mercoledì 28 novembre 2018

Quarta edizione di Lucca Art Fair

Sono state annunciate le date per Lucca Art Fair, la fiera toscana dedicata all'arte moderna e  contemporanea sotto la guida di Paolo Batoni, che torna dal 17 al 19 maggio 2019.

Quarta edizione, quella in programma al Polo Fiere di Lucca, che si preannuncia ricca di nuove proposte e progettualità, con un calendario fitto di eventi, talk, incontri, premi ed eventi collaterali.

Tra le prime novità che caratterizzeranno l'edizione 2019 ci sarà un nuovo Vip Programme, capace di coinvolgere un ampio numero di collezionisti, invitati dalla direzione artistica e dai galleristi, per la creazione di esclusivi appuntamenti in fiera e nel cuore della città di Lucca.

Confermato il format della kermesse fieristica, suddiviso in quattro sezioni principali: la Main Section, che raccoglie le gallerie più consolidate nel panorama internazionale per offrire ai collezionisti una selezione di opere che spazia tra arte moderna, post bellica e contemporanea; la Temporary Art Zone (T.A.Z), quest'anno dedicata ai solo project , riservata alle gallerie emergenti e dal profilo sperimentale; Letture Critiche, l'area dedicata alle gallerie che propongono progetti espositivi di artisti tra loro in dialogo; Art Tracker, dedicata a quattro artisti under 35 selezionati tra i finalisti del Combat Prize 2018, chiamati a creare progetti site-specific per la fiera.

Riuniti sotto il titolo "Vissi d'Arte" si rinnovano i Talk dedicati ad approfondimenti sul mondo dell'arte e caratterizzati da un fitto programma d'incontri con artisti e professionisti che condivideranno con il pubblico il loro vissuto e le loro competenze professionali. Confermato l'appuntamento per le visite guidate nel percorso espositivo della fiera come occasione di scambio e avvicinamento al mondo del collezionismo rivolte a un pubblico amatoriale e non.

Non perdere l'occasione di partecipare a Lucca Art Fair 2019.

Le application sono ora disponibili sul sito

La deadline è il 28 febbraio


SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
TEMPORANEA ORGANIZZAZIONE EVENTI
corso Amedeo 118 57125 Livorno
T +39 0586881165
E info@luccaartfair.it




lunedì 26 novembre 2018

Sinapsi

La Galleria Raffaello presenta la personale dello scultore Alessandro Costagliola dal titolo “Sinapsi”a cura di Giuseppe Carli, che sarà inaugurata sabato 1 dicembre, ore 18:30, presso gli spazi della nuova galleria in via Notarbartolo 9/e, Palermo. All'evento interverrà Sabrina Di Gesaro direttrice artistica del Centro d'arte Raffaello che accoglierà il pubblico in questo nuovo percorso artistico dello scultore palermitano.

Le sculture di Alessandro Costagliola rappresentano quei giochi di bambino che ognuno di noi ha fatto con allegria e spensieratezza - commenta il curatore e critico d'arte Giuseppe Carli-la bellezza si fa promotrice dello sproporzionato e del non preciso, pur rimanendo legata, nella visione d'insieme, ai canoni classici. Non si tratta però di una rappresentazione della perfezione anatomica, bensì di una bellezza pura e dinamica attraverso forme uniche nella continuità dello spazio. Costagliola appare continuamente proteso nel dare il senso dell'azione, criticando la scultura classica legata alla statica e alla posa. Nel suo lavoro ordine e forma sono presenti aldilà di una frontiera convenzionale che sembrava invalicabile, e questo vuol dire che apre la speranza ad un rapporto, meno distante e conflittuale, tra uomo e natura e tra età e gioco.

La serata di inaugurazione sarà allietata dalla presenza di DJ set Tony Tutoneche regalerà agli ospiti una accurata selezione di brani. La mostra, sarà fruibile sino al 5 gennaio 2019 (via Notarbartolo 9/e, 90141, Palermo)da lunedì a sabato, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 19:30. Domenica e lunedì mattina chiusi.



Info e Contatti
Centro d'arte Raffaello
www.galleriaraffaello.com
raffaellocentrodarte@gmail.com
+39 091 7574592
via Notarbartolo 9/e
90141 Palermo


Direttore Artistico
Sabrina Di Gesaro
sabrinadigesaro@libero.it
+39 339.2896464

mercoledì 21 novembre 2018

Giovanni Paolo Bedini. Il fascino della spensieratezza 1844-1924

Sarà dedicata alla figura di Giovanni Paolo Bedini, artista nato nel capoluogo emiliano nel 1844 e attivo fino agli anni 20 del Novecento, la quindicesima mostra retrospettiva promossa da Bologna per le Arti, associazione culturale impegnata da diversi anni nel sostegno e nella valorizzazione della pittura bolognese dell’Ottocento e del Novecento.

Giovanni Paolo Bedini. Il fascino della spensieratezza 1844-1924, a cura di Giuseppe Mancini, sarà la prima grande antologica focalizzata sull’intera produzione dell’artista bolognese. Presenterà circa sessanta opere di provenienza pubblica e privata, a cui verranno affiancati i dipinti di maestri contemporanei a lui vicini, con l’intento di mettere in luce non solo il per-corso artistico del singolo ma di offrire un più ampio “spaccato” del suo tempo. 

Quella di Giovanni Paolo Bedini fu un’arte allegra e vivace, molto apprezzata dalla critica e lontana da qualsiasi retorica romantica, che maturò le sue peculiarità nel filone del gusto neo-rococò e medio borghese. Lavoratore instancabile, Bedini realizzò moltissime opere tra dipinti ad olio e acquerelli che trovarono largo mercato sia in Italia che all’estero.

L’artista si formò all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si distinse per la sua versatilità aggiudicandosi premi in Architettura (1863), Decorazione e Figura (1864), Prospettiva (1865), Pittura (1866), Figura delle statue e Anatomia (1867).
I suoi esordi risalgono al 1867, quando presentò due opere alla II Esposizione triennale delle Accademie dell’Emilia. In seguito partecipò alle esposizioni di Torino (1872), Genova (1876), Firenze (1877) e Milano (1876, 1893, 1895, 1906).

Dapprima avviato alla pittura di tema storico, ben presto la abbandonò per dedicarsi alla rappresentazione della quotidianità più spensierata: le opere, caratterizzate da un tocco spedito ed efficace, si popolano di figure piene di vita, dai colori gioiosi e modellate con cura, spesso ambientate nei secoli passati, con una particolare predilezione per il XVIII secolo.
Artista ormai affermato, nel 1894 Bedini fu chiamato a coprire la cattedra di Elementi di figura presso l'Accademia bolognese e, tra il 1907 e il 1922, fu docente e Capo di Istituto presso la Scuola Professionale per le Arti Decorative di Bologna.



La mostra inaugurerà sabato 1 dicembre 2018 alle ore 17.30 presso la Sala Ercole di Palazzo d’Accursio a Bologna e sarà aperta al pubblico dal 2 dicembre 2018 al 3 febbraio 2019. 

Si potrà visitare gratuitamente martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.30 e venerdì dalle 15 alle 18.30. Lunedì chiuso.

Per l’occasione sarà pubblicato un esauriente catalogo corredato da testi critici e immagini inedite.

Nel corso dell’esposizione, precisamente nel mese di gennaio 2019, ritornerà l’iniziativa “Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio”, un ciclo di conferenze sull’arte e le sue declinazioni tenute da studiosi e personalità del panorama culturale della città, quest’anno alla sua nona edizione. Gli appuntamenti si terranno presso la Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio.

Bologna per le Arti è un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel 1999 per fornire un servizio diretto alla conoscenza e alla divulgazione delle arti figurative con specifico riferimento ai periodi dell’Ottocento e del Novecento. A tal fine, l’associazione si propone di organizzare mostre, conferenze e pubblicare libri finalizzati alla valorizzazione della tradizione artistico-culturale del territorio bolognese. Bologna per le Arti realizza i propri progetti collaborando con enti, associazioni e istituzioni di natura pubblica e privata. Dal 2010 realizza le proprie mostre annuali (circa 250mila visitatori) presso Palazzo d’Accursio in collaborazione con il Comune di Bologna, sempre corredate dal ciclo di incontri «Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio» grazie al coinvolgimento dei maggiori professionisti della cultura in città e nel Paese. Dopo l’incredibile successo di pubblico delle mostre su Alfredo Protti, Flavio Bertelli e Carlo Corsi, e dopo esser stata onorata della Medaglia dal Presidente della Repubblica per le mostre “Mario di Maria (Marius Pictor). Il pittore delle lune” e “Giovanni Romagnoli. L’eterna giovinezza del colore” l’Associazione prosegue la sua attività promuovendo quest’anno la sua quindicesima retrospettiva.



Per info
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info@bolognaperlearti.it
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www.instagram.com/bolognaperlearti/

Ufficio stampa
Sara Zolla | T. 346 8457982
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mercoledì 14 novembre 2018

Residenze d'arte: il ricco programma offerto dal Premio Arte Laguna

Il Premio Arte Laguna da la possibilità di partecipare ad un ricco programma di residenze d'arte in Italia e all'estero offrendo agli artisti un soggiorno al fuori dall'abituale ambiente di lavoro per conoscere nuove culture, creare nuove opere e partecipare ad attività anche in collaborazione con altri artisti

Ciascuna residenza è realizzata con la collaborazione di Partner di altissimo livello che sceglieranno direttamente i vincitori per la propria residenza d'arte. Gli artisti selezionati verranno proclamati a Venezia il 16 marzo 2019 in occasione dell'apertura della mostra dei finalisti all' Arsenale di Veneziauna location unica ed emozionante con più di 10 mila visitatori.



Le 9 residenze della 13^ edizione sono:

Residenza d'arte di 1 mese, open studio finale e spazio di lavoro presso gli spazi riqualificati dell'ex-fabbrica di ceramiche Pagnossin con la possibilità di riutilizzare le vecchie matrici presenti in loco.


Residenza d'arte di 1 mese per la realizzazione di un progetto che preveda l'utilizzo della lana in ogni sua forma (tessuti, scarti, cimose, lana cardata, rimanenze di orditura ..). L'artista potrà lavorare in collaborazione con le maestranze del lanificio.


Residenza d'arte da 1 a 12 settimane comprensiva di viaggio, materiale per la realizzazione delle opere, supporto tecnico e curatoriale, esposizione dell'opera presso la galleria di Glo'Art


Residenza d'arte da 3 a 6 settimane presso un innovativo e contemporaneo centro d'arte che fornisce agli artisti un network di relazioni e contatti in un ambiente multi-disciplinare e multi-culturale


Residenza d'arte di 1 mese durante la quale vengono organizzati incontri e visite presso le più importanti istituzioni culturale del posto con lo scopo di incoraggiare il dialogo interculturale con la comunità locale.


Residenza d'arte di 10 giorni in un luogo che unisce diverse espressioni ed esperienze artistiche: architettura, estetica, bellezza narrativa del paesaggio, valore umano


Residenza culturale di 1 mese comprensiva di viaggio, alloggio, visite culturali, workshops per favorire lo scambio di abilità e conoscenza con gli artisti del luogo, esposizione finale presso la galleria artistica del prestigioso resort Maradiva Villas Resort & Spa


Residenza d'arte di 2 settimane presso un centro culturale indipendente situato all'interno di una centrale idroelettrica di inizio Novecento dove è stato avviato un processo di recupero e riuso degli spazi. La residenza, dedicata alle arti performative, è comprensiva di assistenza curatoriale, assistenza tecnica, sale prove attrezzate.


Residenza d'arte di una settimana dedicata all'arte urbana in un contesto in cui viene favorita l'interazione tra una rete globale di artisti, giornalisti, curatori ed esperti di street art grazie anche alla partecipazione al Nuart Festival (5 - 8 settembre 2019)



COME PARTECIPARE:


Step #1
Iscriviti al Premio Arte Laguna nelle sezioni di tua preferenza (pittura, scultura e installazione, arte fotografica, grafica digitale, video art e cortometraggi, performance, arte virtuale, land art, arte urbana, design). Form di iscrizione



Step #2 
Controlla la tua casella di posta elettronica dove ti arriverà una mail dedicata per inviare la tua iscrizione alle Residenze d'Arte. 



Step #3 
Compila il form di iscrizione per ognuna delle 9 residenza della 13^ edizione



www.premioartelaguna.it #artelagunaprize #premioartelaguna

lunedì 12 novembre 2018

Chissà che fine ha fatto il cagnolino di mia nonna

Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presenta un nuovo progetto espositivo ideato e curato da Antonio D’Amico, storico e critico d’arte, che pone l’attenzione sulle molteplici possibilità di guardare la realtà, innescando atteggiamenti che dall’oggettivo sfociano verso visioni interpretative. 

Si tratta di un processo intrigante e creativo di grande suggestione che viene indagato dai tre artisti coinvolti, Keith Edmier, Joana Vasconcelos e Chiharu Shiota, per i quali la realtà è “una finestra dalla quale si affacciano per guardare ciò che li circonda e per catturare immagini da soggettare a pensieri della mente, che traducono in forme dove la fonte d’ispirazione rimane saldamente riconoscibile”. Emergono così opere che se per certi versi mostrano una mimesi della realtà, per altri la rivestono di uno strato intimo e soggettivo, consegnando allo spettatore una visione specchiante, una sorta di torsione personale del reale. Questo processo creativo trova le sue radici filosofiche in Platone, il quale parla di “rispecchiamento” della realtà, ossia di un’azione che non equivale a una perfetta riproduzione del reale, bensì alla restituzione di un’immagine che deve soltanto suggerire la sua fonte di partenza.

Attraverso uno studio dell’arte ottocentesca a Lisbona, Joana Vasconcelos incentiva uno stretto dialogo con la storia e si appropria dell’immagine di un gruppo di animali in ceramica, sopra i quali stende una coltre magica che proviene dalla tradizione popolare di merlettaie che dal Portogallo e dal mondo inviano all’artista centrini realizzati all’uncinetto, facendoli diventare uno schermo, una protezione sotto ai quali vivono i suoi animali che ci guardano silenziosi.

La memoria di un ricordo, di uno sguardo, viene bloccato da Chiharu Shiota nel tempo e nello spazio attraverso una ragnatela di fili rossi, con una visione onirica che rimanda al sogno e all’introspezione. L’artista giapponese esegue diari scultorei metafisici, i cui oggetti intrappolati non ci sveleranno mai i segreti e i pensieri sopraggiunti in un istante creativo, bensì ci consegna un rebus del quale ciascuno potrà appropriarsi e risolvere con la propria esperienza di vita.

Quello di Keith Edmier è uno sguardo attento sulla storia dell’arte del Seicento, in cui regna sovrana la riproduzione del reale, la mimesi di ciò che risiede in natura. Edmier catalizza la sua attenzione sui fiori dipinti da Caravaggio o da Carlo Dolci e non solo, facendoli rivivere nell’oggi e concedendo loro una seconda vita tridimensionale che ruota nello spazio.

Dinanzi ai fiori scultorei di Edmier che hanno la loro radice nella storia, agli animali “vestiti” di Vasconcelos che preservano la memoria della tradizione e alle scatole magiche di Shiota che svelano pensieri intimi e reconditi, lo spettatore potrà muoversi tra gli spazi della galleria di Mimmo Scognamiglio come in un giardino misterioso e fascinoso, popolato da forme e figure che attraggono la nostra attenzione in un continuo gioco di domande, alla ricerca di punti d’attracco con la realtà.


" Chissà che fine ha fatto il cagnolino di mia nonna", è il titolo della mostra che risuona come un interrogativo a cui per primo il curatore si sottopone. Si tratta di una domanda che apparentemente può essere legata ai ricordi d’infanzia ma che va ben oltre, in quanto nasconde il tentativo di ribaltare il quesito, scaturito da un episodio lontano nel tempo, in un collegamento con la pratica sperimentata da alcuni artisti, capaci di generare nuove idee e forme, partendo da ciò che catalizza i loro sguardi e i loro pensieri. Infatti, Keith Edmier, Joana Vasconcelos e Chiharu Shiota, procedono nel loro lavoro per “rispecchiamento” e rielaborazione di figure reali, presentate sotto forma di pensieri, idee, riferimenti misteriosi e affascinanti fisionomie.

Quando ero piccolo - racconta D’Amico - mia nonna aveva in campagna un cagnolino dispettoso che faceva la pipì sui fiori e per disperazione lei li rivestiva con sacchetti di plastica colorati e bucherellati per far vivere e respirare le sue meravigliose creature. Quel cagnolino era così dispettoso però che guardando la nuova “pianta” creata da mia nonna, più grande e ancor più colorata, si divertiva a smuoverla con la zampa e ad abbaiargli contro, forse perché non riconosceva più la sua fonte di attrazione e soprattutto probabilmente aveva capito che sotto si nascondeva il suo desiderio. Chissà che fine ha fatto il cagnolino di mia nonna? Molte volte mi sono chiesto come mai non faceva più la pipì sulla grande e attraente forma di plastica, ai miei occhi ancor più attraente della pianta, ma si fermava soltanto a guardarla con sospetto. Una risposta non sono mai riuscito a darmela e a ripensarci bene non saprei darla neanche adesso, forse. Però, un collegamento con l’arte potrei suggerirlo perché alcuni artisti si comportano allo stesso modo di quel cagnolino. Anzi, prendendo spunto dalla fonte di partenza, se ne servono per riproporla con nuove sembianze. La pianta custodita sotto la forma creata da mia nonna rimane pur sempre viva ma nascosta, celata alla vista di quel cagnolino che però rimane a fissarla e a farne memoria, anche se adesso vede qualcosa di diverso. Proprio come accade con molte opere d’arte! Gli artisti si fermano a guardare il dato oggettivo con insistenza e applicano un’evasione mentale e creativa per comportarsi come quel cagnolino”.

Nel mutato atteggiamento del cagnolino dispettoso nei confronti delle nuove forme assunte dalle piante, D’Amico individua la persistenza di un’attrazione che si trasforma da semplice ispirazione a immagine soggettiva e dunque opera d’arte.

In mostra dunque, tre punti di vista che racchiudono un mondo magico e che si alternano negli spazi della galleria, innescando nuove relazioni tra arte e ciò che ci circonda, pur consentendo a ciascuno di riconoscere la memoria di ciò che è fuori, là negli spazi della vita.




KEITH EDMIER | JOANA VASCONCELOS | CHIHARU SHIOTA

CHISSÀ CHE FINE HA FATTO IL CAGNOLINO DI MIA NONNA

A cura di Antonio D’Amico



OPENING: 15 NOVEMBRE 2018 dalle 18.30

PERIODO: 16 NOVEMBRE – 31 GENNAIO 2018

ORARI: LUNEDI’ – VENERDI’: 11.00–19.00 – SABATO SU APPUNTAMENTO

SEDE: Via Goito 7 Milano



Segnalato da: Maria Chiara Salvanelli - Press Office & Communication

giovedì 8 novembre 2018

Reggio Emilia. Un Novecento ritrovato – Inediti in mostra

Dopo il successo riscosso nel 2013 con la mostra “Reggio Emilia. Un Novecento ritrovato”, a cura di Alberto Agazzani, la Galleria RezArte Contemporanea (Via Emilia Ospizio, 34/D) propone un nuovo approfondimento dedicato ai protagonisti della scena artistica reggiana del secondo Novecento (e non solo), attraverso una selezione di opere inedite provenienti da collezioni private.

Cinque anni di ricerca hanno portato alla realizzazione del progetto espositivo “Reggio Emilia. Un Novecento ritrovato – Inediti in mostra”, che sarà presentato al pubblico sabato 17 novembre alle ore 17.00.



In mostra, dipinti ad olio e tecniche miste su tela o su tavola, unitamente ad alcuni acquerelli, di Giuliano Borghi, Vittorio Cavicchioni, Ottorino Davoli, Rina Ferri, Gino Forti, Gino Gandini, Walter Iotti, Nello Leonardi, Alberto Manfredi, Bruno Olivi, Vivaldo Poli, Norberto Riccò e Gianni Ruspaggiari.



Un racconto, aperto ad ulteriori approfondimenti, che si propone di mettere in luce il percorso dei singoli autori nel contesto storico del territorio, senza ripartizioni in gruppi e tendenze, ricerche iconiche e astratte.

Come scriveva nel 2013 Alberto Agazzani, il fine è quello di «rileggere, documentare e valorizzare un ricco ed appassionante (mezzo) secolo di pitture e pittori», in molti casi purtroppo destinati «a quella fatale damnatio memoriae che solo l’appassionata, e materialmente disinteressata, caparbia volontà dei posteri può evitare».



La collettiva sarà visitabile fino al 26 gennaio 2019, da martedì a giovedì con orario 9.00-12.30, venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 9.00-12.30 e 16.00-19.30, domenica su appuntamento, chiuso lunedì e festivi, aperto 24 novembre. 

Ingresso libero. 

Per informazioni: tel. 0522 333351, cell. 338 1305698, www.galleriarezarte.it, info@galleriarezarte.it.



Reggio Emilia. Un Novecento ritrovato – Inediti in mostra 
Giuliano Borghi, Vittorio Cavicchioni, Ottorino Davoli, Rina Ferri, Gino Forti, Gino Gandini, Walter Iotti, Nello Leonardi, Alberto Manfredi, Bruno Olivi, Vivaldo Poli, Norberto Riccò,  Gianni Ruspaggiari

Inaugurazione: sabato 17 novembre 2018, ore 17.00
Date: 17 novembre 2018 – 26 gennaio 2019
Orari: da martedì a giovedì ore 9.00-12.30, venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 9.00-12.30 e 16.00-19.30, domenica su appuntamento, chiuso lunedì e festivi, aperto 24 novembre.




PER INFORMAZIONI: 
RezArte Contemporanea 
Via Emilia Ospizio, 34/D
42122 Reggio Emilia
Tel. 0522 333351 / Cell. 338 1305698
www.galleriarezarte.it
info@galleriarezarte.it

UFFICIO STAMPA:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano, 54
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 1715142
www.csart.it
info@csart.it 


martedì 6 novembre 2018

Creature - Esperimenti d’Arte in Laboratori Urbani

Torna a Roma “Creature - Esperimenti d’Arte in Laboratori Urbani”, il festival della creatività urbana, parte del programma di Contemporaneamente Roma 2018 promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e in collaborazione con Siae. 

Confermato per la seconda edizione, dal 10 novembre al 9 dicembre 2018, Creature metterà in piedi quest’anno un’operazione di “hackeraggio urbano” per rigenerare la città attraverso l’arte contemporanea. 

Città è un termine che non si declina: al plurale o al singolare, resta invariato. Un corpo allo stesso tempo unico e frammentato, che l’arte, attraverso un’operazione di sintesi, può restituire in tutta la sua complessità: il Plurale di città è la città stessa. 

Partendo da questa premessa, verrà realizzata una grande mostra fotografica diffusa e all’aperto sul territorio del terzo Municipio, “Plurale di città”, utilizzando il sistema regolamentare delle affissioni comunali: dal 19 novembre al 9 dicembre saranno “esposti” i lavori di tre fotografi, Alessandro Imbriaco, Simone Galli e Maria Feck (Germania). La realizzazione degli scatti sarà preceduta da un lavoro di ricerca e analisi del territorio condotto da Open City Roma e da un laboratorio durante il quale ai fotografi sarà chiesto di confrontarsi rispetto al proprio processo creativo e ai temi della mostra. Il progetto grafico dei manifesti sarà curato invece da Etaoin Shrdlu, studio romano premiato nel 2018 da TDC, organizzazione internazionale leader nel supporto alle eccellenze nella tipografia. 

Creature vuole infatti innescare uno scambio tra cittadinanza e produzione creativa. E per farlo metterà in campo anche tanti eventi collaterali tra sperimentazioni culturali, laboratori, interventi artistici, mostre ed esplorazioni urbane, come i quattro tour-eventi a cui tutta la città è invitata a partecipare per scoprire il territorio del terzo Municipio trasformato per l’appunto in “museo all’aperto”, sia in quanto luogo della mostra fotografica, sia in quanto portatore di valori architettonici e artistici in sé, oltre che spunto di riflessione per ragionare sui temi indagati proprio dagli scatti fotografici. 

E proprio per mettere al centro il rapporto tra la sfera più intima e domestica della cittadinanza, linfa vitale ed essenza stessa della Città, intesa come civitas, quindi sia come come insediamento urbano fisico che come insieme dei singoli cittadini, che il Festival Creature aprirà il 10 novembre con un evento collaterale, ovvero la mostra “Domestic Boundaries”, presso la sede di Roma Smistamento.  

“Domestic Boundaries” indaga il cambiamento della struttura organizzativa urbana analizzandolo da un punto di vista inedito, ovvero la rivoluzione urbana che fonde lo spazio domestico con quello di città. Nell’era contemporanea i cambiamenti nella struttura familiare, nell’organizzazione del lavoro, nelle tecnologie, nelle comunità e nella comunicazione si stanno riflettendo sullo spazio domestico.  

 In questo modo, l’analisi di Creature parte dallo spazio intimo per giungere a compimento nello spazio pubblico, attraverso un percorso inverso, dal dentro al fuori, per capire i cambiamenti che stiamo vivendo partendo dalla casa per arrivare alla città nel suo complesso. 

A compimento di questo percorso ideale e fisico attraverso gli spazi, prima privati, poi pubblici nella mostra diffusa, l’evento finale di Creature, “Plurale di città”, sarà presso il Goethe-Institut Rom che ospiterà in un unico luogo tutti gli scatti fotografici prodotti per Creature 2018 con un allestimento disegnato ad hoc dallo studio "Piano b architetti associati", per essere esso stesso un prodotto creativo in grado di agevolare la lettura dell’intero progetto. L’evento concluderà il festival con un dibattito sulla città plurale e sull’arte come strumento di rigenerazione urbana e con l’assegnazione del Premio Creature 2018. 

In continuità con Creature 2017, infatti, viene replicato il bando per l’assegnazione di un Premio dedicato alle realtà romane che lavorano nel campo della creatività e che grazie alla loro attività hanno rigenerato, anche temporaneamente, gli spazi della città. Il premio consisterà in un contributo di 1000€ per realizzare all’interno del proprio spazio un’opera d’arte o di design. (scadenza ore 12 del 3 dicembre 2018; regolamento su www.creaturefestival.it) 

Inoltre, tutti i soggetti che risponderanno alla call saranno inseriti nella Mappa della Creatività e promossi attraverso i canali social di Open City Roma. 



Il Festival Creature è organizzato da Open City Roma in collaborazione con Goethe-Institut Rom e TWM Factory. Tutti gli eventi sono ad accesso gratuito.

venerdì 2 novembre 2018

Le Delicate Somiglianze di Ilaria Gasparroni e Giulia Zappa

Il Circolo degli Artisti di Albissola Marina, in collaborazione con l’Associazione Culturale Arteam, presenta la doppia personale di due giovani artiste Under 30 Ilaria Gasparroni e Giulia Zappa – dal titolo Delicate Somiglianze – che inaugura sabato 10 novembre 2018, alle ore 17.00. La mostra, a cura di Matteo Galbiati, è frutto del Premio Speciale assegnato dal Circolo degli Artisti in occasione di Arteam Cup 2017.

Ricorre un filo sottile tra le ricerche di Ilaria Gasparroni e Giulia Zappa, due artiste che, in fatto di somiglianza e analogie, arrivano a sfiorarsi reciprocamente. Gasparroni, piegando un materiale difficile come il marmo, riesce a sottrargli il peso materiale e a mostrarci, con un delicatissimo lavoro scultoreo, frammenti di corpi e oggetti quotidiani resi con una maestria e tecnica tali da renderli non solo somiglianti, ma quasi vivi. Giulia Zappa, che per contro utilizza la fotografia termica e la copia in cera, imita anch’essa il soggetto reale, ma non lo fissa in permanenza, mai in modo totale, affinché l’opera finale subisca modifiche nel tempo e ponga la somiglianza col vero un fattore transitorio e aleatorio.

Anche l’eccesso di perfezionismo nella somiglianza le avvicina: la scultura di Gasparroni è esempio di figura-copia dell’originale di partenza, Zappa, con la cera, impiega un materiale che le permette di creare un’impronta-stampo minuziosa nella forma fin nei minimi, impercettibili, dettagli e difetti; in lei poi l’aggiunta di elementi naturali (fiori appassiti o fissati nella cera, legno per il basamento, finemente scelti per integrarsi compiutamente nell’opera) e le stampe su carta termica, che scandiscono il passare del tempo, si propongono quale ulteriore elemento di verità.

Delicate Somiglianze è una mostra di ritratti: collettivi, come nell'opera Giardino di Zappa in cui ogni copia delle borchie tombali ci ricorda un nostro caro scomparso e sottolinea la nostra condizione mortale, oppure individuali e personali, come ne Il Tempo, grande scultore di Gasparroni. Accanto abbiamo ritratti più spirituali: dal mistero religioso espresso da un busto di donna alla dolcezza degli incontri umani sottolineata da altre opere come La Dolcezza e, nello stesso spazio, di Se Mi Cerchi, due semicerchi fatti di legno, fiori e cera che quasi si uniscono a formare un cerchio completo in cui generare la loro perfezione.

Nell’installazione fotografica su carta termica Una volta mi innamorai di te perché il cielo da grigio divenne blu di Zappa e la scultura L’Altro di Gasparroni, le artiste pongono l’accento su alcuni aspetti delle relazioni umane: l’amore è forte e fragile al contempo (come il marmo di Gasparroni) oppure è leggero e infinito, come le quattro fotografie dedicate al cielo che scendono dal soffitto come dei festoni (di Zappa), ma pure fugace e repentino, arriva e sfugge in ogni istante di vita al pari di una stampa termica. Vengono ritratte le persone, le loro relazioni e anche i gesti e gli oggetti quotidiani: il Tovagliolo di Gasparroni, che fluttua congelato nel suo istante eterno, oppure la linea frastagliata di Una Lina Blu, calco ripetuto in cera di uno stampo per dolci, colorato col pigmento blu di prussia, colore tipico delle penne a sfera Bic. 

La mostra è stata pensata non per dare luogo a un processo storico e narrativo, bensì psicologico che, facendo leva sulla concezione del materiale e della memoria, lascia presupporre una peculiare concezione dell’impronta, mai pensata nei termini di passato, ma di pensiero. C’è la volontà di mettere a contatto forme lontane, nel tempo e nella mente; di voler far incontrare un tempo con un altro e creare cortocircuiti per andare alla ricerca di un’altra idea di tempo.

Così le diverse materie si muovono in questa temporalità fatta di fluidità e momenti rallentati, dove il tempo narra le loro storie e le rende visibili allo sguardo dell’osservatore con una nuova delicatezza ed armonia, perché quello che le due artiste cercano di lasciarci, alla fine del percorso della mostra, sono delle tracce, delle esperienze di relazione che non avremmo altrimenti mai pensato di provare. 

La mostra – premio speciale del Circolo degli Artisti di Albissola Marina – è visitabile da martedì a domenica con orario 16.00 - 19.00 (chiuso il lunedì) con ingresso libero. Catalogo Vanillaedizioni con un testo di Matteo Galbiati e un ricco apparato iconografico.


Il Circolo degli Artisti, attivo da più di 60 anni, è un importante centro di aggregazione culturale e creativa della cittadina ligure, che propone ogni anno personali, collettive e progetti speciali. Situato nel cuore di Albissola Marina – nell’incantevole Pozzo Garitta, borgo antico della cittadina – si colloca in un’antica fornace del XIX secolo in un fabbricato della fine del 1500. Dalla prima collettiva nel lontano 1957 – che coinvolse personalmente Lucio Fontana, Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Mauro Reggiani e Antonio Siri, al logo del Circolo, omaggio di Antonio Sabatelli – è stato un susseguirsi di esposizioni di artisti italiani e stranieri, giovani o già affermati fra i quali Asger Jorn, Ansgar Elde, Camilli, Emilio Scanavino, Giannici, Parini, Cherchi, Dangelo, Josè Ortega. 

Ilaria Gasparroni è nata a Sant’Omero (TE) nel 1989. Inizia la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino (PU) in Tecniche del marmo e delle pietre dure durante gli anni accademici 2009-2014, laureandosi col massimo dei voti.
Vive e lavora ad Alba Adriatica (TE) dove ha un laboratorio/studio di scultura e attualmente collabora con diversi privati e con un’azienda di lavorazione dei marmi e delle pietre nelle marche presso Ascoli Piceno (AP).
Il suo lavoro si articola attraverso un’ampia gamma di linguaggi che hanno come ispirazione la letteratura, la filosofia, la natura e la geometria. L’uomo e il suo quotidiano sono motivi di particolare attenzione dai quali l’artista trae spunto per affrontare le diverse tematiche che toccano la storia presente come quella passata, mettendo così in relazione individui, luoghi e narrazioni.
www.ilariagasparroni.com

Giulia Zappa è nata a Brescia nel 1988. Si diploma nel 2012 in Pittura e nel 2014 si specializza in Arti Visive Contemporanee, presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia. Tra il settembre 2012 e il febbraio 2013 ha partecipato a un progetto Erasmus presso Ecole Supérieure d’Art de Clermont Métropole, Clermont-Ferrand, Francia; dal 2010 al 2012 ha fatto parte di una galleria gestita da un gruppo di artisti, Spazio Qasba, situato a Brescia. Mentre nel 2015 vince la menzione speciale dei curatori durante il Premio San Fedele, presso la Galleria San fedele a Milano, nel 2017 durante il Premio Arteam Cup 2017 vince il Premio Speciale Circolo degli Artisti.
La sua ricerca artistica tocca diversi temi, come la relazione che lega la personale esperienza e memoria e la collettività che diventa storia, la diversa durata temporale di un oggetto, soggetto o situazione, ma soprattutto lo studio dell’Immagine e dei suoi possibili significati. Attraverso l’accumulazione e il recupero usa principalmente materiali fragili e delicati, che deperiscono facilmente, come la cera e la carta termica. 
zappagiulia.tumblr.com


Ilaria Gasparroni | Giulia Zappa. Delicate Somiglianze
a cura di Matteo Galbiati

Premio assegnato nell’ambito di Arteam Cup 2017
www.arteam.eu

10 – 25 novembre 2018
Inaugurazione: sabato 10 novembre, ore 17.00

Circolo degli Artisti
Pozzo Garitta 32, 17012 Albissola Marina (SV)

Orari di apertura: martedì/domenica 16.00-19.00. Chiuso il lunedì.

Catalogo Vanillaedizioni

Per informazioni: 
circ.artistialbisola@libero.it | info@circoloartistialbisola.it | www.circoloartistialbisola.it
info@arteam.eu | www.arteam.eu