venerdì 13 giugno 2025

Matter Waves Unseen

Giuliana Cunéaz, esponente di punta della new media art che sabato 7 giugno ha vinto il Primo Premio del Pubblico dell'Opline Prize International, prestigioso riconoscimento dedicato all'arte digitale, è ora protagonista di un progetto espositivo di particolare significato.  Domenica 15 giugno alle ore 15.30 s'inaugura al MANLo il MuseoArcheologico Nazionale della Lomellina di Vigevano (che ha sede all'interno dello straordinario Castello Sforzesco). Wunderkammer Digitale, un progetto espositivo proposto sino al 15 dicembre che pone al centro la sua installazione Matter Waves Unseen


L'opera è entrata recentemente a far parte della collezione permanente del Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano che ha promosso numerose attività di valorizzazione in collaborazione con altri soggetti e luoghi della cultura, nell’ottica di stimolare l’interesse del pubblico nei confronti dell’arte digitale attraverso un’offerta culturale integrata ed innovativa. Dopo aver collaborato con Refik Anadol e i Masbedo, l'attuale progetto con Giuliana Cunéaz è dedicato al rapporto fra arte digitale e patrimonio storico e trova la sua collocazione in una delle più prestigiose istituzioni della Lombardia.

Matter Waves Unseen può essere letta come una vera e propria ‘camera delle meraviglie’ interpretata in chiave contemporanea. L’artista riprende la tradizione delle “wunderkammer”, raccolte di antichità e oggetti singolari, inserendo in uno stipo da collezionista piccole sculture di argilla dipinte (circa 30) in madreperla. Tra i cassetti è posizionato uno schermo al plasma nel quale scorrono le immagini realizzate con la tecnica dell’animazione 3D che mostrano onde di terra che, nel loro flusso, portano alla luce oggetti dalle forme differenti che poi vengono nuovamente inghiottiti in un processo magnetico di apparizione e sparizione. Questi elementi provenienti dal nanomondo sembrano depositarsi come forme germinali all’interno dei cassetti in una progressiva interazione che permette di scrutare l'aspetto profondo e misterioso della materia.

Interessata alle forme organiche dell’estremamente piccolo rilevate da strumenti scientifici come il microscopio elettronico, Giuliana Cunéaz ricostruisce un mondo che appartiene alla sfera dell’invisibile e ce lo mostra riflesso in una dimensione dove la componente fisica e quella virtuale sono tra loro connesse. Un'ambiguità dimostrata dalla presenza nei cassetti di un nido vuoto di vespa vasaia, ritrovato fortuitamente dall'artista che l'ha dipinto e collocato all’interno dell’opera.

Una relazione altrettanto fruttuosa si crea tra Matter Waves Unseen e i preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, in particolare quelli appartenenti alla Collezione Strada, composta da oggetti in vetro,metallo e ceramica, prevalentemente di epoca romana e provenienti dal territorio.

Come scrive Pietro Mezzabotta nella scheda che accompagna l'opera di Giuliana Cunéaz: “La necessità di creare sinergie tra diversi elementi ha spinto l’artista a elaborare un linguaggio complesso, aggiungendo alla manualità la logica dell’algoritmo per creare una continuità tra il piano dell’indagine fisica e quello virtuale. La costruzione digitale delle forme, mostrata nel video, ha costituito il punto di partenza per il processo che ha portato all’elaborazione manuale delle sculture custodite nei 14 cassetti dello stipo. In questo modo, l’artista riafferma il ruolo del disegno come strumento astratto e inventivo, capace — attraverso reticolati digitali — di esprimere il suo valore originario nella rappresentazione della realtà e del mondo, anche quando immaginario.

Il progetto Wunderkammer Digitale di Giuliana Cunéaz presso il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina nasce dall’accordo di valorizzazione fra la Direzione Regionale Musei Nazionali della Lombardia e il Museo nazionale dell’Arte digitale, che porterà ad arricchire l’offerta dei musei e dei luoghi della cultura lombardi con opere innovative e coinvolgenti, in dialogo con il patrimonio culturale.


Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli | mob +39 333 4580190 – email: mariachiara@salvanelli.it  

mercoledì 4 giugno 2025

La Casa del Silenzio Imperfetto

La Casa del Silenzio Imperfetto - in esposizione fino al 31 agosto, nello storico e nobile Palazzo Pinto di Salerno, sede della Pinacoteca provinciale - intende sviluppare, attraverso una serie di frammenti espositivi, un percorso sull’arte dell’abitare, mettendo al centro di un mandala virtuale, fatto di oggetti, di opere e di architetture, la figura del collezionista, figura che nella società contemporanea ha affiancato, a volte superandole, le due personalità del curatore museale e dell’artista, a testimonianza di una passione che spesso sconfina in un voluttuoso desiderio di infinito. La mostra deve quindi la sua definizione all’affanno collezionistico della costruzione di un mondo che non trova mai fine, e che, al pari dell’opera di un autore, vive di un universo sempre incompleto.

Maurizio Barberis, L'irresistibile deriva dell'entropica figura, realizzato da Cianciullo Marmi  © Salerno Design Week

La mostra vuole affrontare queste tematiche partendo dall’assunto che l’imperfezione è la trama fondante di un discorso sull’arte di abitare, un dialogo costruito attraverso un itinerario di lettura che simula l’inquietudine del collezionista, grazie all’accumulo di frammenti testuali e visivi. Pittura, fotografia e scultura divengono così indispensabile complemento di un design piacevolmente complice di una scrittura peripatetica, priva di un centro definito, che riassume in sé le possibili ansie di un ‘infinito collezionistico’. Un pericoloso percorso di avvicinamento all’idea dell’habitat come forma d’arte assoluta, che vive indipendentemente dalla volontà del suo autore, grazie allo sguardo dell’altro, sguardo necessario ma spesso non condiviso.

La Casa del Silenzio Imperfetto viene intesa quindi come una particolare declinazione del modo di concepire gli interni domestici, vissuti nel loro insieme come un’opera d’arte totale. Si tratta di un’esposizione composta da una serie di luoghi disposti lungo un percorso che si dipana, virtualmente, nell’arco di una giornata.  Una serie di manifestazioni dell’anima della casa, ciascuna associata ad un’ora, ad una funzione, ad una materia, allo spirito di una dimora, quali: La Maison que j’habite, Sei Stanze per una Casa dal Silenzio Imperfetto, Dal Giardino delle Delizie di Hieronimus Bosh, Sette Pezzi Facili.

Gli autori in mostra sono:

Mark Anderson, Maurizio Barberis, Armando Bruno e Alberto Torres, Dorian X, Alfonso Femia, Cristina Fiorenza, Duccio Grassi, Francesca Grassi, Gianfranco Marabese, Ugo Marano, Daniele Menichini e Nicolas Turchi, Giulio Rigoni, Aldo Parisotto, Maurizio Peregalli, Steve Piccolo, Claudia Regge, Federico Spagnulo, Davide Valoppi, Alberto Vannetti, Carmelo Zappulla.


Le opere in mostra sono state realizzate grazie al contributo delle Aziende del Gruppo Design di Confindustria Salerno e - in particolare - alle aziende: AR.CE.A, Cianciullo Marmi, Fornace De Martino, Hebanon fratelli Basile 1830, Lamberti Design, MT Plex, Rinaldi Group, Saggese, Tekla e di Antonangeli, Julia Marmi, Q Lighting, Grassi Pietre, Zeus,

Imprese che rappresentano l’eccellenza nella lavorazione e nella finitura di materiali come legno, metallo, pietra, ceramica, marmo e in ambito illuminotecnico e che lavorano con un approccio sostenibile di valorizzazione dell’ambiente in cui operano.

La mostra è inserita nel palinsesto della Salerno Design Week 2025 il cui programma è curato da Giovanna Basile, Presidente del Gruppo Design/Tessile/Sistema casa, e Stefania Rinaldi, Vice Presidente con delega al Made in Italy, di Confindustria Salerno, con il supporto scientifico della Prof.ssa Vittoria Marino.


La casa del silenzio imperfetto

a cura di

Maurizio Barberis e Patrizia Catalano


Fino al 31 agosto 2025

Salerno

Pinacoteca Provinciale Palazzo Pinto


Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

cell + 39 3334580190 - mariachiara@salvanelli.it

mercoledì 21 maggio 2025

Artisti 5 + 1

La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, il prossimo Sabato 24 maggio alle ore 17.30, inaugura la mostra collettiva “ARTISTI 5+1”. Alle pareti sarà possibile ammirare i dipinti di Gianfranco "James" Azzoni Cerutti, Luisella Cottino, Regina Foresta, Andrea Giovanni Pimazzoni "Arte PAG", Stefano Rizzieri e al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Laura Colombo. Curata da Arianna Sartori, l’esposizione, che presenta una selezione di opere di ciascun Artista invitato, resterà aperta al pubblico fino al 5 giugno 2025 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso Domenica e festivi. 



Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu


domenica 11 maggio 2025

Renato Paresce e Les italiens de Paris

Continua il viaggio attraverso la regione Marche della mostra Renato Paresce e Les italiens de Paris curata da Stefano De Rosa. Dopo una prima tappa dal 2 marzo al 4 maggio alla Casa Museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado (FM), dal 16 maggio al 14 settembre 2025 arriva a Palazzo Bisaccioni a Jesi (AN), sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi che organizza l’esposizione insieme al Centro Studi Osvaldo Licini e il Comune di Monte Vidon Corrado.

Renato Paresce, Paesaggio (veduta di Parigi), 1918

Il territorio marchigiano è il fil rouge che ha guidato la realizzazione di questa mostra, che ha visto lavorare in sinergia due istituzioni della Regione Marche molto attive sul piano culturale: il Centro Studi Osvaldo Licini che rappresenta la connessione tra il maestro Licini e Renato Paresce - che frequentarono entrambi il vivace ambiente artistico e culturale parigino nei primi decenni del ’900, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi che prosegue nella sua opera di valorizzazione e collaborazione con importanti collezioni pubbliche e private italiane, come in questo caso la raccolta privata marchigiana da cui sono state scelte con rigore, passione e competenza un nucleo di opere di Paresce insieme ad una sezione dedicata agli altri Italiens de Paris.

L’idea della mostra Renato Paresce e Les italiens de Paris prende spunto proprio dalla collettiva Les artistes italiens de Paris allestita nel 1928 al Salon de l’Escalier di Parigi, dove figuravano opere degli stessi Licini e Paresce, e poi di Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Mario Tozzi, Filippo de Pisis, Gino Severini, Massimo Campigli e altri. Da allora il gruppo – escluso Licini che non ne fece parte - fu presentato in diverse esposizioni, fino all’ultima, nel 1933, alla Galérie Charpentier di Parigi.

Il percorso espositivo vuole ricostruire la complessa parabola artistica di Paresce dal 1913 al 1931, nel contesto d’avanguardia francese, iniziata con l’adesione al post-impressionismo, maturata fino agli albori di una sintesi personale e tradotta poi in uno stile identitario.

La vita e la vicenda artistica di Renato Paresce (Carouge, 1886 – Parigi 1937) - che si firmava Renato come giornalista de La Stampa e René sulle opere pittoriche - sono emblematiche delle contraddizioni, delle inquietudini, dello sperimentalismo e dell’utopia di un periodo storico straordinario. Svizzero di nascita, figlio di un palermitano militante socialista e di madre russa, ha avuto una educazione ricca di suggestioni culturali, di viaggi in Europa e a Mosca, formandosi nella Firenze cosmopolita. L’identità intellettuale di Paresce è poliedrica: laureato in fisica, è stato giornalista, pittore autodidatta e attento al fermento artistico contemporaneo, critico d’arte. Nel 1912, dopo il matrimonio con Ella Klatchko, pianista ebrea russa, si trasferì a Parigi dove nacque la sua passione per la pittura, frequentando i celebri caffè parigini come il Dôme, La Rotonde e la Closerie des Lilas ed entrando così in contatto con Pablo Picasso, Sergej Djagilev, Max Jacob, Diego Rivera, Amedeo Modigliani e altri; poi dallo scoppio della Prima guerra mondiale al 1927 si stabilì a Londra e infine tornò nella capitale francese.

Dal 1926 la critica e le istituzioni culturali italiane iniziarono a coinvolgere gli artisti italiani esuli fra Parigi e Londra – e quindi anche Paresce - in un programma di promozione dell’arte nazionale. Margherita Sarfatti invitò il pittore alle mostre del gruppo del Novecento, mentre Maraini lo incaricò di allestire nel 1928 una sala della Biennale di Venezia dedicata all’Ecole de Paris (alla Biennale l’artista espose anche nel 1930, nel 1932 e 1934).

Il percorso di mostra inizia con Il barcone del 1913, che segna l’esordio parigino di Paresce, affascinato dalla pennellata impressionista, che si contamina con una costruttività della forma nel coevo dipinto Le Moulin de la Galette. Di matrice fauve sono i due paesaggi del 1917 mentre il curatore De Rosa sostiene che La veduta di Parigi del 1918 costituisce il punto più alto della sua produzione degli anni ‘10.

Paresce non ha coltivato molto il genere del ritratto, ma in mostra ne figurano ben due: uno evidentemente cézanniano del 1915 e Portrait Fauve del 1918.

Il secondo decennio del ‘900 è il periodo più presente tra le opere esposta, quello di definitivo allontanamento dall’esperienza fauve, del confronto con il cubismo, della nascita di una poetica propria. In questa sezione figurano sette nature morte e due paesaggi che testimoniano l’incontro dialettico fra la modernità caparbiamente inseguita e la tradizione.  La gouache del 1928 è l’annuncio di una nuova fase, la più conosciuta e celebrata dell’artista, quella delle Biennali veneziane e delle mostre con il gruppo degli Italiens de Paris.

Il terzo decennio si apre con Composizione con statua del 1930, incunabolo di quella produzione caratterizzata da atmosfere rarefatte, stranianti, rese su una superficie pittorica gessosa che ricorda l’affresco, in cui compaiono sculture antiche, manichini, interni vuoti solitari. Ha un’aura misteriosa, magica il paesaggio marino La Comètedel 1931 che chiude il percorso dedicato a Renato Paresce.

La mostra comprende anche un nucleo di opere degli Italiens de Paris tra le quali emergono per particolare bellezza un Ritratto di signora di De Chirico del 1921, un Ritratto di Marina Severini di Gino Severini, databile alla fine degli anni trenta e un Capriccio metafisico di De Pisis del 1918-20.



La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con il Centro Studi Osvaldo Licini e il Comune di Monte Vidon Corrado presentano la mostra


RENATO PARESCE E LES ITALIENS DE PARIS

a cura di Stefano De Rosa


16 maggio – 14 settembre 2025

Jesi (AN), Palazzo Bisaccioni


INAUGURAZIONE 16 MAGGIO ORE 18



Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli | Email mariachiara@salvanelli.it - Cell +39 3334580190

Maria Grazia Fantini | Email mariagrazia@salvanelli.it - Cell +39 3485444533

giovedì 17 aprile 2025

La casa del silenzio imperfetto


In occasione della Salerno Design Week 2025 - e in collaborazione con il Gruppo Design/Tessile/Sistema Casa di Confindustria Salerno - HoperAperta, piattaforma che coniuga Arte, Architettura e Design, giunta alla sua settima edizione, presenta la mostra

La casa del silenzio imperfetto in programma dal 21 maggio al 30 agosto. Sarà ospitata nel cuore di Salerno, nello storico e nobilePalazzo Pinto, sede della Pinacoteca provinciale.

La Casa del Silenzio Imperfetto intende sviluppare, attraverso una serie di frammenti espositivi, un percorso sull’arte dell’abitare, mettendo al centro di un mandala virtuale, fatto di oggetti, di opere e di architetture, la figura del collezionista, figura che nella società contemporanea ha affiancato, a volte superandole, le due personalità del curatore museale e dell’artista, a testimonianza di una passione che spesso sconfina in un voluttuoso desiderio di infinito. La mostra deve quindi la sua definizione all’affanno collezionistico della costruzione di un mondo che non trova mai fine, e che, al pari dell’opera di un autore, vive di un universo sempre incompleto.

La mostra vuole affrontare queste tematiche partendo dall’assunto che l’imperfezione è la trama fondante di un discorso sull’arte di abitare, un dialogo costruito attraverso un itinerario di lettura che simula l’inquietudine del collezionista, grazie all’accumulo di frammenti testuali e visivi. Pittura, fotografia e scultura divengono così indispensabile complemento di un design piacevolmente complice di una scrittura peripatetica, priva di un centro definito, che riassume in sé le possibili ansie di un ‘infinito collezionistico’. Un pericoloso percorso di avvicinamento all’idea dell’habitat come forma d’arte assoluta, che vive indipendentemente dalla volontà del suo autore, grazie allo sguardo dell’altro, sguardo necessario ma spesso non condiviso.

La Casa del Silenzio Imperfetto viene intesa quindi come una particolare declinazione del modo di concepire gli interni domestici, vissuti nel loro insieme come un’opera d’arte totale. Si tratta di un’esposizione composta da una serie di luoghi disposti lungo un percorso che si dipana, virtualmente, nell’arco di una giornata.  Una serie di manifestazioni dell’anima della casa, ciascuna associata ad un’ora, ad una funzione, ad una materia, allo spirito di una dimora, quali: La Maison que j’habite, Sei Stanze per una Casa dal Silenzio Imperfetto, Dal Giardino delle Delizie di Hieronimus Bosh, Sette Pezzi Facili.

Gli autori in mostra sono:

Mark Anderson, Maurizio Barberis, Armando Bruno e Alberto Torres, Dorian X, Alfonso Femia, Cristina Fiorenza, Duccio Grassi, Francesca Grassi, Gianfranco Marabese, Federica Marangoni, Ugo Marano, Daniele Menichini e Nicolas Turchi, Giulio Rigoni, Aldo Parisotto, Maurizio Peregalli, Steve Piccolo, Claudia Regge, Federico Spagnulo, Davide Valoppi, Alberto Vannetti, Carmelo Zappulla.

Le opere in mostra sono state realizzate grazie al contributo delle Aziende del Gruppo Design di Confindustria Salerno e - in particolare - alle aziende: AR.CE.A, Cianciullo Marmi, Fornace De Martino, Hebanon fratelli Basile 1830, Lamberti Design, MT Plex, Rinaldi Group, Saggese, Tekla e di Julia Marmi, Q Lighting, Grassi Pietre, Zeus.

Imprese che rappresentano l’eccellenza nella lavorazione e nella finitura di materiali come legno, metallo, pietra, ceramica, marmo e in ambito illuminotecnico e che lavorano con un approccio sostenibile di valorizzazione dell’ambiente in cui operano.

La mostra è inserita nel palinsesto della Salerno Design Week 2025 il cui programma è curato da Giovanna Basile, Presidente del Gruppo Design/Tessile/Sistema casa, e Stefania Rinaldi, Vice Presidente con delega al Made in Italy, di Confindustria Salerno, con il supporto scientifico della Prof.ssa Vittoria Marino.



In occasione della Salerno Design Week 2025 HoperAperta presenta la mostra


La casa del silenzio imperfetto

a cura di

Maurizio Barberis e Patrizia Catalano


21 maggio – 30 agosto 2025

Pinacoteca Provinciale Palazzo Pinto

Via Mercanti 63 - Salerno


In collaborazione con:

Confindustria Salerno

Assessorato alla Cultura, Provincia di Salerno

Comune di Salerno

Camera di Commercio di Salerno

Regione Campania



Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

cell + 39 3334580190 - mariachiara@salvanelli.it

martedì 25 marzo 2025

Transitum alla BUILDING GALLERY

Dal 3 aprile al 19 luglio 2025, BUILDING GALLERY presenta Transitum, mostra personale dell’artista Fabrizio Cotognini, a cura di Marina Dacci.

L’esposizione, primo progetto personale dell’artista negli spazi della galleria, è concepita come un excursus sulla sua ricerca artistica, articolata in diversi capitoli, che si intrecciano con fluidità nello spazio espositivo in una ragnatela di connessioni.

Ritratto di Fabrizio Cotognini, ph. Giorgio Perottino

In questo articolato percorso, in BUILDING GALLERY trova spazio una vasta selezione di oltre 90 opere realizzate appositamente per le mostra, tra cui microfusioni, sculture, installazioni e disegni, (alcuni dei quali realizzati su incisioni del XVIII secolo, di cui Cotognini è appassionato collezionista).

La mostra esplora e attinge a piene mani a iconografie del passato ispirate dall'epica, dalla mitologia, dall'alchimia.

In questa macro-narrazione prendono corpo concetti di trasformazione, memoria, identità e conoscenza in cui la forza delle imagines agentes attualizzano il nostro rapporto con l'antico per interrogare il nostro presente. Imagines agentes, dunque, i cui elementi figurativi agiscono come condensazioni temporali in grado di attivare la nostra memoria.

Come osserva la curatrice Marina Dacci: “Il titolo della mostra diviene metafora della postura dello stesso artista orientato a una ricerca continua. Transitum racconta un potenziale infinito sia della materia sia della natura umana: la natura in rapporto all’uomo si affaccia prepotentemente in tutta la mostra, letteralmente a volo d’uccello.

Proprio uno stormo di uccellini, realizzati in microfusioni di bronzo e dal titolo Hybridatio Mundi (2024-2025), si posa negli spazi della galleria, come simbolo di unione tra il cielo e la terra, tra mondo divino e umano. Disseminati sui balconi e sui terrazzi esterni, così come nel percorso di mostra dei tre piani interni, gli uccellini incarnano per eccellenza il simbolo della rinascita e della trasformazione.

È proprio la trasformazione alla base di tutto il progetto espositivo modulandosi su molteplici piani: trasformazione intesa come dimensione evolutiva del sé, ma anche come processo alchemico di mutamento della materia, soprattutto i metalli. Infine, e ad un livello ancora più profondo, trasformazione come metafora del viaggio dell’uomo verso l’autorealizzazione.

All’interno di questa cornice concettuale, il piano terra di BUILDING GALLERY propone il tema della conversazione tra natura e cultura, ponendo in dialogo la microfusione Alveare (2025) con La Casa dell’Arte (2025), un plastico in 3D che riproduce gli spazi della galleria: “una galleria-opificio che accoglie storie e coagula immaginazione così come l’alveare, posto frontalmente a questa che, diviene attivatore e moltiplicatore di energia per produrre nutrimento” (Marina Dacci).

Le due opere evocano così il virtuoso dialogo tra natura e cultura: in cui la natura diviene modello evolutivo in termini di edificazione e di funzionamento relazionale per i luoghi di cultura.

Il percorso espositivo prosegue con un capitolo denominato Distopie (2024), opere sviluppate su incisioni ad acquaforte del XVIII secolo, che si trasformano in vere e proprie aberrazioni del contemporaneo. Le tavole, infatti, accostano architetture classiche – paradigmi di antica bellezza e armonia – alla loro brandizzazione contemporanea, figlia della società dei consumi: "una realtà futuribile che prefigura una colonizzazione tecnologica e commerciale e l’imperante bombardamento di immagini, spesso violente e distruttive, a cui siamo sottoposti".

Il concetto di trasformazione, declinato ora nell’idea di "identità multipla" è alla base del ciclo di ritratti Who is Christian Rosenkreutz (2024). Come osserva la curatrice “la serie amplia il concetto fluido di trasformazione identitaria da quella indefinibile a quella incerta, da quella esoterica a quella plurale”. Questo tema viene espresso da diverse personalità immortalate nei ritratti, trovando un naturale sviluppo anche nelle opere dedicate all’Androgino e il Doppio (2024) e in Studi sull'Alchimia (2024); tra queste ultime, è presentato Alchimia Mundi (2025), tratto da un salterio inglese del 1400, un libro d'artista di oltre cinque metri, che occupa una nicchia della sala, srotolandosi come una cascata e che accoglie un ricco immaginario sulla creazione del mondo.

Il percorso al piano terra si conclude con No Monster's Land (2018) in cui il concetto di trasformazione si sviluppa sia come ibridazione sia come relazione vita-morte, intesa non come fine, ma come possibile forma evolutiva.

Al primo piano della galleria, la mostra propone un "affondo" sul teatro – altra grande passione di Cotognini – inteso come “macchina di memoria e di veggenza, strumento di conoscenza e di trasformazione dell’uomo e del mondo che lo accoglie” (Marina Dacci).

Protagoniste sono alcune opere della messa in scena del Parsifal rappresentato a New York nel 1904, installate emulando la struttura teatrale semi-ciclica del teatro di delminiana memoria. Di fronte ad esse, sono presentate, in forma di quadreria, alcune incisioni antiche di strutture teatrali, su cui l’artista è intervenuto iscrivendo oggetti e corpi che connotano simbolicamente i passaggi cruciali del dramma wagneriano.

La manica lunga del primo piano ospita la serie I 12 Cavalieri della Tavola Rotonda (omaggio a Salvator Rosa) (2024), i cui protagonisti si ispirano ai Cavalieri del Sacro Graal creando un ancoraggio con l'opera wagneriana presentata nello spazio principale.

Il percorso espositivo termina al secondo piano della galleria, in cui la declinazione del concetto di trasformazione è qui proposto come connessione profonda tra memoria e immaginazione. Protagoniste sono due macchine ottiche che divengono loci della memoria, in cui vengono sollecitate ed esaltate le possibilità di visione dello spettatore. Due opere dedicate ad Athanasius Kircher: un’anamorfosi che presenta due immagini di Kircher in giovinezza ed età avanzata che si rincorrono e si ricompongono; e una fusione in bronzo della testa del filosofo da giovane, da cui diparte la proiezione a pavimento della costellazione del Cigno - un omaggio all'idea kirkeriana di rapporto tra macrocosmo e microcosmo - instaurando un dialogo con le due opere dalla serie Mappe Celesti (2025): The Song of the Stars – Galileo e The Song of the Stars - John Dee,  entrambe sviluppate su incisioni originali del XVII secolo.

Con Transitum, dunque, i tre piani di BUILDING GALLERY si trasformano in un laboratorio alchemico, in una fucina, in un teatro. Suggestioni che accolgono il visitatore e lo invitano a immergersi nella poetica di Cotognini attraverso un percorso espositivo che assume la valenza di un’"educazione alla trasformazione".

II progetto espositivo Transitum si estende - dal 3 aprile al 5 luglio 2025 - nella Galleria Moshe Tabibnia, in cui l’artista propone un dialogo fra i tessili della Collezione Moshe Tabibnia e la figura del cigno. Il cigno reale, una fusione in bronzo realizzata a grandezza naturale (L’Iperboreo, 2025), poggia le zampe su due teschi, trovando la sua collocazione nella Sala Brera al piano terra della galleria, insieme ad alcuni disegni preparatori.

Il cigno, immagine ricorrente nei lavori di Cotognini, è qui proposto come omaggio alla figura mitologica legata al culto di Apollo, emblema di purezza e rigenerazione.


L’artista

Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) vive e lavora a Civitanova Marche. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Macerata in Pittura e Scultura nel 2009. 

La sua ricerca è caratterizzata da un costante rimando all'antico rivisitato in chiave contemporanea. Tempo, memoria, mito sono elementi centrali nel suo lavoro che vengono esplorati attraverso la storia, la letteratura, l'architettura e il teatro.  Nelle sue opere questi linguaggi si incontrano e si fondono dando vita a complesse narrazioni in cui iconografia e scrittura si potenziano vicendevolmente. l suo medium d' elezione è il disegno che declina su tavola - spesso intervenendo su incisioni antiche di cui è collezionista appassionato -, in forma di libro d'artista e in diari di lavoro.  

Appassionato di alchimia, conduce un'instancabile e metodica ricerca e sperimentazione su materiali e processi di produzione sia per opere bidimensionali sia per la scultura dedicandosi, negli ultimi anni, alla microfusione. 

Vincitore o finalista di diversi premi artistici italiani, tra cui il premio Cairo, ha iniziato ventenne ad esporre in mostre collettive (2003) e dal 2011 in mostre personali nel territorio italiano.  

È stato invitato da istituzioni pubbliche e private per cui ha spesso realizzato progetti site-specific, tra i quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Parco dei Fori imperiali di Roma, Palazzo Buonaccorsi di Macerata, Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, American Accademy di Roma, Museo Archeologico di Salerno, Palazzo Ducale di Urbino, Palazzo Magnani di Reggio Emilia, Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Castel Sant’Elmo di Napoli, Fondazione Morra Greco di Napoli. 

Le sue opere sono state esposte anche all’estero (ICI di Berna; Oficina, Barcellona; Hero Gallery, Amsterdam; ICI di Caracas; Centro de Desarrollo de las Artes Visuales, La Havana; National Gallery, Georgia).  

Il suo lavoro inoltre è stato presentato in importanti manifestazioni tra cui Biennale di Thessaloniki, Manifesta 12 di Palermo, Biennale del disegno di Rimini, Biennale del mediterraneo e eventi collaterali della Biennale di Venezia nonché in fiere d'arte nazionali e internazionali. 


La curatrice 

Marina Dacci è laureata all''Università di Parma con studi in Lettere, Arte e Pedagogia. 

Responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Reggio Emilia e successivamente coordinatrice generale della prima edizione di Fotografia Europea e del progetto di arte pubblica Invito, lavorando direttamente con gli artisti, fra cui Sol LeWitt, Robert Morris, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci e Richard Serra. Dall'ottobre 2006 al dicembre 2017 è stata direttrice della Collezione Maramotti, collaborando con numerosi artisti nazionali e internazionali per specifiche commissioni e pubblicazioni. Dal 2008 al dicembre 2018 si è inoltre occupata del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, Londra, per il progetto di residenza semestrale in Italia e la relativa mostra alla Collezione Maramotti.  

Dal febbraio 2018 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani, per cui ha anche curato alcune mostre. Attualmente cura mostre in Italia e all'estero, è autrice di testi e saggi e cura pubblicazioni per artisti nazionali e internazionali. 


BUILDING è un progetto dedicato all’arte nelle sue più varie forme di espressione situato nel centro di Milano. Nata nel 2017 dalla visione di Moshe Tabibnia, BUILDING è incentrata su una ricerca artistica, storica e contemporanea, volta verso una nuova idea di galleria d’arte, in cui cultura e mercato avanzano paralleli.  

BUILDING si presenta come una costellazione composta da diversi spazi e progettualità, in cui giovani protagonisti della scena internazionale, artisti affermati e storicizzati, così come artigiani e designer si incontrano in un’ottica di scambio intergenerazionale e sconfinamento di discipline, mirando ad una costante sperimentazione e creazione di cultura. 

BUILDING, collocata in via Monte di Pietà 23, ospita nella sua architettura tre progetti espositivi che durante l’anno presentano tre programmazioni autonome: BUILDING GALLERY, è lo spazio espositivo, inaugurato nel 2017, che abita i primi tre piani dell’architettura che l’accoglie e ospita le mostre principali della programmazione annuale della galleria; BUILDING BOX è il progetto espositivo annuale, inaugurato nel 2018 e situato all’interno di due delle vetrine su strada di BUILDING, fruibile dall’esterno 24 ore su 24, 7 giorni su 7 che ospita a cadenza mensile opere legate tra loro da un fil rouge temporale; BUILDING TERZO PIANO, situato al terzo piano, è uno spazio che nasce nel 2023 dal desiderio di esplorare la creatività in tutte le sue sfaccettature e la cui identità si svilupperà nel tempo seguendo una programmazione indipendente. 


BUILDING GALLERY 

BUILDING GALLERY ha inaugurato nel 2017 come primo progetto espositivo di BUILDING, ospitando da quel momento mostre personali e collettive di artisti storicizzati, mid-career ed emergenti, sia italiani sia internazionali.  

Nata dalla visione del suo fondatore BUILDING GALLERY presenta, dal piano terra al secondo piano, esposizioni che si snodano su tre piani espositivi, proponendo vere e proprie narrazioni in dialogo con l’architettura della galleria. In diverse occasioni i progetti espositivi, spesso curati da curatori esterni, hanno valicato gli spazi di BUILDING, espandendosi sulla facciata esterna e interna della galleria, creando dialoghi spontanei con la città di Milano. 

BUILDING GALLERY rappresenta il primo spazio espositivo in cui la ricerca di BUILDING ha avuto modo di emergere nello scenario artistico milanese, proponendo non solo artisti affermati ma anche giovani protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale, in un’ottica di scambio intergenerazionale e costante arricchimento culturale. 


MOSTRE IN CORSO IN BUILDING

BUILDINGBOX 

Private Atlas, Chiara Dynys

a cura di Alessandro Castiglioni

15 gennaio 2025 - 6 gennaio 2026



Transitum - Fabrizio Cotognini

a cura di Marina Dacci

dal 3 aprile al 19 luglio 2025

Preview stampa: mercoledì 2 aprile alle 11:00

Opening: mercoledì 2 aprile dalle 17:00 alle 20:00

BUILDING GALLERY

via Monte di Pietà 23, 20121 Milano

building-gallery.com


Sede espositiva aggiuntiva  

dal 3 aprile al 5 luglio 2025

GALLERIA MOSHE TABIBNIA

via Brera 3, 20121 Milano 

martedì - sabato, 10 - 19  

www.moshetabibnia.com 

domenica 16 marzo 2025

Accademia Nazionale di Pittura Cinese. 55 artisti in mostra a Roma


Fino al 21 aprile 2025 il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma presenta la mostra 'Accademia Nazionale di Pittura Cinese. 55 artisti in mostra a Roma' promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con Accademia Nazionale di Pittura della Cina e CHINA-EU ART FONDAZIONE, realizzata con il supporto di Fondazione Nazionale Arte Cinese.

Ideata in occasione del 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese, la mostra ospita le opere recenti di artisti e artiste di generazioni diverse, tutti provenienti dall’Accademia Nazionale di Pittura della Cina.

L’Accademia, che ha sede a Pechino, è la principale istituzione della Repubblica Popolare Cinese per la ricerca e la creazione artistiche fondate sulla tradizione millenaria della pittura e della calligrafia cinesi. Riunisce artisti che studiano i capolavori del passato per apprendere tecniche consolidate e che arricchiscono questa eredità con il proprio stile e la propria personalità, ampliando costantemente temi, contenuti e linguaggi.

Le 55 opere esposte spaziano dalla pittura alla calligrafia, alla stampa. Dipinte con inchiostri, acquarelli o altri pigmenti, su carte diverse o su seta, sono spesso accompagnate da iscrizioni calligrafiche o sigilli tradizionali degli autori. I soggetti ricorrenti – montagne, paesaggi, bambù, il prugno, l’orchidea o il crisantemo – sono riflessi di un mondo interiore, metafore di un viaggio spirituale, che, nel loro insieme, offrono una prospettiva unica sulla Cina contemporanea. Alcune delle opere, inoltre, sono frutto dell’incontro tra le tecniche tradizionali cinesi e quelle occidentali e testimoniano l’interesse con il quale da sempre gli artisti cinesi guardano a Roma e alla sua storia. 

giovedì 6 marzo 2025

Wafa al-Hamad: Sites of Imagination

Mathaf: Arab Museum of Modern Art nell'ambito del programma espositivo del Qatar Museums per la primavera 2025 presenta Wafa al-Hamad: Sites of Imagination, la prima grande mostra in un’istituzione museale che ripercorre i 40 anni di carriera dell'artista, docente e designer qatarina Wafa al-Hamad (1964-2012). La mostra presenta 23 opere dalla Mathaf Permanent Collection, comprendendo una vasta gamma di media, tra cui acquerello, pittura a olio, lavorazione del legno e arte digitale, oltre a materiali d'archivio.

L'arte di Al-Hamad integra calligrafia, illusioni ottiche, astrazione e disegni tridimensionali, creando mondi onirici in cui i riferimenti ancestrali si intrecciano con le espressioni contemporanee. La mostra esplora le influenze globali dell'arte moderna e dell'astrazione che hanno ispirato la visione dell'artista. Indaga inoltre le tradizioni del Qatar e del Golfo che hanno segnato la pratica artistica di al-Hamad, mettendo in evidenza la sua filosofia estetica unica.

La mostra è curata dalla guest curator Lina Ramadan.

Wafa al-Hamad, Lailat Al Henaa (Henna Night), 1992. Olio su tela, 91.5 x 122 cm


Wafa al-Hamad: Sites of Imagination

19 Aprile – 9 Agosto 2025

Mathaf: Arab Museum of Modern Art



Contatti Ufficio Stampa Italia

ddl |arts|  Email: ddlarts@ddlstudio.net | T +39 02 8905.2365

Alessandra de Antonellis | Email: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | T +39 339 3637.388

Irene Longhin | Email: irene.longhin@ddlstudio.net | T +39 392 7816.778


Flaminia Severini | Email: flaminia.severini@ddlstudio.net | T +39 393 3343.937

martedì 25 febbraio 2025

Creativity is Female


In occasione della Giornata internazionale della donna, Milano Certosa District – al centro di un importante programma di rigenerazione urbana promosso da RealStep – presenta sabato 8 e domenica 9 marzo 2025, in collaborazione con TA-DAAN, la mostra - evento Creativity is Female per celebrare l’arte femminile attraverso l’artigianato contemporaneo.

L’esposizione tornerà aperta al pubblico dall’8 al 13 aprile durante la Milano Design Week 2025.

Ingresso libero e gratuito.

Per l’opening, sabato 8 marzo alle ore 12:00 si terrà una performance di show-crafting con l’artista Car Studio (Carla Andreja Ricchioni). Un’esperienza immersiva che vedrà l’artista realizzare dal vivo un’opera con la tecnica del tufting - metodologia per creare tappeti o arazzi inserendo riccioli di filato all’interno di un supporto in tessuto. L’opera finale sarà poi esposta come parte integrante della mostra.

È consigliata la prenotazione al seguente link: https://www.eventbrite.ie

La mostra collettiva Creativity is Female vuole celebrare il talento e l’empowerment femminile attraverso l’arte di talentuose artigiane della Community TA-DAAN che, attraverso tecniche e materiali differenti, offrono una riflessione sulla femminilità, sul ruolo delle donne nella società e sul loro corpo.

Saranno presentati i lavori di Alice Del Ferraro, Castones, Car Studio, Eri Maeda, Hue Table Stories, Ilary Bottini, Karla Sutra, Kerano, Marta Benet e Spaghetti Rugs.

Le opere, accomunate da un forte messaggio di inclusione e trasformazione, invitano il pubblico a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’essere donna oggi e sul ruolo dell’arte nel ridefinire gli stereotipi di genere.

Attraverso materiali e forme innovative ogni lavoro contribuisce a una narrazione collettiva che celebra la forza, la creatività e la diversità dell’espressione artistica femminile.


Milano Certosa District

Milano Certosa District, situato nella zona nord-ovest della città, è il distretto al centro di un importante progetto di riqualificazione promosso da RealStep, società di sviluppo immobiliare specializzata nella rigenerazione urbana sostenibile di siti ex industriali. A guidare il processo di trasformazione è una visione incentrata sulla persona e, in particolare, sulla qualità della vita di tutti coloro che abitano il distretto o lo frequentano per lavoro o per svago durante la giornata, attraverso il connubio fra sostenibilità, innovazione e benessere collettivo quale motore di rigenerazione delle aree urbane.

L’intervento di sviluppo del Milano Certosa District si propone di preservare la storia e il carattere dell’area promuovendo allo stesso tempo un quartiere vivace, dove suggestivi spazi ex industriali si affiancano a edifici all’avanguardia, tra aree verdi, spazi direzionali, nuovi servizi, esercizi commerciali e attività di ristorazione che prediligono insegne indipendenti e di ricerca, a cui si aggiunge un’ampia programmazione annuale di eventi ad animare il distretto.

TA-DAAN

Fondata nel 2020 da un team di sole donne under 35, TA-DAAN è la piattaforma di riferimento per l’artigianato contemporaneo in Europa. Attraverso il proprio magazine digitale, un content e-commerce e una community di oltre 200.000 appassionati, TA-DAAN racconta, promuove e supporta le nuove generazioni di artigiani. Più dell’80% degli artigiani presenti sulla piattaforma sono donne, testimoniando un cambiamento in atto nel settore: l’artigianato oggi è giovane, innovativo e sempre più femminile.


INFORMAZIONI


Creativity is Female

8-9 marzo 2025

8-13 aprile 2025

Spazio Forgiatura, Via Varesina 162, Milano


www.certosadistrict.com

IG: @milanocertosadistrict | #milanocertosadistric

 

Ufficio stampa

ddl |arts| | T +39 02 8905.2365 | E-mail: ddlarts@ddlstudio.net

Flaminia Severini | E-mail: flaminia.severini@ddlstudio.net | T +39 393 3343937 


Contatti TA-DAAN

press@ta-daan.com

Costanza Tomba | E-mail: costanza@ta-daan.com | T +39 3474139720

lunedì 3 febbraio 2025

Il Labirinto della Masone riapre dopo la consueta pausa invernale

Dopo la consueta pausa invernale riapre al pubblico il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci che, nel 2025, celebra i suoi primi 10 anni dall’apertura.

Da una promessa fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da sempre affascinato dal simbolo del labirinto, nel 2015 Franco Maria Ricci – editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo – insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, riuscì a realizzare a Fontanellato (PR) quello che per lungo tempo sembrò essere solo un sogno: un borgo reale e immaginario insieme.

Il Labirinto della Masone è infatti un labirinto fisico – composto da più di 300mila piante di bambù di 20 specie diverse –, ma anche un invito a perdersi nella cultura e nell’arte e a gioire del contatto con la natura e la bellezza. Una superficie di oltre otto ettari racchiude, oltre a una rigogliosa vegetazione, diverse costruzioni che ospitano collezioni d’arte e di libri, una Caffetteria, un Ristorante-Bistrò e uno spazio gastronomico parmigiano curati dallo chef Andrea Nizzi e dallo staff dei 12 Monaci, e due lussuose suites dove è possibile pernottare.



IL PROGETTO DI DIGITALIZZAZIONE

Quest’anno, proprio in occasione dell’importante anniversario dei 10 anni, il Labirinto della Masone è pronto ad offrire una nuova esperienza di visita più innovativa, creativa e accessibile, con particolare attenzione alle necessità delle persone anziane e di quelle con difficoltà motorie e visive, grazie alla realizzazione di un ambizioso progetto di digitalizzazione del proprio patrimonio.

L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR a sostegno dei settori culturali e creativi per favorire l'innovazione e la transizione digitale, è realizzata in collaborazione con i professionisti di Spazio Geco Società Cooperativa, un team multidisciplinare composto da architetti, ingegneri, informatici, storici dell'arte, archeologi, esperti di comunicazione e beni culturali, attivo da più di dieci anni in tutta Italia, dedito alla progettazione di allestimenti su misura, immersivi, interattivi, digitali ed artigianali 4.0.

Due sono i nuclei che caratterizzano questa nuova infrastruttura digitale, uno relativo all’arricchimento dell’esperienza in loco, con un’APP progettata su misura per integrare con contenuti inediti e narrazioni coinvolgenti la visita del labirinto di bambù e del museo, e uno legato all’implementazione del sito web, con speciali contenuti fruibili a distanza.

Per arricchire l’esperienza di visita nel labirinto di bambù e nelle sale della collezione d’arte sono stati installati diversi “totem” che, oltre a presentare una mappa tattile che permetta a tutti gli ospiti di orientarsi nei diversi spazi, recano ciascuno uno speciale codice QR da attivare con l’APP “Labirinto della Masone” (scaricabile dagli store Apple e Android, anche prima di arrivare in loco).

I visitatori potranno autonomamente sbloccare i contenuti con il proprio smartphone: l’APP, disponibile anche in lingua inglese, inviterà a scegliere fra tre diversi filoni narrativi – Un editore e il suo labirinto; Arte e bambù e Le sfide del Signor Curatore – che sotto forma di mini-podcast si snoderanno nel corso della visita nel parco e nel museo e offriranno, a seconda del contenuto selezionato, un punto di vista diverso sul mondo di Franco Maria Ricci. Gli storytelling si avvalgono di diversi media: video e testi scritti per i non udenti, file audio per non vedenti e ipovedenti. La piattaforma sarà inoltre dotata di un plug-in di accessibilità che consentirà di modificare font, dimensioni e contrasti di colori per agevolare la fruizione dei contenuti anche da parte di persone con disturbi visivi e dell’apprendimento.

Accanto alla nuova infrastruttura digitale a supporto della visita in loco, è stato realizzato un tour virtuale che permetterà a persone con ridotta mobilità, o impossibilitate a visitare fisicamente il luogo, di esplorare il labirinto e il museo tramite il sito web del complesso, fruendo di contenuti accessibili grazie a plug-in specifici, e di partecipare anche in live streaming ad alcuni eventi al Labirinto.


I PROSSIMI EVENTI AL LABIRINTO DELLA MASONE

Anche quest’anno, il Labirinto proporrà ai suoi visitatori un ricco programma culturale, che partirà il 28 febbraio con il primo dei cinque appuntamenti serali di ORA D’ARTE. Salotti contemporanei per spiriti curiosi, iniziativa ideata in collaborazione con Stefano Salis, per scoprire e riscoprire storie, personaggi e temi che sfuggono alle narrazioni più scontate e aprono sguardi inediti sulla cultura contemporanea.

E ancora, da non perdere dal 29 marzo al 13 luglio 2025 la nuova esposizione Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno, a cura della Fondazione Franco Maria Ricci insieme all’artista stesso, che per questa sede espositiva, cui è particolarmente legato, ha ideato un percorso originale e un allestimento site-specific. Era il 1981 quando Franco Maria Ricci, per primo, pubblicò il Codex Seraphinianus di un allora sconosciuto Luigi Serafini: questa mostra intende ora ripercorrere la carriera dell’artista, e lo fa rispettando l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex.

Infine, torna il 4,5 e 6 luglio 2025 LOST, festival immersivo che celebra le espressioni contemporanee di musica elettronica e arte attraverso un’accurata selezione di artisti italiani e internazionali. Il festival rappresenta un’esperienza unica fatta di suono, luce e natura dove performance e installazioni si fondono rendendo omaggio agli aspetti mistici, esoterici e sconosciuti del luogo unico che le accoglie, il Labirinto.


Labirinto della Masone

Strada Masone 121, 43012 Fontanellato (Parma)

Tel: 0521/827081 • E-mail:

press@francomariaricci.com

L’accesso al Ristorante e al Bistrot nella Corte d’Ingresso è libero e non richiede l’acquisto del biglietto d’ingresso al Labirinto della Masone.

Ufficio stampa

Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli

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