mercoledì 30 ottobre 2019

Cinquanta anni di carriera di Gianni Dunil, i migliori artisti italiani

Si svolgerà a Venezia, dal tre al dieci novembre, presso Palazzo Albrizzi Capello la prestigiosa mostra omaggio a Gianni Dunil, tributo ai suoi cinquanta anni di carriera. 

Gli spazi dedicati alla rassegna saranno le sale della Biblioteca del Teatro Contemporaneo Europeo che ospiteranno i trenta migliori artisti italiani, scelti direttamente dal curatore. In scena un arte che approfondirà la sensibilità dell’epoca contemporanea provando a dare risposta all’incessante mancanza di ideologia propria dei tempi attuali. 

Si passerà dall’astratto al figurativo laddove le tavolozze cromatiche varieranno da scambi di colori vibranti a toni sorprendenti conferendo in una sfera spirituale trascendente nuova luce ad una bella e rara pittura. 

In stretto legame con la ricerca informale è presente una selezione figurativa, con tendenze innovative, capaci di sorprendere: immagini surreali e modelli classici conferiranno vigore ai virtuosi cromatismi dalla veemenza iconica. 

Non mancheranno raffigurazioni di paesaggi eterei e ricchi di idilliaci sentimenti dove sarà possibile per i visitatori lasciare liberi i pensieri e addentrarsi in nuove visioni. 

Tra i partecipanti in mostra si segnalano Anna Maria Li Gotti, Antonella Iannilli, Bernarda Visentini, Emanuela de Franceschi, Fedora Spinelli, Gian Luigi Castelli, Giuliana Maddalena Fusari, Giusy Cristina Ferrante, Laura Longhitano, Liliana Scocco Cilla, Luigi Silano, Maria Adelaide Stortiglione, Mauro Martin, Michele Macchia, Michele Panfoli, Michele Toniatti, Paolo Braccini, Sabrina Bertolelli, Vincenzo Ridolfini, Zenu (Lorenzo Zenucchini).



Gianni Dunil è stato organizzatore di eventi televisivi e teatrali, co-produttore presso i teatri Olimpico, Argot, Agorà, Sistina.  Ha maturato collaborazioni con significativi Enti religiosi tra cui la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, il Chiostro del Sacro Cuore, la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura. Durante la sua carriera ha partecipato ad eventi culturali con altre personalità di spicco tra cui Giorgio Albertazzi, Riccardo Muti e Carla Fracci. E’ stato direttore artistico nel 2017 dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma al Vittoriano e attualmente riveste la carica di curatore alla Biennale di Venezia con il Padiglione Repubblica Dominicana. Dal 2018 fa parte della Redazione dell’Atlante dell’Arte Contemporanea, edito dalla casa editrice De Agostini, incarico confermato nel 2019/2020.  



“Cinquanta anni di carriera di Gianni Dunil, i migliori artisti italiani”
Palazzo Albrizzi Capello, Cannaregio 4118 (Venezia)
Dal 3 al 10 Novembre 2019

Ingresso libero tutti i giorni (10/18
lunedi chiuso
Info e contatti: 041 241 04 91




domenica 27 ottobre 2019

RAPHAEL WARE. I colori del Rinascimento

La Galleria Nazionale delle Marche, dal 31 ottobre 2019 al 13 aprile 2020, svela 147 raffinati esemplari di maiolica rinascimentale italiana, provenienti dalla più grande collezione privata del settore al mondo.

Una raccolta di altissimo livello appartenente ad un colto collezionista che ha concesso di esporre il suo tesoro al Palazzo Ducale di Urbino, in concomitanza con la grande mostra Raffaello e gli amici di Urbino promossa dalla Galleria Nazionale delle Marche e che si potrà ammirare al Palazzo Ducale dal 3 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020.

Ciascuna delle 147 maioliche testimonia, a livelli altissimi, come la grande stagione rinascimentale italiana sia riverberata su ogni forma artistica e, nello specifico, in quella della maiolica. Tecnica, o meglio arte, che esprime in pieno la ricerca estetica, il clima culturale, ma anche il modus vivendi, che fanno dell’Italia e dei suoi artisti, tra Quattrocento e Cinquecento, il faro culturale dell’Occidente.

Già dal Seicento, nei paesi europei, la maiolica cinquecentesca italiana diventa una vera e propria passione collezionistica ed, a quella istoriata, da considerarsi a pieno titolo un aspetto della pittura rinascimentale, viene associato il nome del grande pittore urbinate: in inglese Raphael ware.

E Raphael ware è anche il titolo di questa affascinante mostra. A curarla, con la direzione di Peter Aufreiter, sono Timothy Wilson e Claudio Paolinelli.

Seguendo il gusto rinascimentale per la decorazione figurata, i pittori di maiolica – tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento – iniziano a coprire ogni superficie disponibile dei loro oggetti, con istorie di ogni sorta. Le composizioni possono essere invenzioni originali degli stessi maestri ceramisti o riecheggiare quelle delle arti maggiori, ed ancora, essere estratte da xilografie o incisioni.

Nel ducato di Urbino, Casteldurante, Gubbio, Pesaro ma, soprattutto, il capoluogo, divengono famosi per l’istoriato. Urbino è infatti la città che, nella seconda metà del Quattrocento, il Duca Federico trasforma in una delle capitali del Rinascimento, richiamandovi i massimi esponenti della cultura del tempo ed edificandovi il Palazzo Ducale, capolavoro indiscusso della storia dell’architettura di ogni tempo. La città che, di lì a poco, proprio per il clima culturale instauratovi, dà i natali a Raffaello, il pittore la cui levatura ancora giganteggia nel panorama artistico universale.
Proprio il contesto che dà vita al genio raffaellesco, fornisce l’humus creativo e la formazione artistica necessari alla nascita ad alcuni dei più grandi artisti della maiolica italiana: Nicola da Urbino, Francesco Xanto Avelli e Francesco Durantino.

Ad accogliere la mostra è, al secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino, la luminosa Loggia del Pasquino, con l’intenzione di mostrare questi raffinati oggetti nella piena luce naturale poiché la maiolica – più di ogni altra forma d’arte del tempo – mostra i suoi colori perfettamente conservati come all’origine, quando uscì dalla bottega del ceramista.
La loggia è posta a fianco alle sale che espongono una parte delle ceramiche della collezione permanente e l’allestimento – appositamente creato – verrà poi utilizzato proprio per ampliare lo spazio espositivo dedicato a questa sezione.




31 Ottobre 2019 - 13 Aprile 2020

Urbino, Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino

Mostra a cura di Timothy Wilson e Claudio Paolinelli. Direzione di Peter Aufreiter

Info: Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)
Telefono: 0722 2760
www.gallerianazionalemarche.it

Evento segnalato da Studio ESSECI, di Sergio Campagnolo tel. 049.663499 – gestione2@studioesseci.net (Simone Raddi)

giovedì 24 ottobre 2019

L’Algoritmo è il Potere?

Martedì 29 ottobre, a BASE Milano - hub creativo e learning machine di contaminazione culturale volta all'innovazione e alla cross-disciplinarietà - avrà luogo “L’Algoritmo è il Potere?", il primo appuntamento de Il Ring delle Idee, nuovo format ideato e a cura di Elisa Greco.

Sul palcoscenico si assisterà a un confronto serrato tra due linee di opinioni contrapposte che saranno regolate da un arbitro super partes. Chiuderà il confronto la Voce della Legge, una figura che offrirà, agli interrogativi che l'algoritmo pone sotto un aspetto giuridico ed etico, il suo "illuminante" punto di vista. Ma sarà con la dialettica delle proprie argomentazioni, che i protagonisti dovranno convincere il pubblico che al termine, con una votazione palese, esprimerà il verdetto finale.

L'autrice e curatrice, Elisa Greco, afferma: “Questo è il primo di una serie di appuntamenti che nel corso dell’anno svilupperemo a Milano insieme con BASE. Il primo interrogativo che ci poniamo riguarda proprio l’Algoritmo: è il nuovo dominus delle nostre vite e della nostra quotidianità oppure è un mero strumento di una mutazione di cui sappiamo mantenere le fila?”.

A guidare il confronto, nel ruolo di arbitro, Massimo Sideri, editorialista  del Corriere della Sera e responsabile Corriere Innovazione; mentre si fronteggeranno con tesi  contrapposte da un lato Umberto Ambrosoli, avvocato e saggista, autore di libri sul tema, l’imprenditore Chicco Testa, Presidente di Sorgenia e l’europarlamentare Patrizia Toia, vicepresidente Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e dall’altro Paolo Basilico, imprenditore e fondatore del gruppo Kairos, Marco Bentivogli, segretario generale FIM-CISL, Paola Bonomo, consigliere indipendente e business angel. Per la Voce della Legge il commento del noto magistrato Mauro Gallina, giudice della 7 sezione penale del Tribunale di Milano  e componente giunta Associazione Nazionale Magistrati distretto Milano.

Oggi siamo tutti coinvolti nelle grandi sfide e nei grandi mutamenti dell’era digitale. L’algoritmo non è altro che uno dei tanti strumenti che ormai regolano la nostra quotidianità con possibilità inaudite di sviluppo e di conoscenza? E' con l'interrogativo “L'algoritmo è il potere?” che parte la prima stagione del Ring delle Idee: da quest'anno infatti “La Storia a Processo” raddoppia con un nuovo format di e a cura di Elisa Greco.


La storia del processo:

“La storia a processo” è il format originale, ideato e curato da Elisa Greco, che porta sulla scena i grandi personaggi della storia perché siano giudicati dal pubblico attraverso un “processo” in cui magistrati, avvocati, politici, giornalisti assumono i ruoli di accusatori, legali della difesa e testimoni. Nelle passate edizioni sono andati a giudizio personaggi emblematici come Robespierre, Carlo Marx, Steve Jobs e Lisbeth Salander.


BASE Milano:

BASE Milano è un progetto di contaminazione culturale tra arti, imprese, tecnologia e innovazione sociale. Nato nel 2016 all’interno degli edifici ex industriali dell’ex-Ansaldo, si traduce oggi in 12.000 mq di laboratori, spazi per esposizioni, spettacoli, workshop, conferenze, con una grande sala studio e una residenza d’artista. L’iniziativa si inserisce nella programmazione  dedicata all’innovazione culturale e alla cross-disciplinarietà, con lo scopo di alimentare le menti e sollecitare le idee in un processo di formazione continua, in linea con la vocazione di BASE come Learning Machine.




Martedì 29 ottobre 2019

Ingresso 15 euro

Prevendite: www.base.milano.it



DOVE

BASE Milano

Via Bergognone 34, Milano

base.milano.it



BASE Milano

Facebook:facebook.com/BaseMilano

Instagram: instagram.com/base_milano



IL RING DELLE IDEE

Twitter: @elisgreco

Facebook: facebook.com/laStoriaaProcessodiElisaGreco

Email: lastoriaaprocesso@gmail.com

lunedì 21 ottobre 2019

Elliott Sharp: Reading of IrRational Music at Erratum

Giovedì 31 ottobre 2019, alle ore 20, presso Erratum (spazio milanese dedicato al suono, alla poesia e all’arte concettuale) Elliott Sharp leggerà alcune pagine dal suo nuovo libro IrRational Music, volume di memorie e manifesto di una figura chiave all’incrocio tra rock, avanguardia e una spirale sempre più ampia di arte, teatro, film e danza. 

La scrittura di Elliott Sharp, come la sua musica, ricombina lo scrupolosamente discorsivo con il profondamente umano e riflessivo. Che piacere essere informato da questo straordinario resoconto della maturità della sua psiche, della sua curiosità e della sua metodologia. Sharp dipinge un quadro di regni perduti dell’avanguardia che non sono davvero persi, ma che continuano nel nostro presente se siamo propensi a notarli. Con questo libro, il lettore si unisce a Sharp nel rafforzamento graduale del suono intenzionale stesso - suono come cultura, come scienza, come arte - un processo che non può mai essere completato.” – Jonathan Lethem 

Ricordando in molti modi le poche autobiografie musicali particolarmente importanti che mi vengono in mente a partire forse dall’originale *The Trouble With Cinderella* di Artie Shaw, l’estremamente divertente e istruttivo memoriale di Elliott Sharp è uno dei più percettivi e (acuti) sguardi su come la vita lavorativa e l’esistenza quotidiana di un musicista professionista si fondono (o si intrecciano) con la mente musicale quotidiana di un genio, oserei dire onesto. La scrittura di Sharp è chiara, precisa e realistica. Avendo lavorato con lui in un modo o nell’altro molte volte nell’ultimo quarto di secolo, non solo non vedo l’ora di continuare a farlo, ma anche di leggere e comprendere, in seguito, ciò che lui (e il resto di noi) stava in quel momento facendo.” – Jack Womack 

Elliott Sharp è nato nel 1951, anno in cui avevamo ancora i telefoni con quadrante a rotella e i primi jet volavano attraverso l’Atlantico costando 1/3 dello stipendio medio annuo del lavoratore; anno in cui era disponibile una sola registrazione di Anton Webern e si pensava che Schoenberg fosse un matematico piuttosto che un compositore. Sharp fa parte della prima generazione di compositori cresciuti in un ambiente musicale quando tutto sembrava connesso; Canto gregoriano per l’occasione di John Cage. Il suo libro, IrRational Music, è una finestra affascinante su quel momento in cui la musica si apriva a tutti e tutto divenne possibile.” – Morton Subotnick 

Questo è stato il percorso di Sharp, come rivelato nel suo primo libro piacevole e penetrante, scavare a fondo in questi vari generi è stato il percorso di un musicista che cerca e produce la musica che ama, non vincolata da nessuna idea o scopo, immergendosi in tutto ciò che significa qualcosa per lui. IrRational Music è un’autobiografia musicale di un uomo che pensa criticamente alla propria musica e a tutto ciò che sente intorno a lui. Non è che ama la musica, cosa che ovviamente fa, ma fare musica è il modo con cui capisce il suo posto nel mondo.” – George Grella, Brooklyn Rail 


Brevi note biografiche: 
Elliott Sharp è un compositore, produttore e polistrumentista che guida i progetti Orchestra Carbon, SysOrk, Tectonics e Terraplane. Le sue innovazioni hanno riguardato la geometria frattale, la teoria del caos, gli algoritmi, le metafore genetiche e nuove strategie per la notazione grafica per produrre un lavoro che catalizzi un approccio sinestetico alla produzione musicale e che funzioni come arte retinica. Nel 2015 Sharp ha ricevuto il Berlin Prize e il Jahrespreis del der Deutscher Schallplatten Kritiks. Nel 2014 ha ricevuto una Guggenheim Fellowship e una Fellowship dal Center for Transformative Media. È stato presentato ai festival di Darmstadt e Huddersfield, New Music Stockholm, Tomorrow Festival - Shenzhen, Au Printemps-Paris, Hessischer Rundfunk Klangbiennale e alla Biennale di Venezia. È soggetto del documentario Doing The Don’t ed è stato descritto in All Things Considered di NPR. Le sue installazioni includono Chorale, Foliage, Fluvial, Chromatine e Tag. 

La composizione di Sharp Storm of the Eye, composta per il violinista Hilary Hahn, è apparsa nel suo album vincitore del Grammy In 27 Pieces. La sua opera Filiseti Mekidesi è stata presentata in anteprima alla Ruhr Triennale nel 2018 e la sua opera Walter Benjamin Port Bou è stata presentata a New York nel 2014. Tra i collaboratori di Sharp sono stati il cantante Qawwali Nusrat Fateh Ali Khan; Ensemble Modern; Debbie Harry; le leggende del blues Hubert Sumlin e Pops Staples; i grandi del jazz Jack Dejohnette e Sonny Sharrock; gli artisti dei media Christian Marclay e Pierre Huyghe; e Bachir Attar, leader dei Master Musicians Of Jajouka. 

Links: 
http://www.elliottsharp.com 
https://www.instagram.com/elliott_sharp/ 
https://twitter.com/_ElliottSharp_ 
https://mitpress.mit.edu/books/irrational-music 
 
 
Elliott Sharp: Reading of IrRational Music at Erratum 
a cura di Sergio Armaroli e Steve Piccolo 
Giovedì 31 ottobre 2019, ore 20 
ERRATUM 
Viale A. Doria 20, 20124 Milano 
www.erratum.it | erratumemme@gmail.com | +39.333.9692237 

IrRational Music è pubblicato da TerraNova Books e distribuito da MIT Press. 


 
Segnalato da MADE4ART 
Comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
www.made4art.it | press@made4art.it 





venerdì 18 ottobre 2019

Ornitomanzia (collage fotografici digitali, video e oggetti).

In occasione della settimana romana dell’arte, RAW 2019, la galleria Pavart inaugura la mostra d’arte su base fotografica “Ornitomanzia” (collage fotografici digitali, video e oggetti). La curatrice Velia Littera presenterà i lavori di Francesca Vitale e il video “Ornitomanzia, Passavamo sulla Terra leggeri”, il tutto ispirato al volo degli uccelli quale arte divinatoria contemporanea. Durante la serata il poeta Davide Cortese leggerà delle sue poesie ispirate al tema della mostra.

Il video artistico della Vitale, realizzato con la collaborazione di Sergio Ponzio, è stato selezionato dalla giuria di “RAW incontra Miami NMF” e sarà proiettato insieme agli altri video degli artisti selezionati presso il Macro Asilo il 22 e 23 ottobre 2019.

C’era una volta la scienza dell’ornitomanzia, da οἰωνίζομαι, pratica greca del leggere auspici nel comportamento degli uccelli, come facevano anche i romani e gli etruschi, e i sacerdoti addetti, si chiamavano auguri. Sono raffigurati in alcune tombe importanti, a Tarquinia, per esempio, capitale un tempo della Tuscia, cosa che fa pensare che il loro ruolo fosse di un certo rilievo.

Francesca Vitale esporrà una serie di fotografie (in tecnica mista) che alludono al rito di ornitomanzia, che l’artista chiama anche Ornitografie, cioè immagini che ‘congelano’, o ‘scongelano’, altri falsi movimenti, sovrapponendo per trasparenze e scarabocchiando, tracce di uccelli sul fotogramma. Ad impreziosire la mostra la proiezione in loop del video “Ornitomanzia Passavamo sulla Terra leggeri” eseguito con una sequenza di circa 90 variazioni di due immagini (collage digitali) per comporre in un falso movimento il volo di fenicotteri nello spazio. Il concept della mostra è chiaramente un’allusione al volo migratorio dei fenicotteri e degli uccelli in generale, ma anche degli esseri umani, voli necessari e voli alla ricerca dell’altrove, ma anche il volo estremo esistenziale, menzionato nel sottotitolo del corto Passavamo sulla terra leggeri, che è anche il titolo di un libro di Sergio Atzeni, scrittore sardo di Cagliari. La foto dei fenicotteri è stata appunto scattata nella grande salina tra la terra e il mare nel parco di Parco Molentargius a Cagliari luogo magico che i fenicotteri ancora scelgono come luogo di sosta e nidificazione.

La mostra “Ornitomanzia” aderisce alla campagna “Siamo tutti Uccelli Migratori” lanciata dal il brucofarfalla, la prima casa editrice per bambini gestita insieme con persone con disabilità intellettive, e da Amnesty International Italia. In contemporanea verrà inaugurata la mostra collettiva “Homing” nel vicino Teatro Vascello, dove 12 artisti presenteranno 12 nidi, di cui uno della stessa Vitale, progetto artistico nato proprio per legare il volo migratorio degli uccelli, alla necessità di un approdo sicuro dopo il lungo viaggio.


Galleria Pavart
email: info@pavart.it
Tel. +39.06.58303356 | www.pavart.it
Orari:  Lun-Ven 10:00-13:00  | 14:30-18:30

Roma, Via Giuseppe Dezza 6b, 00152




lunedì 14 ottobre 2019

Gradazioni di luce. Geografie di sguardi tra storia e contemporaneita

Dopo il successo riscosso a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1, il progetto " Gradazioni di luce. Geografie di sguardi tra storia e contemporaneità" approda dal 19 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 alla Fondazione Dino Zoli di Forlì, presentandosi nella sua interezza.

La mostra, promossa da DZ Engineering e Fondazione Dino Zoli, è curata da Gigliola Foschi e Nadia Stefanel con opere realizzate per l'occasione da Alessandra Baldoni, Luca Gilli, Cosmo Laera, Luca Marianaccio, Lucrezia Roda e Pio Tarantini, sei fotografi italiani che si sono fatti portavoce nel mondo della cultura, della storia e della ricchezza dei luoghi che caratterizzano il nostro paese.

«I sei autori - spiega Nadia Stefanel - sono stati invitati dalla DZ Engineering e dalla Fondazione Dino Zoli, punto di riferimento culturale di Dino Zoli Group, a fotografare dodici siti storici e contemporanei illuminati dalla DZ Engineering, da Castel del Monte e dal Mausoleo di Galla Placidia alle architetture del Polo chimico di Ferrara e del Mapei Stadium di Reggio Emilia. Un lavoro su commissione, volutamente affidato ad artisti appartenenti a diverse generazioni, che si è trasformato in "altro": ogni autore ha messo infatti in questi scatti la sua ricerca e la sua arte, offrendo lo spaccato di un Paese capace di guardare al futuro senza dimenticare la propria storia».

«Dodici luoghi - aggiunge Gigliola Foschi - interpretati e narrati inseguendo una luce che svela e rivela, osservati nel tempo dilatato del crepuscolo, momento del cambiamento e dell'intimità, sospeso tra giorno e notte, tra una luce naturale in declino e una luce artificiale che avanza e crea nuove relazioni».

Il percorso espositivo comprenderà anche numerosi pannelli esplicativi che illustreranno i siti di interesse sotto il profilo storico-artistico e architettonico, ma anche attraverso gli interventi e i progetti realizzati dalla DZ Engineering.

«Ci auguriamo - concludono Monica Zoli e Roberto Grilli, rispettivamente Amministratore Unico e Direttore Generale della DZ Engineering - che la mostra sia in grado di suscitare l'interesse dei visitatori, dimostrando loro come l'illuminazione possa fare la differenza nella valorizzazione di diverse location, dalle cattedrali agli edifici storici, dagli stadi di calcio ai circuiti delle corse internazionali, dai porti alle aree industriali, alla vita».

L'esposizione, che sarà inaugurata sabato 19 ottobre alle ore 18.00, è realizzata in collaborazione con Ambasciata d'Italia a Singapore, EuroCham, Camera di commercio italiana a Singapore (ICCS), Regione Emilia Romagna, Regione Puglia, Polo Museale della Puglia e Comune di Forlì; con il sostegno di Credem Banca, ELFI SPA, I Sabbioni. 

Apertura al pubblico da martedì a giovedì ore 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero.

Nel corso della mostra saranno organizzate tre conversazioni con gli artisti, in programma il sabato pomeriggio alle ore 18.00: 16 novembre 2019, conversazione con Cosmo Laera e Pio Tarantini; 14 dicembre 2019, conversazione con Alessandra Baldoni e Luca Gilli; 11 gennaio 2020, conversazione con Luca Marianaccio e Lucrezia Roda.


Per informazioni: DZ Engineering (tel.  +39 0543 1917350, www.dz-e.com); 
Fondazione Dino Zoli (tel. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com,
 www.fondazionedinozoli.com).

Una parte della mostra, ad aprile 2020, volerà in Vietnam, paese in cui la Formula 1 farà il suo esordio. Attraverso la sua controllata DZE Asia Pte Ltd, la DZ Engineering ha infatti recentemente acquisito la realizzazione dei Sistemi Elettronici per il circuito cittadino di Hanoi.




Segnalato da Chiara Serri di: 
CSArt - Comunicazione per l'Arte
Via Emilia Santo Stefano, 54
42121 Reggio Emilia
T. +39 0522 1715142
info@csart.it 
www.csart.it  



giovedì 10 ottobre 2019

I Monumenti impermanenti di Stefano Romano

Dall’11 ottobre al 20 dicembre 2019 la Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra Monumenti impermanenti di Stefano Romano, artista che vive e lavora tra l’Albania e l’Italia. A cura di Gabi Scardi, la mostra riunisce nella galleria al piano terra di Corso Garibaldi 2 opere afferenti all’ultimo decennio di attività dell’artista e si compone, in particolare, di due serie fotografiche e diversi video fra cui Zanafilla, di recente realizzazione e mai esposto prima. Tra le sue modalità privilegiate, oltre al video, emerge l’intervento performativo, messo in atto in molti casi nello spazio pubblico e spesso basato sulla tecnica della ripetizione e del re-enactment.

Nel lavoro di Stefano Romano il culturale, il politico e il sociale si intersecano. Tra i suoi temi portanti ci sono quello del tempo, della storia, della memoria, e i concetti di soggetto e di cittadinanza. La sua attenzione si appunta su ciò che è stabile e assertivo: sugli inni ufficiali, di cui smantella la forma sostenuta e austera; sul concetto di famiglia, che riformulato su base empatica, si amplia e si fa accogliente; sul monumento, che da stabile e autorevole per antonomasia, perde rigidità; diventa precario e paradossale, ma nello stesso tempo acquista in umanità.

Formatosi in Italia, ma albanese di adozione, Romano fa spesso riferimento alla situazione attuale del Paese dove oggi vive che, dopo il collasso di un mondo bipolare, ha visto uno sviluppo velocissimo ma disomogeneo e contraddittorio. Un Paese che ancora oggi fatica a elaborare la situazione nata dal cambiamento e a coglierne le possibilità. In questa situazione Romano legge una metafora di una più ampia realtà contemporanea. 

In lavori come Quarto Movimento e RAW – parata d’eroi, l’artista parte dalla musica per parlare di confini, convivenza, accoglienza, tragedia e fallimento. Il coinvolgimento delle persone - che diventano attori attivi - è alla base di opere come Study for a monument o Looking for a family. Il tema della storia è sotteso a molti dei suoi lavori e declinato secondo diverse prospettive: vicenda nazionale come in Histoeri removing, con rimandi alla dittatura, o storia universale, come nel caso della trilogia Axis Mundi Trilogy che parla di nascita, crescita e morte in una lingua comune a ogni tempo e luogo.

L’opera ancora inedita Zanafilla rappresenta invece il complesso del Teatro Nazionale e del Teatro Sperimentale di Tirana, in procinto di essere demolito per lasciare spazio a una nuova struttura che a molti suona come un’imposizione, trasposizione di una situazione in cui il vuoto lasciato da uno stato illiberale fatica ancora a essere colmato da un immaginario politico basato sull’idea di emancipazione critica. In tutti questi casi Romano mette in discussione la rigidità di modi e di concetti per lasciare spazio al modo in cui l’arte e gli artisti possono reagire a ciò che li circonda e creare un modo nuovo di vedere le cose.

Dopo aver presentato i cinque progetti site-specific, L’ORA DANNATA di Carlos Amorales, SUMMERISNOTOVER di Šejla Kamerić, Labyrinth di Jimmie Durham, Memory as Resistance di Nasan Tur, Materia prima di Lucia Leuci e The Missing Link di Michele Gabriele, la Fondazione Adolfo Pini prosegue con questa nuova mostra il proprio percorso dedicato all’arte contemporanea, sotto la guida di Adrian Paci.


Monumenti impermanenti
Stefano Romano

A cura di Gabi Scardi

11 ottobre – 20 dicembre 2019

Opening 10 ottobre 2019 ore 18.30
Ingresso gratuito



Informazioni
Fondazione Adolfo Pini
Corso Garibaldi 2, Milano
Orari: da lunedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 | 15.00 – 17.00

Ingresso gratuito

Tel. 02 874502

eventi@fondazionepini.it
www.fondazionepini.net

lunedì 7 ottobre 2019

Janas in mostra all' Arthill Gallery di Londra.


Dal 30 settembre al 6 ottobre 2019 prossimi,  Janas esporrà le sue opere all’Arthill Gallery di Londra.

Dopo il successo della sua mostra personale, inaugurata lo scorso mese di luglio a Matera, Capitale europea della Cultura 2019, l’artista sardo fa tappa in un’altra capitale europea dopo quelle di Montecarlo ed Innsbruck.

La partecipazione all’esposizione collettiva, organizzata dalla Galleria Farini Concept di Bologna, anticipa la mostra personale dell’artista cagliaritano che sarà inaugurata a breve a Roma.


sabato 5 ottobre 2019

ECO - 2°Piano2019

“ECO” è una riflessione sull’identità urbana, paesaggistica e umana. “ECO” come “ECOlogia”, attento a sondare le tematiche urgenti del contemporaneo, dalla necessità di rivedere su più livelli, dalle micro alle macro organizzazioni, dal singolo alla collettività, dalle piccole alle grandi imprese, le priorità per la salvaguardia dell’ambiente e dell’intero pianeta. “ECO” come riverbero che di casa in casa si diffonde a macchia d’olio, come invito alla condivisione, alla memoria, alla reciproca attenzione, per una riconquista della dimensione sociale e umana. Esiste un’influenza diretta tra uomo e ambiente che lo ospita. Tale relazione è reciproca e si autoalimenta in un circuito segnato dalla temporalità, che dall’uomo passa all’ambiente e viceversa. Quando esiste una positiva influenza tra cittadini e paese, tra uomo e ambiente, lì c’è una relazione, un “prendersi cura di”, si palesa il “palcoscenico della realtà” nel quale l’uomo vive nel tempo e nello spazio e allora può esserci una storia, dei racconti, delle tradizioni e dei valori da condividere. I luoghi diventano terreno fertile per coltivare sentimenti ed emozioni. L’identità si palesa nell’uomo e sul costruito attorno a lui, perchè la città è lo specchio del cittadino.


Martedì 8 ottobre, alle ore 19.30, alla presenza del Sindaco di Palagiano Domiziano Lasigna e dell’Assessore alla Cultura Patrizia Rollo, Z.N.S.project presenta “ECO - 2°Piano2019 - una mostra itinerante” a cura di Margherita Capodiferro e Cristiano Pallara, in occasione della XV edizione dellaGiornata del Contemporaneo promossa da AMACI. La mostra si sviluppa tra gli spazi dell’Ex Municipio in Piazza Vittorio Veneto e Via Murat Art Container, in Via Murat 9 a Palagiano (TA), con il patrocinio gratuito del Comune di Palagiano (TA).


In mostra Riccardo Antonelli, Angela Capotorto, Angela Lazazzera, Aurora Avvantaggiato e Raffaele Vitto, artisti selezionati tramite call aperta per “2°Piano Art Residence” 2019, programma di residenze artistiche sperimentale e indipendente organizzato da Z.N.S.project in collaborazione con Danilo Riva e IncuboAzione. Ogni anno Z.N.S. project invita artisti, creativi e curatori ad esplorare, interagire e reinterpretare il territorio.


“ECO - 2°Piano2019 - una mostra itinerante” è la restituzione dell'intero percorso di residenza che ha visto gli artisti impegnati sul territorio dall’1 Luglio all’11 Agosto 2019 sviluppando e presentando i progetti artistici in "Via Murat Art Container",un artist-run space indipendente, spazio espositivo e luogo per laboratori e presentazioni. 

ECO - 2°Piano 2019

Una mostra itinerante


Artisti:

Riccardo Antonelli, Aurora Avvantaggiato, Angela Capotorto, Angela Lazazzera, Raffaele Vitto


A cura di Margherita Capodiferro e Cristiano Pallara - Z.N.S.project


Inaugurazione: Martedì 8 Ottobre, ore 19:30


Ex Municipio - Piazza Vittorio Veneto, Palagiano (TA)

Via Murat ArtContainer - Via Murat, 9, Palagiano (TA)


Dal 9 all’11 ottobre ore 19:30 - 21:00

Dal 12 al 13 ottobre ore 20:30 - 23:30


ZNSproject
Margherita Capodiferro
329 1323182
znsprojectlab@gmail.com
marg.capodiferro@gmail.com

2°Piano Art Residence
Via Murat Art Container 

giovedì 3 ottobre 2019

Buona la prima alla Kasa dei Libri

Torna la mostra Buona la prima, giunta alla sua 3a edizione, ideata e curata dal giornalista esperto in grafica editoriale Stefano Salis: un gruppo di 20 giudici esperti, che ogni giorno si confrontano con il libro per mestiere e passione, ha selezionato 60 copertine uscite in edizione italiana nel 2018 e fino a maggio 2019, senza limitazioni di genere, formato o intento commerciale.

Si tratta di una mostra di libri fisici, non di immagini - precisa il curatore. E questo è importante, proprio perché nell’epoca delle immagini, questa selezione ribadisce, invece, l’importanza del libro fisico, come oggetto di design e di bellezza, che ha ancora molte carte da giocare per il futuro.
Quale posto migliore per esporle se non la Kasa dei Libri di Andrea Kerbaker – tra i 20 giudici – dove di volumi ce ne sono 30 mila, ognuno con la propria storia, quella scritta tra le pagine e quella dell’oggetto in sé, con il suo passato e le sue peculiari caratteristiche.

L’anno scorso la mostra si era tenuta a Tempo di Libri. Visto che per motivi che a me seguitano a parere misteriosi e imperscrutabili la manifestazione non si fa più, abbiamo deciso di ospitarla qui dove sicuramente i libri selezionati stanno in buona compagnia, commenta Andrea Kerbaker.

La copertina ci consente di guardarlo da una prospettiva unica: è il biglietto da visita, la dichiarazione visiva e tattile di come quel libro vorrà porsi al lettore, che ancora non lo conosce. Il risultato - afferma Salis - è una rassegna, un colpo d’occhio, sulla produzione grafica contemporanea italiana; non è però una mostra di “belle” copertine, ma una mostra di copertine che custodiscono e rivelano un quid, e che riescono, in modi diversi, ad essere parte con il tutto e ci ricordano che il libro è per prima cosa un meraviglioso oggetto: solido, materiale, concreto, anche se capace di accendere ogni volta la nostra immaginazione.

La mostra è accompagnata da un agile catalogo dove sono riportate le scelte dei giudici, i quali motivano, in poche righe, la loro scelta. All’interno della giuria una votazione stabilisce qual è la “copertina dell’anno” che verrà segnalata in mostra.

La copertina vincitrice di questa edizione è opera di Maurizio Ceccato che commenta così: più che dei ringraziamenti usuali a questa attestazione di stima per il mio lavoro, mi sento di dire a tutti di avere ricevuto un affettuoso abbraccio. Ricambio l’abbraccio uno per uno.

Seconda posizione per la copertina del Grido di Antonio Moresco, edito da SEM - cover design e logo SEM: Giacomo Callo.

Non si vince niente, è poco più di un gioco - spiega Salis - ma serve a far capire lo stato di salute della grafica editoriale italiana e a vedere molte buone idee in giro, vecchie e nuove.



Buona la prima

9 – 17 ottobre 2019

Inaugurazione 8 ottobre ore 18 

Kasa dei Libri

Largo De Benedetti, 4 Milano