martedì 25 marzo 2025

Transitum alla BUILDING GALLERY

Dal 3 aprile al 19 luglio 2025, BUILDING GALLERY presenta Transitum, mostra personale dell’artista Fabrizio Cotognini, a cura di Marina Dacci.

L’esposizione, primo progetto personale dell’artista negli spazi della galleria, è concepita come un excursus sulla sua ricerca artistica, articolata in diversi capitoli, che si intrecciano con fluidità nello spazio espositivo in una ragnatela di connessioni.

Ritratto di Fabrizio Cotognini, ph. Giorgio Perottino

In questo articolato percorso, in BUILDING GALLERY trova spazio una vasta selezione di oltre 90 opere realizzate appositamente per le mostra, tra cui microfusioni, sculture, installazioni e disegni, (alcuni dei quali realizzati su incisioni del XVIII secolo, di cui Cotognini è appassionato collezionista).

La mostra esplora e attinge a piene mani a iconografie del passato ispirate dall'epica, dalla mitologia, dall'alchimia.

In questa macro-narrazione prendono corpo concetti di trasformazione, memoria, identità e conoscenza in cui la forza delle imagines agentes attualizzano il nostro rapporto con l'antico per interrogare il nostro presente. Imagines agentes, dunque, i cui elementi figurativi agiscono come condensazioni temporali in grado di attivare la nostra memoria.

Come osserva la curatrice Marina Dacci: “Il titolo della mostra diviene metafora della postura dello stesso artista orientato a una ricerca continua. Transitum racconta un potenziale infinito sia della materia sia della natura umana: la natura in rapporto all’uomo si affaccia prepotentemente in tutta la mostra, letteralmente a volo d’uccello.

Proprio uno stormo di uccellini, realizzati in microfusioni di bronzo e dal titolo Hybridatio Mundi (2024-2025), si posa negli spazi della galleria, come simbolo di unione tra il cielo e la terra, tra mondo divino e umano. Disseminati sui balconi e sui terrazzi esterni, così come nel percorso di mostra dei tre piani interni, gli uccellini incarnano per eccellenza il simbolo della rinascita e della trasformazione.

È proprio la trasformazione alla base di tutto il progetto espositivo modulandosi su molteplici piani: trasformazione intesa come dimensione evolutiva del sé, ma anche come processo alchemico di mutamento della materia, soprattutto i metalli. Infine, e ad un livello ancora più profondo, trasformazione come metafora del viaggio dell’uomo verso l’autorealizzazione.

All’interno di questa cornice concettuale, il piano terra di BUILDING GALLERY propone il tema della conversazione tra natura e cultura, ponendo in dialogo la microfusione Alveare (2025) con La Casa dell’Arte (2025), un plastico in 3D che riproduce gli spazi della galleria: “una galleria-opificio che accoglie storie e coagula immaginazione così come l’alveare, posto frontalmente a questa che, diviene attivatore e moltiplicatore di energia per produrre nutrimento” (Marina Dacci).

Le due opere evocano così il virtuoso dialogo tra natura e cultura: in cui la natura diviene modello evolutivo in termini di edificazione e di funzionamento relazionale per i luoghi di cultura.

Il percorso espositivo prosegue con un capitolo denominato Distopie (2024), opere sviluppate su incisioni ad acquaforte del XVIII secolo, che si trasformano in vere e proprie aberrazioni del contemporaneo. Le tavole, infatti, accostano architetture classiche – paradigmi di antica bellezza e armonia – alla loro brandizzazione contemporanea, figlia della società dei consumi: "una realtà futuribile che prefigura una colonizzazione tecnologica e commerciale e l’imperante bombardamento di immagini, spesso violente e distruttive, a cui siamo sottoposti".

Il concetto di trasformazione, declinato ora nell’idea di "identità multipla" è alla base del ciclo di ritratti Who is Christian Rosenkreutz (2024). Come osserva la curatrice “la serie amplia il concetto fluido di trasformazione identitaria da quella indefinibile a quella incerta, da quella esoterica a quella plurale”. Questo tema viene espresso da diverse personalità immortalate nei ritratti, trovando un naturale sviluppo anche nelle opere dedicate all’Androgino e il Doppio (2024) e in Studi sull'Alchimia (2024); tra queste ultime, è presentato Alchimia Mundi (2025), tratto da un salterio inglese del 1400, un libro d'artista di oltre cinque metri, che occupa una nicchia della sala, srotolandosi come una cascata e che accoglie un ricco immaginario sulla creazione del mondo.

Il percorso al piano terra si conclude con No Monster's Land (2018) in cui il concetto di trasformazione si sviluppa sia come ibridazione sia come relazione vita-morte, intesa non come fine, ma come possibile forma evolutiva.

Al primo piano della galleria, la mostra propone un "affondo" sul teatro – altra grande passione di Cotognini – inteso come “macchina di memoria e di veggenza, strumento di conoscenza e di trasformazione dell’uomo e del mondo che lo accoglie” (Marina Dacci).

Protagoniste sono alcune opere della messa in scena del Parsifal rappresentato a New York nel 1904, installate emulando la struttura teatrale semi-ciclica del teatro di delminiana memoria. Di fronte ad esse, sono presentate, in forma di quadreria, alcune incisioni antiche di strutture teatrali, su cui l’artista è intervenuto iscrivendo oggetti e corpi che connotano simbolicamente i passaggi cruciali del dramma wagneriano.

La manica lunga del primo piano ospita la serie I 12 Cavalieri della Tavola Rotonda (omaggio a Salvator Rosa) (2024), i cui protagonisti si ispirano ai Cavalieri del Sacro Graal creando un ancoraggio con l'opera wagneriana presentata nello spazio principale.

Il percorso espositivo termina al secondo piano della galleria, in cui la declinazione del concetto di trasformazione è qui proposto come connessione profonda tra memoria e immaginazione. Protagoniste sono due macchine ottiche che divengono loci della memoria, in cui vengono sollecitate ed esaltate le possibilità di visione dello spettatore. Due opere dedicate ad Athanasius Kircher: un’anamorfosi che presenta due immagini di Kircher in giovinezza ed età avanzata che si rincorrono e si ricompongono; e una fusione in bronzo della testa del filosofo da giovane, da cui diparte la proiezione a pavimento della costellazione del Cigno - un omaggio all'idea kirkeriana di rapporto tra macrocosmo e microcosmo - instaurando un dialogo con le due opere dalla serie Mappe Celesti (2025): The Song of the Stars – Galileo e The Song of the Stars - John Dee,  entrambe sviluppate su incisioni originali del XVII secolo.

Con Transitum, dunque, i tre piani di BUILDING GALLERY si trasformano in un laboratorio alchemico, in una fucina, in un teatro. Suggestioni che accolgono il visitatore e lo invitano a immergersi nella poetica di Cotognini attraverso un percorso espositivo che assume la valenza di un’"educazione alla trasformazione".

II progetto espositivo Transitum si estende - dal 3 aprile al 5 luglio 2025 - nella Galleria Moshe Tabibnia, in cui l’artista propone un dialogo fra i tessili della Collezione Moshe Tabibnia e la figura del cigno. Il cigno reale, una fusione in bronzo realizzata a grandezza naturale (L’Iperboreo, 2025), poggia le zampe su due teschi, trovando la sua collocazione nella Sala Brera al piano terra della galleria, insieme ad alcuni disegni preparatori.

Il cigno, immagine ricorrente nei lavori di Cotognini, è qui proposto come omaggio alla figura mitologica legata al culto di Apollo, emblema di purezza e rigenerazione.


L’artista

Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) vive e lavora a Civitanova Marche. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Macerata in Pittura e Scultura nel 2009. 

La sua ricerca è caratterizzata da un costante rimando all'antico rivisitato in chiave contemporanea. Tempo, memoria, mito sono elementi centrali nel suo lavoro che vengono esplorati attraverso la storia, la letteratura, l'architettura e il teatro.  Nelle sue opere questi linguaggi si incontrano e si fondono dando vita a complesse narrazioni in cui iconografia e scrittura si potenziano vicendevolmente. l suo medium d' elezione è il disegno che declina su tavola - spesso intervenendo su incisioni antiche di cui è collezionista appassionato -, in forma di libro d'artista e in diari di lavoro.  

Appassionato di alchimia, conduce un'instancabile e metodica ricerca e sperimentazione su materiali e processi di produzione sia per opere bidimensionali sia per la scultura dedicandosi, negli ultimi anni, alla microfusione. 

Vincitore o finalista di diversi premi artistici italiani, tra cui il premio Cairo, ha iniziato ventenne ad esporre in mostre collettive (2003) e dal 2011 in mostre personali nel territorio italiano.  

È stato invitato da istituzioni pubbliche e private per cui ha spesso realizzato progetti site-specific, tra i quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Parco dei Fori imperiali di Roma, Palazzo Buonaccorsi di Macerata, Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, American Accademy di Roma, Museo Archeologico di Salerno, Palazzo Ducale di Urbino, Palazzo Magnani di Reggio Emilia, Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Castel Sant’Elmo di Napoli, Fondazione Morra Greco di Napoli. 

Le sue opere sono state esposte anche all’estero (ICI di Berna; Oficina, Barcellona; Hero Gallery, Amsterdam; ICI di Caracas; Centro de Desarrollo de las Artes Visuales, La Havana; National Gallery, Georgia).  

Il suo lavoro inoltre è stato presentato in importanti manifestazioni tra cui Biennale di Thessaloniki, Manifesta 12 di Palermo, Biennale del disegno di Rimini, Biennale del mediterraneo e eventi collaterali della Biennale di Venezia nonché in fiere d'arte nazionali e internazionali. 


La curatrice 

Marina Dacci è laureata all''Università di Parma con studi in Lettere, Arte e Pedagogia. 

Responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Reggio Emilia e successivamente coordinatrice generale della prima edizione di Fotografia Europea e del progetto di arte pubblica Invito, lavorando direttamente con gli artisti, fra cui Sol LeWitt, Robert Morris, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci e Richard Serra. Dall'ottobre 2006 al dicembre 2017 è stata direttrice della Collezione Maramotti, collaborando con numerosi artisti nazionali e internazionali per specifiche commissioni e pubblicazioni. Dal 2008 al dicembre 2018 si è inoltre occupata del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, Londra, per il progetto di residenza semestrale in Italia e la relativa mostra alla Collezione Maramotti.  

Dal febbraio 2018 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani, per cui ha anche curato alcune mostre. Attualmente cura mostre in Italia e all'estero, è autrice di testi e saggi e cura pubblicazioni per artisti nazionali e internazionali. 


BUILDING è un progetto dedicato all’arte nelle sue più varie forme di espressione situato nel centro di Milano. Nata nel 2017 dalla visione di Moshe Tabibnia, BUILDING è incentrata su una ricerca artistica, storica e contemporanea, volta verso una nuova idea di galleria d’arte, in cui cultura e mercato avanzano paralleli.  

BUILDING si presenta come una costellazione composta da diversi spazi e progettualità, in cui giovani protagonisti della scena internazionale, artisti affermati e storicizzati, così come artigiani e designer si incontrano in un’ottica di scambio intergenerazionale e sconfinamento di discipline, mirando ad una costante sperimentazione e creazione di cultura. 

BUILDING, collocata in via Monte di Pietà 23, ospita nella sua architettura tre progetti espositivi che durante l’anno presentano tre programmazioni autonome: BUILDING GALLERY, è lo spazio espositivo, inaugurato nel 2017, che abita i primi tre piani dell’architettura che l’accoglie e ospita le mostre principali della programmazione annuale della galleria; BUILDING BOX è il progetto espositivo annuale, inaugurato nel 2018 e situato all’interno di due delle vetrine su strada di BUILDING, fruibile dall’esterno 24 ore su 24, 7 giorni su 7 che ospita a cadenza mensile opere legate tra loro da un fil rouge temporale; BUILDING TERZO PIANO, situato al terzo piano, è uno spazio che nasce nel 2023 dal desiderio di esplorare la creatività in tutte le sue sfaccettature e la cui identità si svilupperà nel tempo seguendo una programmazione indipendente. 


BUILDING GALLERY 

BUILDING GALLERY ha inaugurato nel 2017 come primo progetto espositivo di BUILDING, ospitando da quel momento mostre personali e collettive di artisti storicizzati, mid-career ed emergenti, sia italiani sia internazionali.  

Nata dalla visione del suo fondatore BUILDING GALLERY presenta, dal piano terra al secondo piano, esposizioni che si snodano su tre piani espositivi, proponendo vere e proprie narrazioni in dialogo con l’architettura della galleria. In diverse occasioni i progetti espositivi, spesso curati da curatori esterni, hanno valicato gli spazi di BUILDING, espandendosi sulla facciata esterna e interna della galleria, creando dialoghi spontanei con la città di Milano. 

BUILDING GALLERY rappresenta il primo spazio espositivo in cui la ricerca di BUILDING ha avuto modo di emergere nello scenario artistico milanese, proponendo non solo artisti affermati ma anche giovani protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale, in un’ottica di scambio intergenerazionale e costante arricchimento culturale. 


MOSTRE IN CORSO IN BUILDING

BUILDINGBOX 

Private Atlas, Chiara Dynys

a cura di Alessandro Castiglioni

15 gennaio 2025 - 6 gennaio 2026



Transitum - Fabrizio Cotognini

a cura di Marina Dacci

dal 3 aprile al 19 luglio 2025

Preview stampa: mercoledì 2 aprile alle 11:00

Opening: mercoledì 2 aprile dalle 17:00 alle 20:00

BUILDING GALLERY

via Monte di Pietà 23, 20121 Milano

building-gallery.com


Sede espositiva aggiuntiva  

dal 3 aprile al 5 luglio 2025

GALLERIA MOSHE TABIBNIA

via Brera 3, 20121 Milano 

martedì - sabato, 10 - 19  

www.moshetabibnia.com 

domenica 16 marzo 2025

Accademia Nazionale di Pittura Cinese. 55 artisti in mostra a Roma


Fino al 21 aprile 2025 il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma presenta la mostra 'Accademia Nazionale di Pittura Cinese. 55 artisti in mostra a Roma' promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con Accademia Nazionale di Pittura della Cina e CHINA-EU ART FONDAZIONE, realizzata con il supporto di Fondazione Nazionale Arte Cinese.

Ideata in occasione del 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese, la mostra ospita le opere recenti di artisti e artiste di generazioni diverse, tutti provenienti dall’Accademia Nazionale di Pittura della Cina.

L’Accademia, che ha sede a Pechino, è la principale istituzione della Repubblica Popolare Cinese per la ricerca e la creazione artistiche fondate sulla tradizione millenaria della pittura e della calligrafia cinesi. Riunisce artisti che studiano i capolavori del passato per apprendere tecniche consolidate e che arricchiscono questa eredità con il proprio stile e la propria personalità, ampliando costantemente temi, contenuti e linguaggi.

Le 55 opere esposte spaziano dalla pittura alla calligrafia, alla stampa. Dipinte con inchiostri, acquarelli o altri pigmenti, su carte diverse o su seta, sono spesso accompagnate da iscrizioni calligrafiche o sigilli tradizionali degli autori. I soggetti ricorrenti – montagne, paesaggi, bambù, il prugno, l’orchidea o il crisantemo – sono riflessi di un mondo interiore, metafore di un viaggio spirituale, che, nel loro insieme, offrono una prospettiva unica sulla Cina contemporanea. Alcune delle opere, inoltre, sono frutto dell’incontro tra le tecniche tradizionali cinesi e quelle occidentali e testimoniano l’interesse con il quale da sempre gli artisti cinesi guardano a Roma e alla sua storia. 

giovedì 6 marzo 2025

Wafa al-Hamad: Sites of Imagination

Mathaf: Arab Museum of Modern Art nell'ambito del programma espositivo del Qatar Museums per la primavera 2025 presenta Wafa al-Hamad: Sites of Imagination, la prima grande mostra in un’istituzione museale che ripercorre i 40 anni di carriera dell'artista, docente e designer qatarina Wafa al-Hamad (1964-2012). La mostra presenta 23 opere dalla Mathaf Permanent Collection, comprendendo una vasta gamma di media, tra cui acquerello, pittura a olio, lavorazione del legno e arte digitale, oltre a materiali d'archivio.

L'arte di Al-Hamad integra calligrafia, illusioni ottiche, astrazione e disegni tridimensionali, creando mondi onirici in cui i riferimenti ancestrali si intrecciano con le espressioni contemporanee. La mostra esplora le influenze globali dell'arte moderna e dell'astrazione che hanno ispirato la visione dell'artista. Indaga inoltre le tradizioni del Qatar e del Golfo che hanno segnato la pratica artistica di al-Hamad, mettendo in evidenza la sua filosofia estetica unica.

La mostra è curata dalla guest curator Lina Ramadan.

Wafa al-Hamad, Lailat Al Henaa (Henna Night), 1992. Olio su tela, 91.5 x 122 cm


Wafa al-Hamad: Sites of Imagination

19 Aprile – 9 Agosto 2025

Mathaf: Arab Museum of Modern Art



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martedì 25 febbraio 2025

Creativity is Female


In occasione della Giornata internazionale della donna, Milano Certosa District – al centro di un importante programma di rigenerazione urbana promosso da RealStep – presenta sabato 8 e domenica 9 marzo 2025, in collaborazione con TA-DAAN, la mostra - evento Creativity is Female per celebrare l’arte femminile attraverso l’artigianato contemporaneo.

L’esposizione tornerà aperta al pubblico dall’8 al 13 aprile durante la Milano Design Week 2025.

Ingresso libero e gratuito.

Per l’opening, sabato 8 marzo alle ore 12:00 si terrà una performance di show-crafting con l’artista Car Studio (Carla Andreja Ricchioni). Un’esperienza immersiva che vedrà l’artista realizzare dal vivo un’opera con la tecnica del tufting - metodologia per creare tappeti o arazzi inserendo riccioli di filato all’interno di un supporto in tessuto. L’opera finale sarà poi esposta come parte integrante della mostra.

È consigliata la prenotazione al seguente link: https://www.eventbrite.ie

La mostra collettiva Creativity is Female vuole celebrare il talento e l’empowerment femminile attraverso l’arte di talentuose artigiane della Community TA-DAAN che, attraverso tecniche e materiali differenti, offrono una riflessione sulla femminilità, sul ruolo delle donne nella società e sul loro corpo.

Saranno presentati i lavori di Alice Del Ferraro, Castones, Car Studio, Eri Maeda, Hue Table Stories, Ilary Bottini, Karla Sutra, Kerano, Marta Benet e Spaghetti Rugs.

Le opere, accomunate da un forte messaggio di inclusione e trasformazione, invitano il pubblico a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’essere donna oggi e sul ruolo dell’arte nel ridefinire gli stereotipi di genere.

Attraverso materiali e forme innovative ogni lavoro contribuisce a una narrazione collettiva che celebra la forza, la creatività e la diversità dell’espressione artistica femminile.


Milano Certosa District

Milano Certosa District, situato nella zona nord-ovest della città, è il distretto al centro di un importante progetto di riqualificazione promosso da RealStep, società di sviluppo immobiliare specializzata nella rigenerazione urbana sostenibile di siti ex industriali. A guidare il processo di trasformazione è una visione incentrata sulla persona e, in particolare, sulla qualità della vita di tutti coloro che abitano il distretto o lo frequentano per lavoro o per svago durante la giornata, attraverso il connubio fra sostenibilità, innovazione e benessere collettivo quale motore di rigenerazione delle aree urbane.

L’intervento di sviluppo del Milano Certosa District si propone di preservare la storia e il carattere dell’area promuovendo allo stesso tempo un quartiere vivace, dove suggestivi spazi ex industriali si affiancano a edifici all’avanguardia, tra aree verdi, spazi direzionali, nuovi servizi, esercizi commerciali e attività di ristorazione che prediligono insegne indipendenti e di ricerca, a cui si aggiunge un’ampia programmazione annuale di eventi ad animare il distretto.

TA-DAAN

Fondata nel 2020 da un team di sole donne under 35, TA-DAAN è la piattaforma di riferimento per l’artigianato contemporaneo in Europa. Attraverso il proprio magazine digitale, un content e-commerce e una community di oltre 200.000 appassionati, TA-DAAN racconta, promuove e supporta le nuove generazioni di artigiani. Più dell’80% degli artigiani presenti sulla piattaforma sono donne, testimoniando un cambiamento in atto nel settore: l’artigianato oggi è giovane, innovativo e sempre più femminile.


INFORMAZIONI


Creativity is Female

8-9 marzo 2025

8-13 aprile 2025

Spazio Forgiatura, Via Varesina 162, Milano


www.certosadistrict.com

IG: @milanocertosadistrict | #milanocertosadistric

 

Ufficio stampa

ddl |arts| | T +39 02 8905.2365 | E-mail: ddlarts@ddlstudio.net

Flaminia Severini | E-mail: flaminia.severini@ddlstudio.net | T +39 393 3343937 


Contatti TA-DAAN

press@ta-daan.com

Costanza Tomba | E-mail: costanza@ta-daan.com | T +39 3474139720

lunedì 3 febbraio 2025

Il Labirinto della Masone riapre dopo la consueta pausa invernale

Dopo la consueta pausa invernale riapre al pubblico il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci che, nel 2025, celebra i suoi primi 10 anni dall’apertura.

Da una promessa fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da sempre affascinato dal simbolo del labirinto, nel 2015 Franco Maria Ricci – editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo – insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, riuscì a realizzare a Fontanellato (PR) quello che per lungo tempo sembrò essere solo un sogno: un borgo reale e immaginario insieme.

Il Labirinto della Masone è infatti un labirinto fisico – composto da più di 300mila piante di bambù di 20 specie diverse –, ma anche un invito a perdersi nella cultura e nell’arte e a gioire del contatto con la natura e la bellezza. Una superficie di oltre otto ettari racchiude, oltre a una rigogliosa vegetazione, diverse costruzioni che ospitano collezioni d’arte e di libri, una Caffetteria, un Ristorante-Bistrò e uno spazio gastronomico parmigiano curati dallo chef Andrea Nizzi e dallo staff dei 12 Monaci, e due lussuose suites dove è possibile pernottare.



IL PROGETTO DI DIGITALIZZAZIONE

Quest’anno, proprio in occasione dell’importante anniversario dei 10 anni, il Labirinto della Masone è pronto ad offrire una nuova esperienza di visita più innovativa, creativa e accessibile, con particolare attenzione alle necessità delle persone anziane e di quelle con difficoltà motorie e visive, grazie alla realizzazione di un ambizioso progetto di digitalizzazione del proprio patrimonio.

L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR a sostegno dei settori culturali e creativi per favorire l'innovazione e la transizione digitale, è realizzata in collaborazione con i professionisti di Spazio Geco Società Cooperativa, un team multidisciplinare composto da architetti, ingegneri, informatici, storici dell'arte, archeologi, esperti di comunicazione e beni culturali, attivo da più di dieci anni in tutta Italia, dedito alla progettazione di allestimenti su misura, immersivi, interattivi, digitali ed artigianali 4.0.

Due sono i nuclei che caratterizzano questa nuova infrastruttura digitale, uno relativo all’arricchimento dell’esperienza in loco, con un’APP progettata su misura per integrare con contenuti inediti e narrazioni coinvolgenti la visita del labirinto di bambù e del museo, e uno legato all’implementazione del sito web, con speciali contenuti fruibili a distanza.

Per arricchire l’esperienza di visita nel labirinto di bambù e nelle sale della collezione d’arte sono stati installati diversi “totem” che, oltre a presentare una mappa tattile che permetta a tutti gli ospiti di orientarsi nei diversi spazi, recano ciascuno uno speciale codice QR da attivare con l’APP “Labirinto della Masone” (scaricabile dagli store Apple e Android, anche prima di arrivare in loco).

I visitatori potranno autonomamente sbloccare i contenuti con il proprio smartphone: l’APP, disponibile anche in lingua inglese, inviterà a scegliere fra tre diversi filoni narrativi – Un editore e il suo labirinto; Arte e bambù e Le sfide del Signor Curatore – che sotto forma di mini-podcast si snoderanno nel corso della visita nel parco e nel museo e offriranno, a seconda del contenuto selezionato, un punto di vista diverso sul mondo di Franco Maria Ricci. Gli storytelling si avvalgono di diversi media: video e testi scritti per i non udenti, file audio per non vedenti e ipovedenti. La piattaforma sarà inoltre dotata di un plug-in di accessibilità che consentirà di modificare font, dimensioni e contrasti di colori per agevolare la fruizione dei contenuti anche da parte di persone con disturbi visivi e dell’apprendimento.

Accanto alla nuova infrastruttura digitale a supporto della visita in loco, è stato realizzato un tour virtuale che permetterà a persone con ridotta mobilità, o impossibilitate a visitare fisicamente il luogo, di esplorare il labirinto e il museo tramite il sito web del complesso, fruendo di contenuti accessibili grazie a plug-in specifici, e di partecipare anche in live streaming ad alcuni eventi al Labirinto.


I PROSSIMI EVENTI AL LABIRINTO DELLA MASONE

Anche quest’anno, il Labirinto proporrà ai suoi visitatori un ricco programma culturale, che partirà il 28 febbraio con il primo dei cinque appuntamenti serali di ORA D’ARTE. Salotti contemporanei per spiriti curiosi, iniziativa ideata in collaborazione con Stefano Salis, per scoprire e riscoprire storie, personaggi e temi che sfuggono alle narrazioni più scontate e aprono sguardi inediti sulla cultura contemporanea.

E ancora, da non perdere dal 29 marzo al 13 luglio 2025 la nuova esposizione Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno, a cura della Fondazione Franco Maria Ricci insieme all’artista stesso, che per questa sede espositiva, cui è particolarmente legato, ha ideato un percorso originale e un allestimento site-specific. Era il 1981 quando Franco Maria Ricci, per primo, pubblicò il Codex Seraphinianus di un allora sconosciuto Luigi Serafini: questa mostra intende ora ripercorrere la carriera dell’artista, e lo fa rispettando l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex.

Infine, torna il 4,5 e 6 luglio 2025 LOST, festival immersivo che celebra le espressioni contemporanee di musica elettronica e arte attraverso un’accurata selezione di artisti italiani e internazionali. Il festival rappresenta un’esperienza unica fatta di suono, luce e natura dove performance e installazioni si fondono rendendo omaggio agli aspetti mistici, esoterici e sconosciuti del luogo unico che le accoglie, il Labirinto.


Labirinto della Masone

Strada Masone 121, 43012 Fontanellato (Parma)

Tel: 0521/827081 • E-mail:

press@francomariaricci.com

L’accesso al Ristorante e al Bistrot nella Corte d’Ingresso è libero e non richiede l’acquisto del biglietto d’ingresso al Labirinto della Masone.

Ufficio stampa

Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli

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domenica 12 gennaio 2025

La collezione corporate di R.T.A.

R.T.A., azienda leader nel mondo della Meccatronica, in Italia ed Europa, con base a Marcignago (PV) e sedi operative in Germania e India, punta sull'arte e sulla cultura per favorire la creatività, contribuire al welfare aziendale e sostenere gli artisti del presente, in un'ottica di apertura alle giovani generazioni e alla collettività.

La collezione d'arte corporate, fortemente voluta dai soci dell'azienda e dall'amministratore delegato Tommaso Rossini, si compone di una trentina di opere di autori contemporanei, riferibili principalmente agli ambiti della Pop Art e dell'Arte Povera.

Grazie alla sua collezione, R.T.A. è stata selezionata nell'ambito di un nucleo di aziende impegnate in maniera attiva in progetti di mecenatismo per le arti visive, che ha portato nel 2024 alla pubblicazione del volume Il segno dell'arte nelle imprese - Le collezioni corporate italiane per l'arte moderna e contemporanea, edito da Marsilio Arte e curato da Ilaria Bonacossa con la collaborazione di Marianna Agliottone, Costantino D'Orazio e Marilena Pirrelli. Una mappatura delle collezioni di opere di arte moderna e contemporanea delle aziende italiane lanciata dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria per promuovere e incentivare una rappresentanza imprenditoriale consapevole come motore di crescita non solo economica ma anche civile, sociale e culturale.

La collezione d'arte di R.T.A. comprende opere di Fosco Grisendi, Kima Guitart, Riccardo Gusmaroli, Giorgio Laveri, Marco Lodola, Umberto Mariani, PlumCake (gruppo composto da Gianni Cella, Romolo Pallotta, Claudio Ragni) e Giuliano Tomaino.

Tra i lavori più significativi: Il Volo (2011) di Giuliano Tomaino (La Spezia, 1945), acquisito durante la pandemia, una scultura in ferro che, malgrado la sua struttura pesante, esprime leggerezza e creatività, così come l'opera in ferro dipinto denominata Cimbello (2021), posizionata nel 2024 all'ingresso dell'azienda in memoria della collega Monia Passarella, prematuramente scomparsa. Si segnalano, inoltre, la grande tela Confidence #43 (2023) di Fosco Grisendi (Parma, 1976), dipinto di matrice pop con spunti concettuali che attinge al sentire comune codificandolo da un punto di vista sociale, e le opere pop di Marco Lodola (Dorno, Pavia, 1955), artista della luce e del colore di origini pavesi, rappresentato in azienda da lavori realizzati con varie tecniche e materiali.

«Essendo un appassionato d'arte e un collezionista, anche per storia familiare (la mia nonna paterna frequentò l'ambiente milanese delle gallerie negli anni '70, conoscendo artisti del calibro di Lucio Fontana) ho pensato, in seno ad una fase di ristrutturazione di alcuni locali aziendali avviata nel 2010, di investire anche in arte, a partire dalle mie grandi passioni, ovvero l'Arte Povera e la Pop Art. La scelta è ricaduta su artisti provenienti dal territorio, come Marco Lodola, ma anche da altre regioni italiane, selezionati in base alla qualità e alla continuità della ricerca. Le loro opere sono allestite nel giardino, nell'atrio, nell'area caffè, nelle sale riunioni e nei corridoi, affinché tutti i dipendenti e i collaboratori possano fruirne quotidianamente. In azienda, dove ci si reca in alternanza allo smart working, si deve stare bene, gli spazi devono essere accoglienti e stimolanti. Nell'imprenditoria ci vuole creatività e visione, e l'arte è un'ottima consigliera», dichiara Tommaso Rossini.



Tra le principali attività culturali promosse dall'azienda, si segnala la Bruno Rossini Lecture, appuntamento annuale consolidato, che dal 2013 ricorda il fondatore Bruno Rossini attraverso momenti di incontro, animati da esponenti di primo piano del mondo economico, politico, accademico e giornalistico, attenti alle tematiche d'impresa. L'azienda, fondata nel 1976, si appresta a festeggiare il proprio cinquantesimo anniversario: protagonista sarà l'arte contemporanea, attraverso un percorso di avvicinamento che avrà inizio nel 2025 con attività culturali rivolte ai dipendenti, ai giovani e al territorio, un'inedita Lecture declinata sui temi delle arti visive e la pubblicazione di un volume da condividere con la comunità interna ed esterna all'azienda.

Fondata nel 1976, R.T.A. (acronimo di Realizzazione Tecnologiche Avanzate) è un'azienda leader in Europa nel mercato dell'automazione industriale. In quasi cinquant'anni di attività, ha venduto più di un milione di azionamenti per motori elettrici passo-passo, allargando la gamma di prodotti verso altre tecnologie di movimentazione elettrica tramite la creazione di partnership strategiche con importanti aziende a livello internazionale. L'innovazione è chiave del suo successo, come dimostra l'espansione nella robotica avvenuta nel 2021 con R.T.A. Robotics. Particolare attenzione è, inoltre, rivolta alla cultura d'impresa e alla responsabilità ambientale: nel 2022 l'azienda ha adottato una foresta di 7 ettari vicino alla sede, per assicurarne la conservazione e contribuire a un futuro a impatto zero.


Per informazioni: T. +39 0382 929 855, 

marketing@rta.it, 

www.rta.it, 

www.linkedin.com/company/r-t-a-pavia/.


Segnalato da: CSArt di Chiara Serri, Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia

lunedì 9 dicembre 2024

Ma sedendo e mirando. L’intruso

L'Associazione Arte Contemporanea Picena, Fainplast e il Comune di Ascoli Piceno sono lieti di presentare la mostra personale dell'artista Luca Bertolo, vincitore della quarta edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, il prestigioso riconoscimento dedicato alla pittura italiana.

Il titolo della mostra “Ma sedendo e mirando. L’intruso”, invita a fermarsi, osservare e riflettere. Il tema dell’intruso, centrale nell’esposizione, non è immediatamente visibile ma si manifesta come elemento estraneo o inatteso che si inserisce nelle opere e nella percezione dello spettatore.


L’espressione “sedendo e mirando”, tratta dalla poesia L’infinito di Leopardi, diventa una chiave interpretativa per le opere di Bertolo. Da un lato, richiama lo stato contemplativo dello spettatore, che si trova a interrogarsi sul significato delle immagini. Dall’altro, riflette il processo creativo dell’artista, che lascia spazio a elementi dissonanti o "intrusi" all'interno delle sue composizioni.

La relazione tra lo sguardo dello spettatore e quello dell’artista è fondamentale: l’intruso non è solo un soggetto o un tema, ma una presenza che scivola nelle opere per destabilizzare certezze e aprire nuove possibilità interpretative. Questo incontro tra prospettive diverse permette di cogliere un significato più profondo delle opere esposte che sono state realizzate per la maggior parte appositamente per questa mostra.

Nella prima sala, lo sguardo del visitatore viene guidato da un Mirino che incornicia un Angelo dipinto posto nella sala successiva. Gli occhi dell'angelo, specchiati, non solo lo osservano, ma riflettono la sua immagine, invertendo il ruolo di osservatore e osservato. Mirino e Angelo dipinto compongono un’installazione che crea un percorso sia fisico che contemplativo, permettendo una graduale scoperta dell'opera nella sua completezza.

Questo scambio visivo introduce il tema centrale della mostra: il rapporto tra chi guarda e chi è guardato, tra il soggetto e l’oggetto dell’osservazione. Davanti al mirino, il visitatore ha la sensazione di oltrepassare una soglia invisibile, entrando in uno spazio che non gli appartiene: quello privato e creativo dell’artista. Questo senso di intrusione evidenzia una distanza tra noi e l’opera. Non si tratta solo di una separazione fisica, ma anche simbolica: ciò che l’angelo vede di noi non è mai ciò che noi vediamo di noi stessi.

L’angelo dipinto da Bertolo richiama visivamente il Ritratto di giovane uomo di Lorenzo Lotto (1509-1510), un’opera già reinterpretata nel 1967 da Giulio Paolini con “Giovane che guarda Lorenzo Lotto”, una stampa su tela che ribalta il rapporto tra osservatore e osservato. Bertolo compie un’operazione che introduce significative variazioni: gli occhi sono di specchio e fanno convergere lo sguardo celeste e terreno, rendendo lo spettatore parte dell'opera.

La tensione tra sacro e profano, che caratterizza l’angelo di Bertolo, trova una contrapposizione forte nell’opera di Jacopo Benassi, invitato dall’artista stesso a condividere la mostra. Benassi espone un autoritratto che raffigura un dettaglio del proprio corpo: i peli. Questo elemento, crudo e terreno, sembra porsi in netto contrasto con la purezza e il pudore dell’angelo. Il dialogo che si instaura tra le due opere diventa quindi uno scontro simbolico tra opposti: da un lato, il divino e l’ideale; dall’altro, l’umano e il reale. Questa contrapposizione non si limita a una semplice giustapposizione visiva, ma invita il visitatore a riflettere sulle relazioni complesse e stratificate tra spiritualità e corporeità.

La mostra prosegue con due Paesaggi marchigiani che attraversano due mondi pittorici distinti: la figura e il paesaggio appunto. Realizzati da Bertolo durante la residenza nello Spazio del Premio Licini, l’artista ha chiesto di dipingere questi paesaggi in compagnia del Ritratto di Nanny, un'opera di Licini del 1926, unico ritratto figurativo presentato alla Biennale del 1958, che riduce la figurazione e anticipa l'astrazione degli anni '30. I paesaggi marchigiani di Bertolo, ispirati dalla somiglianza tra la sagoma di Nanny e la montagna Sainte-Victoire di Cézanne, si concentrano sull’ambiguità della forma, dipingendo solo il cielo e lasciando lo sfondo piatto con il colore della tela.

Si continua con le Tracce invisibili, due tele realizzate con l'aerografo, costellate di macchie e segni che evocano scritture informali e appunti fugaci. Questi lavori, caratterizzati da una leggerezza quasi eterea, suggeriscono la visione di un paesaggio dall'alto, dove la spontaneità del gesto crea una dinamica tensione tra caso e controllo.

La mostra si conclude con un video intitolato Methallomai. La narrazione, incentrata su tre figure in viaggio verso la Luna, trasforma l'esplorazione spaziale in una metafora della ricerca interiore.

Il percorso espositivo si sviluppa come un triangolo di sguardi e significati: Bertolo, Licini e Leopardi si incontrano, legati da un comune desiderio di oltrepassare i confini, di attraversare la distanza come strumento di rivelazione. La luna, simbolo di un viaggio interiore, diventa il punto di connessione: per Bertolo, è una meta di trasformazione; per Leopardi, un mistero da contemplare; per Licini, una presenza familiare e consolatrice. Questo intreccio di visioni esplora la tensione tra il terreno e il celeste, tra l'ambizione di elevarsi e la consapevolezza dei propri limiti, dove la distanza, da ostacolo, si fa chiave per comprendere la condizione umana.

Luca Bertolo (Milano, 1968) ha studiato informatica all’Università Statale di Milano e successivamente pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si è diplomato nel 1998. Ha vissuto a São Paulo, Londra, Berlino, Vienna. Dal 2005 risiede in una piccola frazione montana sulle Alpi Apuane. Ha partecipato a mostre in spazi pubblici e privati tra cui MART, Rovereto; Aalst Netwerk, Aalst; MAN, Nuoro; Fondazione del Monte; Bologna; MAGA, Gallarate; Fondazione Prada, Milano; GAM, Torino, GNAM, Roma; Centro Pecci, Prato; Nomas Foundation, Roma; 176/Zabludowicz Collection, Londra; MACRO, Roma; Kettle’s Yard, Cambridge; SpazioA, Pistoia; Arcade, Londra/Bruxelles; Marc Foxx, Los Angeles; Galerie Perrotin, Parigi; Galerie Tatjana Pieters, Gent; The Goma, Madrid; Galeria 3+1, Lisbona; Pierogi Gallery, New York, Galleria P420, Bologna. A giugno 2024 inaugura al CEAAC di Strasburgo la sua prima mostra antologica. Alcuni suoi articoli, apparsi su riviste e siti web, sono confluiti nel libro I baffi del bambino. Scritti sull’arte e sugli artisti, Quodlibet, 2018. Nel 2022 ha curato l’edizione italiana di Lo strano posto della religione nell’arte contemporanea, di James Elkins (Johan & Levi, 2022). Dal 2015 insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. 


Ma sedendo e mirando. L'intruso

di Luca Bertolo

artista vincitore della quarta edizione del

PREMIO OSVALDO LICINI BY FAINPLAST

A cura di Alessandro Zechini

14 dicembre 2024 – 4 maggio 2025

Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, Ascoli Piceno

Inaugurazione 14 dicembre 2024 ore 18:30

venerdì 29 novembre 2024

Euphoria – Art is in the Air

Dopo il grande successo internazionale con oltre 6 milioni di visitatori in tutto il mondo, dal 20 dicembre 2024 al 30 marzo 2025 il Balloon Museum torna a Roma negli spazi de La Nuvola con Euphoria – Art is in the Air, una mostra inedita in prima mondiale, con il patrocinio del Comune di Roma e del MiC – Ministero della Cultura, che presenta 20 opere monumentali e interattive dedicate all’espressione di questa emozione attraverso l’arte. 

Hyperstudio & Mauro Pace, Invisible Ballet, ph. Danilo D'Auria

A cura di Valentino Catricalà, con la collaborazione di Antonella Di Lullo, Euphoria invita a riflettere sulla potenza trasformativa dell’arte celebrando la leggerezza, l’interazione e il potere comunicativo dell'Inflatable art. La mostra posiziona, quindi, le opere come veri e propri contenitori di interazione, spettacolo e scoperta. “Grazie a questa mostra, il gonfiabile e le sue relative declinazioni o interpretazioni, viene visto da una luce nuova: quella dell’arte visiva e della sua capacità di analisi di una società in grande cambiamento” - Valentino Catricalà, curatore. 

Tra gli artisti presenti in mostra: Carsten Höller, Philippe Parreno, Martin Creed, Marta Minujín, Hyperstudio, Rafael Lozano-Hemmer, Ryan Gander, A.A.Murakami, Karina Smigla-Bobinski, Cyril Lancelin, Alex Schweder, Quiet Ensemble, SpY, Nils Völker, Camille Walala e Sun Yitian.

Il Balloon Museum è un progetto d’arte contemporanea itinerante unico nel suo genere, che pone al centro il visitatore e la sua esperienza. Prodotto da Lux Entertainment, ad oggi ha ideato altre tre mostre denominate Let’s Fly, Pop Air ed EmotionAir attualmente in tour in Europa, America e Asia. 

Fin dalla sua nascita, il Balloon Museum ha abbracciato l'idea che gli elementi più autentici e puri dell'infanzia possano essere trasformati in potenti mezzi di espressione. Questa visione, tanto semplice quanto rivoluzionaria, è nata come risposta creativa al cambiamento del paesaggio sociale e culturale internazionale. L’arte per la prima volta parla ad adulti e bambini” - Roberto Fantauzzi, presidente Lux Entertainment S.p.A.

Con grande piacere il Balloon Museum annuncia che dopo la tappa di Roma, dal 5 giugno al 28 agosto 2025 la mostra Euphoria - Art is in the Air si sposterà a Parigi nel prestigioso spazio del Grand Palais.

martedì 19 novembre 2024

We are the world

Dal 5 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025 Fabbrica Eos, con la complicità della Galleria Luigi Proietti, presenta presso la Galleria d’arte “V. Guidi” Cascina Roma, di San Donato Milanese la mostra We are the world, personale dedicata allo scultore Dario Goldaniga, in collaborazione con il Comune di San Donato Milanese.Con oltre trenta opere in mostra, l’esposizione intende far luce sulla carriera dell’artista milanese, con una panoramica completa della sua produzione. Iniziato intorno alla fine degli anni’90 nel solco della tecnica tradizionale della fusione a cera persa, Goldaniga ha poi caratterizzato il suo lavoro con un utilizzo completamente nuovo e originale del bronzo unendo successivamente una spiccata sensibilità verso il concetto di recupero.

Dario Goldaniga, World Map

Il percorso espositivoSuddivisa su sette sale, la mostra vuole presentare i tre periodi della produzione artistica di Goldaniga successivi alle primissime sculture realizzate con la fusione e aventi come motivo conduttore l’equilibrio di figure, geometria e forme naturali.La prima macroarea tematica è quella delle opere realizzate a partire dal 2008 con le colature di bronzo. Grazie all’assidua frequentazione delle fonderie artistiche, Goldaniga ha assistito numerose volte al processo di fusione che prevede un modello di cera posto all’interno di uno stampo di terracotta nel quale viene versato il bronzo liquido. Sciogliendosi il modello, tra fumi, vapori e lapilli, il metallo incandescente ricolma lo stampo per poi fuoriuscirne e raffreddarsi. I frammenti in eccesso, essenzialmente scarti di lavorazione chiamati appunto colature, raffreddandosi all’aria, prendono forme contorte, a volte come bruciate e scure.La ricerca di Goldaniga inizia qui, da questi frammenti, o scarti, ognuno dalla forma unica e irripetibile: ne apprezza le forme casuali e le seleziona per trovare “lo scarto” che gli interessa che poi assembleràad altri, selezionati alla stessa maniera, per creare una nuova opera. In tal modo l’artista, con il suo lavoro, è come se desse a tali scarti una seconda possibilità per sublimarsi in opere d’arte. Non si tratta solo di un’azione di recupero o di riciclo, ma di una sorta di “resurrezione” della materia stessa.Gli scarti di bronzo diventano infatti la materia costruttiva con cui dà vita alle sue sculture: astri, animali, mappamondi e le famose World Map, prevalentemente immagini appartenenti al mondo naturale. Il critico Ivan Quaroni di Dario Goldaniga ha scritto: “Come il bricoleur di Claude Levi Strauss, antropologo autore de Il pensiero selvaggio, Goldaniga usa ciò che ha a disposizione, ciò che trova nell’immediato intorno della sua esperienza, per farne l’oggetto di una trasformazione (e di una trasmutazione) che solo riduttivamente possiamo definire estetica, ma che, invece, concerne lo sviluppo di una visione più olistica del cosmo e della natura”.

L’interesse per il recupero si ritrova anche nella seconda tipologia di opere che l’artista ha realizzato per la prima volta nel 2016, strettamente collegate alla prima serie, come nelle opere World Canvas. In questi lavori le colature di bronzo vengono assemblate tra loro mediante la saldatura su tela (o carta): l'immagine in positivo della scultura in lavorazione si imprime sul supporto su cui è adagiata grazie alle tracce che il processo di combustione rilascia sulla tela. Una trama di segni e bruciature genera nuove opere d’arte portando a termine tutto il processo creativo.Completa il percorso espositivo un terzo nucleo di opere realizzate su ardesia. Goldaniga, che da più di trent’anni insegna al liceo artistico, ha sottratto alla distruzione numerose lavagne dismesse dagli istituti scolastici, reinserendole nel circuito della produzione artistica contemporanea. Le lastre di ardesia, le lavagne, sapientemente incise dall’artista, ci restituiscono mappe stellari, costellazioni, visioni dall’alto delle luci del mondo.“La mia vita di artista e di insegnante, comincia proprio dai particolari che vedo e da come li vedo, la ricerca di un rapporto tra particolare e generale, tra piccolo e grande, tra parte e tutto, tra casuale e causale.” 

La riflessione di Goldaniga, orientata alla disamina delle forme naturali (uomini, animali, insetti, territori), si sposta continuamente dall’orizzonte terreno a quello celeste, suggerendo un’idea di viaggio come ascesa (o discesa) interiore e conduce l’artista e il fruitore a interrogarsi sui rapporti effettivi tra macro e microcosmo.


Dario Goldaniga - Nasce a Milano nel 1960, dove vive e lavora, alternando la produzione scultorea all’insegnamento di Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico Fondazione Sacro Cuore. Si è diplomato alla Nuova Accademia di Belle Arti NABA, dove ha avuto come maestri Kengiro Azuma, Carlo Mo e Gianni Colombo con il quale ha collaborato come assistente. Le sue opere si trovano in numerose e importanti collezioni Italiane private e pubbliche (Fondazione Bracco, Museo CAM Casoria, Regione Lombardia, Fondazione Rocco Guglielmo) nonché estere (Collezioni private a Hong Kong, Singapore, Londra, Mumbay).



We Are the World. 

Mostra di Dario Goldaniga

Galleria d’arte “V. Guidi” Cascina Roma

Piazza delle Arti – San Donato Milanese (MI)

Dal 5 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025

Cocktail di inaugurazione: giovedì 5 dicembre 2024, dalle 17.30

Ingresso libero

Orari

lun. ven. 9-18.30sab. 9-12.30/14-18.30dom. 10-12.30/15-19

Ingresso libero Cascina Roma

cultura@comune.sandonatomilanese.mi.it 

Tel. 0252772409 

Fabbrica Eos Gallery

info@fabbricaeos.it

+39 02 6596532 

Ufficio Stampa 

Fabbrica Eos

Studio Battage | Margherita Baleni | margherita.baleni@battage.net | +39 3474452374

martedì 29 ottobre 2024

Maria Morganti

La GAM presenta la prima grande mostra antologica di Maria Morganti con un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1988 e il 2024.

L’esposizione, a cura di Elena Volpato, traccia un percorso all’interno di una ricerca fortemente unitaria che ha la propria origine nell’essenzialità del gesto pittorico, nella sua ripetizione ed espansione nel tempo, una ricerca sviluppatasi con costanza negli anni, fino a delineare un’architettura di pensiero, uno spazio di lavoro e archiviazione, un luogo fisico e mentale – lo studio dell’artista – dove dare forma al tempo attraverso la semplicità di atti quotidiani che compongono, per lento accumulo, il complesso diario cromatico di un’esistenza.

Il cuore dello studio di Morganti si trasferisce al centro dello spazio espositivo della GAM. È un’opera esso stesso, denominata Luogogesto, si compone del Sedimentario – una struttura che contiene tutti i dipinti della serie Sedimentazioni – della Diarioteca – in cui si raccolgono tutte le opere denominate Diari – del Quadro infinito – un dipinto che l’artista va realizzando ogni giorno, strato dopo strato, dal 2006 – tutti elementi disposti attorno alla Pedana su cui l’artista si muove durante il lavoro.

La sera dell’inaugurazione, il 29 ottobre 2024, muovendosi attorno il Luogogesto, due giovani artiste, Melania Fusco e Marta Magini, che hanno lungamente collaborato con Morganti, agiranno l’Ostensione #1: l’estrazione di tutte le Sedimentazioni e di tutti i Diari da lei dipinti in vent’anni di quotidiano lavoro nello studio, e la loro collocazione sulle pareti dello spazio espositivo, a formare una lunga linea del tempo composta di tele accostate le une alle altre. Alla fine della performance resterà al centro dello spazio lo Svuotamento del Luogogesto nella sua nuda struttura e, tutt’attorno, un lungo racconto cromatico. A partire dalle ore 18.15 avrà luogo la performance Ostensione #1, si consiglia un duplice passaggio in mostra in due diversi momenti della serata così da apprezzare il modificarsi dell’allestimento.

L’Ostensione #1 è una mostra nella mostra, un cuore affollato di opere che imprime a tutta l’esposizione un moto centripeto a cui risponde il resto del percorso espositivo, modulato invece in una sorta di pulsazione tra momenti di rarefazione in cui la pittura, i disegni e le altre opere trovano attorno a sé il silenzio di un ampio spazio bianco, e momenti di addensamento, di immersioni dello sguardo e del corpo dei visitatori all’interno della materia pittorica.



Installation views mostra Maria Morganti_GAM Torino_photo Luca Vianello e Silvia Mangosio


Maria Morganti

a cura di Elena Volpato


GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Spazio del Contemporaneo


Per accrediti e informazioni stampa:

GAM TORINO Daniela Matteu | daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it | mob. 348 7829162

ddlArts ddlarts@ddlstudio.net

Alessandra de Antonellis | alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | mob.339 3637388

Ilaria Bolognesi | ilaria.bolognesi@ddlstudio.net  | mob.339 1287840