongono uno spaccato lineare sul percorso artistico di Scanavino, offrendo gli esempi più alti di alcune delle sue serie tipiche e coprendo un arco temporale di circa vent'anni, a partire dalla piena maturità, come Alfabeto senza fine del 1974 e I nostri fiori del 1973.

Il fare come necessità e la consapevolezza di un mondo di presenze da evocare attraverso la pittura costituiscono le ispirazioni preminenti dell'opera dell'artista e sono rintracciabili in tutta la sua riflessione esistenziale, estetica ed artistica.

Le opere esposte, infatti, oltre ad essere accomunate dall'imponenza dimensionale, rivelano ulteriormente come quella di Scanavino sia una pittura di evocazione, ricca di presenze.

Come l'artista stesso rileva in una video intervista del 1961, sino ad oggi mai trascritta e trasposta nel catalogo realizzato per l'occasione: "Per me la pittura è condizione. E per condizione intendo il mio modo di vivere, le mie aspirazioni eccetera. [.] Ieri il pittore andava all'aperto, dipingeva col cavalletto e faceva il paesaggio. Direi che oggi son cambiate molte cose e il pittore ha necessità di guardarsi di più dentro, di sentire la vita direttamente, meditando certe emozioni, che non son più, diciamo così, panoramiche, ma sono interiori". Aggiunge Federico Sardella nel suo saggio: "Lo spazio sembra aprirsi, incontrare ostacoli, punte, grovigli per poi assorbirli, compenetrarli e sommergerli, spostandosi dal pieno al vuoto, dall'indifferenziato al distinto, dall'esterno all'interno. [.] La sua pittura è pura emanazione nella quale presenze materiche, fautrici di presagi, sembrano cela re qualcosa di inviolabile".

La mostra è accompagnata da un volume bilingue italiano/inglese pubblicato da Silvana Editoriale con saggi di Greta Petese, Federico Sardella e Sara Uboldi, due conversazioni tra Nini Ardemagni Laurini, Greta Petese, Federico Sardella e Antonella Zazzera, la trasposizione di una video intervista a Emilio Scanavino andata in onda nel 1961, e un'ampia selezione di immagini, molte delle quali inedite.


Emilio Scanavino. Come fuoco nella cenere
a cura di Greta Petese e Federico Sardella
in collaborazione con l'Archivio Scanavino
MARCA Museo delle Arti Catanzaro
17 maggio - 15 luglio 2019

Inaugurazione giovedì 16 maggio, ore 18.30
Via Alessandro Turco 63, 88100 Catanzaro
mart.-dom. h. 9.30/13 - 15.30/20. Chiuso lunedì.
t. 0961.746797 | info@museomarca.com| www.museomarca.info

Ufficio stampa NORA comunicazione t. +39 339 89 59 372 
info@noracomunicazione.it 
www.noracomunicazione.it





sabato 11 maggio 2019

Aphasìa e Francesco Sambati

Nell’ambito della manifestazione Maggio Salentino 2019, la Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Lecce ospita una mostra personale del fotografo Francesco Sambati (1981), con una selezione ragionata di circa trenta scatti recenti. 

La mostra, voluta dal direttore dell’istituzione Andrea Rollo, rientra in un programma destinato all’apertura dell’Accademia verso le realtà operanti in ambito culturale nel territorio. 
Aphasìa, in ambito filosofico, è termine che indica la rinuncia a pronunciare affermazioni e giudizi circa la realtà, a causa dell'inconoscibilità di quest'ultima

«Chi sono le donne fotografate da Francesco Sambati, da dove vengono e a cosa pensano? Figure appena accennate nella penombra o completamente avvolte dalla luce del sole, hanno scelto la solitudine anziché divenire vittime della folla e della città. 
Silenzio e femminilità, congelati nel reale, divengono uno stato della mente. Impassibili, ferme, ambigue, ci proiettano in una dimensione che percepiamo, ma non vediamo fino in fondo», suggerisce il fotografo Lorenzo Papadia a proposito degli scatti di Sambati appartenenti a questo ciclo. 
«Aphasìa” (a-phasìs, senza voce) nasce dal bisogno dell'artista di “trovare rifugio in una dimensione di solo silenzio”, allontanandosi dal caos di rumori e disturbi della società moderna. Il taglio, la luce e i colori delle opere di Francesco Sambati – prosegue Papadia – sono puro silenzio, un'esperienza di alienazione dal contorno, indifferentemente da quanto rumoroso esso possa essere. Gli sfondi surreali, i volti nascosti da giochi di ombre e luce accecante, le azioni fermate in scatti surreali, creano una sensazione di stasi, un coinvolgimento emotivo con ogni fotografia». 



Francesco Sambati nasce a San Pietro Vernotico (Brindisi) nel 1981. 
Dopo il diploma presso il Liceo Artistico Vincenzo Ciardo a Lecce, si avvicina alla fotografia mobile e, poco dopo, alla fotografia digitale. Nel 2014 arrivano le prime interviste e pubblicazioni su riviste del settore (Witty Kiwi, C-41 Magazine, Analog Magazine, Il Fotografo, Hylas Magazine, Prime Edition Annual Journal, Blur Magazine, FrizziFrizzi), fino ad arrivare alla prima personale nel 2015, Aphasìa. Successivamente, si avvicina alla fotografia istantanea su Polaroid, percorso che lo porta ad un nuovo ciclo di pubblicazioni ed esposizioni del nuovo progetto Diaspora. I suoi scatti sono stati esposti in diversi spazi pubblici e privati in Italia, Inghilterra, Romania e Francia. Vive e lavora a Lecce. 

La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2019, tutti i giorni (tranne la domenica) dalle ore 8.30 alle ore 18.30; sabato dalle ore 8.30 alle ore 13.30. 



martedì 7 maggio 2019

Gertsch – Gauguin – Munch Cut in Wood

Dal 12 maggio al 22 settembre 2019 il Museo d’arte della Svizzera italiana celebra uno degli artisti contemporanei svizzeri più significativi, Franz Gertsch. La mostra ideata dallo stesso artista e co-curata da Tobia Bezzola, direttore del museo, presenta nove monumentali incisioni di Franz Gertsch accanto a una selezione di oltre settanta xilografie di Paul Gauguin ed Edvard Munch.

Franz Gertsch è stato chiamato a collaborare con il Museo non solo in veste di artista ma anche come curatore. Questo invito è stato accolto e rielaborato dall'artista con una sorprendente proposta: quella di presentare le sue xilografie in dialogo con le opere di coloro da lui considerati maestri assoluti dell’incisione tra Ottocento e Novecento, Paul Gauguin (1848-1903) e Edvard Munch (1863-1944).

Sebbene questa scelta in un primo momento – per distanza storica e differenze stilistiche – possa risultare singolare, vi sono profonde affinità tra i tre artisti, a cominciare da una comune padronanza della tecnica xilografica e dalla volontà di testarne ed espanderne i limiti. Le xilografie di Gauguin e Munch sono infatti opere di piccolo-medio formato, contraddistinte da linee estremamente espressive e accesi contrasti cromatici. Le monumentali incisioni di Gertsch si presentano invece come vaste superfici monocrome, costellate da una miriade di minuscoli punti di luce.

Come ha dichiarato lo stesso Gertsch: “[…] io mi sento vicino a Gauguin e Munch nel loro approccio estremamente personale alla tecnica xilografica. Tutti e tre abbiamo elaborato un linguaggio molto particolare in questa tecnica. La nostra produzione xilografica è in qualche modo unica”.

Da un punto di vista tematico nelle opere di Gertsch, Gauguin e Munch ritroviamo un intenso intreccio di malinconia ed eros, una visione mistica del paesaggio e della natura, intesa come fonte primordiale di ispirazione, così come un senso di solitudine ed estraneità degli artisti rispetto alla società.

Per tutti e tre gli artisti l’opera incisa è da intendersi come in constante dialogo con l’opera pittorica. Nelle incisioni di Gauguin vengono immortalate quelle scene di vita quotidiana e figure femminili di Tahiti che contraddistinguono le sue tele più celebri. Sono caratterizzate da un aspetto decisamente più oscuro e misterioso, data la predominanza del nero e delle tonalità scure. Nelle xilografie di Munch è possibile riconoscere alcuni dei suoi dipinti più famosi come Il bacio o Ragazze sul ponte. Lo stesso vale per Gertsch che utilizza il medesimo archivio di immagini fotografiche come punto di partenza sia per i suoi dipinti che per le sue incisioni.

Gauguin incide i blocchi di legno con qualsiasi strumento disponibile: sgorbie, coltelli, carta vetrata, punteruoli e li rielabora continuamente, anche in fase di stampa. Munch scompone le matrici delle sue opere in vari pezzi utilizzando colori diversi per poi ricomporli come un puzzle e procedere con la stampa di un’immagine a più colori in un solo passaggio. Entrambi stravolgono i canoni dell’incisione su legno stabiliti sin dal XV secolo e lo stesso attua Gertsch quando, nel 1985, decide di sospendere la produzione dei dipinti realisti di grande formato che lo hanno reso celebre sin dagli anni Settanta per dedicarsi all’esplorazione della tecnica xilografica.

Come i suoi predecessori, Gertsch elabora un procedimento rivoluzionario per creare le sue incisioni evitando del tutto la linea: l’artista incide sulla matrice una trama fittissima di punti che determina le zone luminose e la cui modulazione permette all’immagine di delinearsi. Date la meticolosità della tecnica e le dimensioni monumentali delle matrici, la realizzazione di ogni xilografia richiede all’incirca un anno di lavoro. Da ogni matrice Gertsch realizza esemplari di tonalità diverse con inchiostri da lui stesso preparati e stampati su enormi fogli di carta appositamente realizzati da un cartaio giapponese: il risultato di questo laborioso procedimento è un insieme di opere immersive che offrono un’esperienza visiva unica e invitano alla contemplazione.

La mostra nasce dal desiderio di celebrare la straordinaria carriera di uno dei principali esponenti dell’arte svizzera in vista del suo 90esimo compleanno, che si inserisce nella serie di esposizioni che il MASI quest’anno dedica alla storia dell’arte elvetica: inaugurata con il progetto dedicato al Surrealismo svizzero, si concluderà con uno sguardo rivolto alla produzione contemporanea di più stretta attualità, grazie alla monografica di Julian Charrière, classe 1987, prevista per il prossimo autunno.


www.masilugano.ch