lunedì 24 dicembre 2018

La Natività di Francesco Simeti

Lunedì 24 dicembre a mezzanotte si inaugura all’oratorio di san Lorenzo (via Immacolatella, 5) l’opera inedita di Francesco Simeti per Next. Giunta alla sua nona edizione, la rassegna si propone di andare oltre un insanabile vuoto, il furto della “Natività” di Caravaggio, invitando gli artisti ad elaborarne una loro originale versione. 

A distanza di oltre quattro secoli, Simeti ci offre una sua personale riflessione sul tema, integrando e compenetrando all’interno della composizione dettagli grafici estratti dal corredo decorativo dell’oratorio.

Le sculture lignee del trapanese Leonardo Bongiorno (1703), poste a sostegno dei preziosi scranni, divengono la quinta scenica di uno scenario incantevolmente fiabesco, un eden primigenio in grado di evocare il miracolo della creazione e della rinascita. 

Next, progetto ideato e organizzato dall’associazione Amici dei Musei Siciliani, rimarrà in esposizione fino al 17 ottobre 2019, cinquantesimo anniversario del trafugamento della “Natività”, opera inserita dall’FBI al secondo posto della sua “Top Ten Art Crimes”. Questo imperdonabile furto è unanimemente considerato un crimine contro l’umanità e ancora oggi si tenta, forse non invano, il recupero. 

giovedì 13 dicembre 2018

Mattia Sinigaglia - The left hand in the space oddity

Sabato 15 dicembre, alle ore 18, inaugura presso Isolo17 Gallery la mostra personale di Mattia Sinigaglia The left hand in the space oddity

Il progetto, a cura di Eva Comuzzi e nato in collaborazione con Myhomegallery, che ha selezionato l'artista nel corso del Premio Ora (https://www.premio-ora.it/2017/ ), vedrà l'allestimento di una ventina di lavori fra dipinti e disegni, che riflettono attorno al tema della tensione e dualità. Il titolo fa infatti riferimento alla sindrome della mano aliena, una patologia rara che può insorgere in seguito a danni del lobo frontale, incapace di mettere in dialogo gli emisferi cerebrali. Ci si ritrova così con una delle due mani (solitamente la sinistra), che agisce in maniera autonoma e, nella maggior parte dei casi, violenta o autolesionista. Questa situazione diviene pertanto metafora per l'artista per rappresentare i forti conflitti inconsci generati dalle lesioni che continua a subire - e che ci infligge - la società in cui viviamo. "Così come esiste una sindrome della mano aliena per l'individuo", afferma Sinigaglia, "anche la collettività sembra poter soffrire di questa duplice realtà". Una condizione che provoca un forte senso di ambiguità, spaesamento, sospensione, incomprensioni, presente nelle opere in mostra. 

"Il lavoro di Mattia Sinigaglia ci ha colpito per l'immediatezza del messaggio e la forte impronta personale che ritroviamo nelle sue opere. Mattia utilizza un linguaggio che racchiude in sé la classicità ma la riscrive in modo imprevedibile, con effetti che per certi versi possono sembrare 'psichedelici'. Ci ha affascinato molto la profondità con cui un artista così giovane riesce ad affrontare e raccontare temi di grande spessore e ci piaceva l'idea di coinvolgere un artista che si è formato a Venezia, per portarlo nella nostra città, Verona." (Myhomegallery) 


Mattia Sinigaglia è nato a Sirmione nel 1989, vive e lavora a Venezia. 
Ha studiato Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia laureandosi nel 2018, sotto la guida del Prof. Carlo Di Raco. Fa parte del collettivo FONDAZIONE MALUTTA. 
Una parte fondamentale che caratterizza il suo lavoro più recente consiste nel rielaborare alcuni aspetti di grandi opere del passato a lui più affini. Dipinti che lo affascinano per la loro visione introspettiva ma al contempo statuaria e solenne e che rispecchiano in maniera semplice e profonda una situazione umana al di là di epoche e costumi, e quindi sempre attuali. Le figure, decontestualizzate e sospese in nuovi scenari metafisici, trasmettono quel senso del mistero e dell'ambiguità propri delle antiche conoscenze ermetiche. Gli occhi, soggetto costante degli ultimi lavori, simbolo per molte culture del Sole e della Luna, vengono rievocati, anche metaforicamente, nelle figure di Adamo ed Eva e nei volti enigmatici ed androgini che rimandano alla figura del rebis e alla sua doppia natura che ha saputo mettere in dialogo attraverso un processo di trasformazione


Mattia Sinigaglia - The left hand in the space oddity 
16.12.2018_03.01.2019 

ISOLO17 GALLERY 

Via XX Settembre, 31B 
37129 Verona 
Visita su appuntamento al: +39 349 3746379




lunedì 10 dicembre 2018

Zona Rossa. Cracking Art

La storia e l’arte antica del capoluogo ascolano si fondono con l’arte contemporanea per celebrare il Natale, Zona Rossa diventa quindi il simbolo delle festività natalizie, ma vuole anche caratterizzare e legare in maniera forte il contrasto che tale colore ha assunto e assume tuttora per tutto il territorio piceno e non solo dopo il sisma del 2016.

Facendo proprio lo slogan di Cracking Art, L’Arte rigenera l’arte, il Comune di Ascoli Piceno ha voluto donare per le feste a cittadini e turisti, un’invasione pacifica di animali, simbolo di rinascita per il territorio e di speranza per il futuro.

Promossa dal Comune di Ascoli Piceno, curata e organizzata dall’Associazione Verticale D’Arte con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno e il sostegno del BIM Tronto, la mostra installativa Zona Rossa. Cracking Art è un progetto di arte pubblica che coinvolge tutto il centro storico del capoluogo ascolano, invaso pacificamente e silenziosamente da animali di plastica di varia tipologia e dimensioni, targati Cracking Art, che innescano, fin dal primo sguardo, un forte coinvolgimento con lo spettatore, sia esso adulto o bambino, ed entrano con quest’ultimo in totale empatia.

Rosso è il colore per antonomasia del Natale, un colore carico di gioia e aspettative, ma è diventato anche il simbolo per i territori colpiti dal sisma della Zona Rossa appunto, quell’area invalicabile, non più accessibile a causa degli edifici pericolanti, le macerie e i crateri.

Con Zona Rossa. Cracking Art si vuole raccontare una fiaba contemporanea, di ricostruzione e resilienza, i cui attori protagonisti sono i tanti animali in plastica riciclata e rigenerata, creati dal collettivo Cracking Art e rigorosamente di colore rosso. Coccodrilli, rane, suricati, tartarughe, pinguini, orsi, cani, conigli, rondini, la celebre chiocciola che ha invaso le città di tutto il mondo e l’ultimo animale nato nell’universo Cracking Art, l’elefante simbolo della memoria storica, invaderanno il centro storico di Ascoli Piceno, di giorno e di notte, grazie alla tecnologia LED che illumina le installazioni artistiche.

Dalle terrazze e dai merli di Piazza del Popolo faranno capolino pinguini, orsi, suricati, lupi, rane e chiocciole e quest’ultime stazioneranno anche, nel formato maxi, al centro della Piazza di fronte allo storico Palazzo dei Capitani, per creare una vera e propria interazione con il pubblico che vivrà quel luogo.
A fianco della Cattedrale, dentro al Battistero di San Giovanni in fila indiana, come fosse un corteo, silenziose si aggireranno altre tre chiocciole. Tre coccodrilli giganti invece presidieranno il suggestivo chiostro di San Francesco quasi fossero a guardia del pozzo che campeggia al centro dello stesso. La leggenda narra infatti che i coccodrilli, abbandonati dall’uomo, abitano il sottosuolo delle città, ma nella favola di Cracking Art queste temute creature escono allo scoperto come offerta di riconciliazione tra i pericoli di una natura a volte distruttiva e i luoghi creati dall’uomo per la propria esistenza. 
Infine protagonista assoluto nella recente produzione Cracking Art, sarà l’elefante metafora del ricordo, che a grandezza naturale, appoggerà il capo sul suo omologo in travertino che orna l’ingresso dello storico edificio di Corso Mazzini, palazzo della Fondazione Cassa Risparmio di Ascoli Piceno (oggi sede di Banca Intesa) per mettersi in relazione con la memoria storica del luogo per farla propria e al contempo proteggerla con il proprio sostegno.

Qualcosa di rotto, come i territori dell’ascolano colpiti dal sisma, può essere ricostruito attraverso l’arte, in questo caso attraverso la ricerca che da più di 25 anni porta avanti il collettivo Cracking Art: un impegno allo stesso tempo sociale ed ambientale che si rinnova di città in città, installazione dopo installazione in tutto il mondo e che per il Natale 2018 con la mostra Zona Rossa. Cracking Art assume un significato ancora più attuale di rigenerazione urbana attraverso l’arte contemporanea: l’Arte che Rigenera l’Arte.

L’intero progetto prevede assieme all’installazione Cracking Art, un crowdfunding, che attraverso la vendita di piccole sculture in plastica rosse limited edition va a sostenere un vero e proprio programma d’azione sistematico (restauri, interventi conservativi, ecc.) sul patrimonio storico-artistico e monumentale italiano. In particolare per Zona Rossa. Cracking Art si è deciso di indirizzare la raccolta fondi per il restauro dell’affresco staccato di Cola D’Amatrice dal titolo “Il Redentore”, presente nella collezione della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.

Memoria e futuro, due parole che racchiudono il significato del Natale, della mostra e della ricerca di Cracking Art al tempo stesso e che hanno l’obiettivo di far riflettere, divertire e mostrare sotto una nuova luce bellissimi contesti storici attraverso l’arte.



 
Segnalata da: 
Maria Chiara Salvanelli

lunedì 3 dicembre 2018

Marco Bolognesi alla Biennale di Curitiba

Dopo il successo riscosso nel 2017, l'artista italiano Marco Bolognesi espone ancora una volta al Museo Oscar Niemeyer - MON, nell'ambito della grande rassegna che, attraverso ricognizioni storiche e nuovi progetti, celebra i 25 anni della Biennale di Curitiba, punto di riferimento nell'arte contemporanea brasiliana ed evento di primo piano nel circuito internazionale.

La manifestazione, promossa da Fondazione Culturale di Curitiba, Municipalità di Curitiba, Museo Oscar Niemeyer - MON, Segreteria di Stato per la Cultura del Governo del Paraná e Ministero della Cultura del Governo Federale con il supporto di URBS, coinvolge, oltre al MON, sede delle mostre principali, anche altri centri culturali e spazi pubblici con programmi paralleli, interventi d'arte urbana ed esposizioni in gallerie e musei.

Curata da Tício Escobar e Luiz Carlos Brugnera"Unspoken Deals" riunisce al MON artisti di spicco delle precedenti edizioni della Biennale.

Marco Bolognesi espone, al primo piano dell'Eye Tower disegnata da Niemeyer, quattro opere della serie "Techno Mutant", parte della mostra "Sendai city: the Truth", curata nel 2017 da Massimo Scaringella. Fotografie di grandi dimensioni (100x70 cm) che, per la prima volta, mettono palesemente in luce la natura sociale della ricerca di Bolognesi che guarda costantemente alle vicende del contemporaneo, focalizzando la propria attenzione sul tema del "conflitto". Conflitto come scontro profondo tra Occidente e Medio Oriente, come strumento di controllo, come ricerca esasperata di una verità che di fatto si risolve in un mero punto di vista. Protagonisti delle sue opere, sono esseri oscuri dal sapore fantascientifico, costretti a mutare per sopravvivere. Corpi di donne ibridati da armi giocattolo, tubi di plastica e materiali decontestualizzati, dipinti e fotografati, secondo la tecnica del così detto "collage corporeo", elaborata dall'artista e consolidata negli anni. Il colore nero, che domina tutte le immagini, annulla lo spazio tra la figura e il fondo, fino alla perdita di ogni elemento identitario. La speranza, allora, risiede nelle stelle, nei titoli che, includendo i nomi di Adhara, Diphda, Hadar, Shaula, aprono al futuro.

La mostra "Unspoken Deals" è visitabile fino al 30 dicembre 2018 presso il Museo Oscar Niemeyer - MON.

Per informazioni: www.museuoscarniemeyer.org.br. 
Per approfondimenti: http://bienaldecuritiba.com.br/2018/, www.marcobolognesi.co.uk.  
CSArt - Comunicazione per l'Arte
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