venerdì 29 marzo 2019

Thomas Struth - Nature & Politics al MAST di Bologna

In esposizione fino al 22 aprile al MAST di Bologna la mostra di Thomas Struth Nature & Politics, una selezione di 25 immagini a colori di grandi dimensioni del fotografo tedesco, artista tra i più noti e affermati della scena internazionale, che rappresentano l’avanguardia, la sperimentazione e l’innovazione nelle attività umane. 

Realizzate nei siti industriali e di ricerca scientifica di tutto il mondo, le fotografie in mostra “mettono in discussione lo sviluppo della tecnologia come promessa unica del progresso umano”.

La mostra Nature & Politics è un viaggio alla scoperta di luoghi solitamente inaccessibili al pubblico, che mostra uno spaccato del mondo sconosciuto che sta dietro all'innovazione tecnologica. Laboratori di ricerca spaziale, impianti nucleari, sale operatorie, piattaforme di perforazione sono fotografati con minuziosa attenzione, distaccata curiosità e con la capacità di osservare quelle caratteristiche degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle infrastrutture che i ricercatori, dopo ore, giorni e anni, faticano a vedere. Thomas Struth punta la sua attenzione sulle macchine quali strumenti di trasformazione della società contemporanea ed esplora l'estetica dell'innovazione e della sperimentazione: registra la potenza e l’influenza esercitate in modo occulto dalle tecnologie avanzate sulla nostra esistenza.

“Con queste immagini - spiega Urs Stahel, curatore della mostra - Struth si muove in zone proibite, in mondi il cui accesso ci è solitamente precluso, e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche e ipertecnologiche, di nuovi sviluppi, ricerche, misurazioni e interventi che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto oppure mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso”.


Thomas Struth (nato nel 1954) è uno degli artisti più importanti della sua generazione. Negli anni Settanta è stato studente alla Kunstakadamie Dusseldorf, dove prima ha studiato pittura con Gerhard Richter, poi fotografia con Bernd e Hilla Becher.

Insieme agli altri allievi dei Becher, tra cui Andreas Gursky, Thomas Ruff e Candida Höfer, è stato uno dei protagonisti della cosiddetta Scuola di Dusseldorf. È divenuto celebre in tutto il mondo grazie alle sue fotografie di vedute urbane, ai ritratti individuali e di famiglia “Family Portraits”, alle immagini di grande formato scattate nei musei “Museum Photographs” e alle fotografie della serie “Paradise”.
Dal 2007 dopo aver visitato un enorme cantiere navale nell’isola di Geoje in Corea del Sud, ha affrontato e illustrato un tema nuovo: la scienza e la tecnologia.

Le sue opere sono nelle collezioni dei più importanti musei del mondo.


LUCIA CRESPI   Ufficio stampa MAST Bologna
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02.89401645 - F   02.89410051
M  chiara@luciacrespi.it







mercoledì 27 marzo 2019

Apre la mostra del Premio Arte Laguna 2019

Sabato 30 Marzo il Premio Arte Laguna aprirà le porte dell'Arsenale di Venezia con il grande evento di inaugurazione della mostra della 13^ edizione.


Programma della serata:
ore 17.00 Apertura e Performance live 
ore 18:45 Cerimonia di premiazione 
ore 19:45 Free cocktail


Durante la cerimonia di premiazione verranno annunciati i sei vincitori assoluti che si aggiudicheranno i premi in denaro per 42 mila euro - 7.000 euro ciascuno - e i vincitori dei premi speciali, che avranno l'occasione di esporre in importanti gallerie internazionali, di collaborare con aziende o di svolgere un periodo di residenza artistica in Italia e all'estero.



La mostra sarà aperta tutti i giorni fino al 25 Aprile con ingresso gratuito. 
Sul sito www.premioartelaguna.it/mostra18.19/ il CALENDARIO degli appuntamenti con talk, visite guidate, laboratori didattici che animeranno la mostra per i ventisette giorni di apertura. 

La mostra, allestita negli spazi dell'Arsenale di Venezia, comprende un totale di 120 opere d'arte provenienti da 33 Paesi: 30 opere di pittura, 25 sculture e installazioni, 25 opere di arte fotografica, 10 video, 5 progetti di arte ambientale, 5 di arte urbana, 5 opere di arte virtuale, 5 di grafica digitale, 5 progetti di design e 5 performance.



Per informazioni: 
T. +39 0415937242 







lunedì 25 marzo 2019

ART NOUVEAU. Il trionfo della bellezza

Dal 17 aprile nella splendida cornice della Reggia di Venaria con manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche arriva la mostra ART NOUVEAU. Il trionfo della bellezza che - con un corpus di 200 opere - racconta la straordinaria fioritura artistica che ha travolto e cambiato il gusto tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento.

Architettura, pittura, arredamento, scultura, musica sono invasi da rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un'immagine nuova della figura femminile: a Torino è il tempo dell’Art Nouveau che scaccia da ogni dove regole accademiche e tradizione.

Considerata come una corrente internazionale, essa si fonda sulla rottura con l'eclettismo e lo storicismo ottocenteschi e rappresenta la risposta moderna a una società sempre più industrializzata.

Concepita come arte totale, il Modern Style diventa Tiffany negli Stati Uniti, Jugendstil in Germania, Sezession in Austria, Nieuwe Kunst nei Paesi Bassi, Liberty in Italia, Modernismo in Spagna e s’impone rapidamente in Inghilterra, patria dei maggiori teorici del movimento, e passa sotto il nome di Art Nouveau in Francia.

Proprio a Torino fu presentata nel 1902 con l’Esposizione internazionale di Arte Decorativa Moderna e diede il via al Liberty in Italia a partire dalla città, all’epoca in espansione.

Con il patrocinio della Città di Torino, la mostra ospitata nelle Sale dei Paggi della Reggia di Venaria, prodotta e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con Arthemisia, è curata da Katy Spurrell con testi in catalogo di Victor Arwas (1937 - 2010), Katy Spurrell e Valerio Terraroli.






venerdì 22 marzo 2019

La terre est bleue di Julio Silva

Sabato 23 marzo alle ore 18.00 inaugura presso la Galleria Duomo in Via Finelli 22/b a Carrara la mostra personale dell’artista Julio Silva, dal titolo La terre est bleue, con il patrocinio del Comune di Carrara. 

La mostra, che include testo in catalogo e presentazione di Massimo Bertozzi, è una retrospettiva sul prolifico lavoro del pittore argentino, parigino di adozione, Julio Silva, che ha con Carrara un legame particolare da quando, a partire dagli anni '70, ha iniziato ad indagare il linguaggio della scultura nel laboratorio SGF di Torano. In mostra dipinti, disegni e gouache prodotti nell'arco di 40 anni, oltre a sculture realizzate a Carrara con diversi tipi di marmo, dallo statuario al paonazzo al rosa portogallo.
Il percorso espositivo vuole ripercorrere la vita ed il lavoro di questo artista di fama internazionale che giovanissimo da Buenos Aires raggiunge Parigi in quello che può essere definito un "esilio culturale" e qui entra in contatto con le avanguardie ed il surrealismo.

La sua immaginazione così suggestiva ed affabulatoria viene alimentata anche dalla riscoperta dell'arte primitiva, in particolare Africana che diventa per Silva un serbatoio di storie, forme, colori, funzionali alle sue intenzioni figurative, al procedere istintivo della sua immaginazione, in sintonia con il rifiuto di regole sociali rigide e con il suo amore per il paradosso.
È da qui e dai suggerimenti delle avanguardie artistiche del ‘900 come il Dada, che Silva recepisce la spinta alla semplificazione dei piani, alla costruzione di volumi fortemente schiacciati e di immagini abitate da strane creature in perenne trasformazione, in un processo di metamorfosi di forme e colori, il tutto pervaso da un sottile senso dell’humor, che spesso si trasforma in sarcasmo, in una forma di ironia amara che rimarca una presa di distanza, un naturale istinto alla rivolta. 

L’universo di Julio Silva che viene presentato in questa esposizione è un mondo di fantasia, immaginario, ma con una solida realtà di forme e colori, dove le figure si muovono in una atmosfera da cui sembrano assorbire tutta la luce del loro mondo interiore, piuttosto che venire illuminate dall’esterno, anche quando l’immagine si affida a una gamma cromatica molto ridotta. 
Il titolo della mostra viene infatti suggerito da un verso di Paul Eluard che richiama due colori cari alla poesia surrealista: la terre est bleue comme un orange - la terra è blu come un'arancia.

La mostra La terre est bleue sarà visibile fino al 27 luglio 2019 nei giorni di venerdì e sabato dalle 17.00 alle 19.00 o su appuntamento, a partire dal mese di giugno entrerà in vigore l'orario estivo (per informazioni ed appuntamenti: info@galleriaduomo.it - 349 7252647). 







martedì 19 marzo 2019

Le Armonie Erranti di Francesca Castro ed Eva Ciuti.

Miradoli Arte Contemporanea ospita dal 20 marzo al 6 aprile 2019 la mostra del duo composto da Francesca Castro ed Eva Ciuti. Le due pittrici livornesi si presentano con un progetto espositivo inaugurato a febbraio nella città di Trieste curato dal Tivarnella Art Consulting.

Scrive la responsabile della comunicazione dell’evento Samantha Benedetti:
Osservando i dipinti di Ciuti e Castro è possibile percepire la comune tensione delle opere verso una spiccata qualità strutturale, un’eleganza delle forme, a una piacevolezza della loro pittura, tendente alla ricerca armonica nelle proporzioni, nelle volumicità dei soggetti e nei toni. In questo nuovo duo si accostano dunque due spiccate tendenze, figurativa e astratta, che mirano a una forza espressiva tesa ad armonia e gradevolezza”.

La mostra, che presenterà circa venti opere pittoriche realizzate a tecnica mista, si aprirà mercoledì 20 marzo alle ore 18; sarà inoltre aperta in via straordinaria domenica 31 dalle 10 alle 18 in occasione del Mercatone dell’Antiquariato sul Naviglio Grande.

Armonie Erranti
MAC – Miradoli Arte Contemporanea
Alzaia Naviglio Grande, 54 – 20144 Milano


Dal 20 marzo al 6 aprile 2019
Inaugurazione: mercoledì 20 marzo 2019
Orari: dal martedì al sabato: 16.00-19.30
Info: +39 349 5551797 – info@miradoliarte.com



giovedì 14 marzo 2019

Paesaggi... immaginari

" Paesaggi... immaginari"
esposizione di arte contemporanea

un progetto di Giovanni Mangiacapra per

Associazione Connessioni Culture Contemporanee

Evento promosso dalla Città Metropolitana di Napoli

Complesso Monumentale

REALE REGGIA BORBONICA DI PORTICI

dal 22 marzo al 3 maggio 2019

Inaugurazione Venerdì 22 marzo ore 17.00



Patrocini:

Consiglio Regionale della Campania - Comune di Napoli

Comune di Portici - Comune di Ercolano

Banca Etica - Dipartimento di Agraria - Centro Muse - Art Glace

Collaborazione Associazione Culturale Soqquadro



Artisti partecipanti:

Andrea Angeletti, Ariela Böhm, Mariangela Calabrese, Giancarlo Ciccozzi, Diana D’Ambrosio, Luigi Di Sarno, Rossella Liccione, Giovanni Mangiacapra, Stefania Marino, Tiziana Mastropasqua, Michele Mautone, Sanja Milenkovic, Miro Gabriele, Leonardo Pappone, Elisabetta Piu, Simona Sarti, Angela Scappaticci, Pasquale Simonetti, Sergio Spataro, Lisa Stefani, Stefania Vassura.



Curatela

Marina Zatta e Giovanni Cardone

all'apertura della mostra interverranno

Elena Coccia - Giovanni Cardone - Giovanni Mangiacapra

Evento abbinato: Momento Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella 

Esecutori: Federica Chello, violino - Monia Massa, violoncello




lunedì 11 marzo 2019

Circuiti Dinamici Ritratti

L’Associazione Circuiti Dinamici presenta la mostra collettiva Circuiti Dinamici Ritratti che si terrà dal 11 al 28 marzo 2019 presso gli spazi dell’associazione in via Giovanola 21/C con inaugurazione lunedì 11 marzo alle ore 19:00. 

In mostra ventotto rappresentazioni di figure o fisionomie nelle interpretazioni del tema degli artisti: 
Samuele Arcangioli, Ariberto Badaloni, Maria Luce Balsamo, Celestino Bonvini, Silvana Cammi, Teresa Campioni, Daniela Corsini, Paola De Rosa, Gabriella Di Trani, Martina Nai Fovino, Simone Galimberti, Cesare Garuti, Alessandro Lafranconi ALAF, Gianmaria Lafranconi, Alessio Larocchi, Lia Malfermoni, Albino Angelo Marcolli, Giuseppe Matrascia, Mauro Molinari, Paola Ramondini, Armando Riva, Anna Saccone, Alex Sala, Donatella Sarchini, Paolo Savegnago, Marco Ugoni, Elisa Zadi e Alessandro Zucca.

Catalogo interamente a colori in Associazione. 

Inaugurazione lunedì 11 marzo alle ore 19:00.

venerdì 8 marzo 2019

Con la terra e con il fuoco

Con la terra e con il fuoco è la mostra d'Arte Ceramica di Paolo Vannucchi presso il Circolo degli Artisti, da sabato 16 a domenica 31 marzo 2019.

Paolo Vannucchi è nato, vive e lavora a Ponte San Pietro di Lucca, città dove ha conseguito il diploma di maestro d’arte per la ceramica, presso il locale Istituto d’Arte. Successivamente si è diplomato presso il Magistero d’Arte di Firenze.

Ha insegnato educazione artistica nella scuola media e coltivato costantemente la passione per la ceramica. Ha presentato le sue opere in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue ceramiche sono esposte in luoghi pubblici e collezioni private.

È annoverato fra i protagonisti nel volume “Novecento ceramiche italiane vol. III”, a cura di Emanuele Gaudenzi.


"[..] Come spiegare cosa si prova aprendo il forno a fine cottura? Puoi usare tutta la tua esperienza nel modellare la terra, nell’accostare e mescolare gli smalti e i colori, ma il fuoco crea ogni volta nuove sorprese, anche deludenti, ma sempre emozionanti [..]" -  Paolo Vannucchi

                                                                                                                                
" Con la terra e con il fuoco" - Paolo Vannucchi
Da sabato 16 a domenica 31 marzo 2019

Circolo degli Artisti  
Pozzo Garitta, 32  17012 Albissola Marina (SV)
               
www.circoloartistialbisola.it
circ.artistialbisola@libero.it

Orario di apertura:
da martedì a venerdì dalle 16 alle 19

sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Inaugurazione sabato 16 marzo alle 17.

martedì 5 marzo 2019

MARIO SIRONI: signs & colours alla Brun Fine Art di Londra

Brun Fine Art è orgogliosa di presentare la mostra a cura di Alberto Mazzacchera " MARIO SIRONI: signs & colours" - dall'8 Marzo al 24 Maggio 2019 - che offrirà un significativo corpus di opere del pittore italiano Mario Sironi (1885-1961), uno degli artisti italiani più moderni del Novecento.

Inizialmente si era delineato il progetto di proporre al pubblico londinese la sola produzione di Sironi degli anni della solitudine (1940-1960). L'inevitabile tragico fallimento di un'epoca, la drammatica consapevolezza degli errori, l'emersione storica della trappola delle illusioni spingono, infatti, Sironi ad una obbligata, inevitabile, macerante solitudine. Nel tempo, che si impone con la fine della seconda guerra mondiale, egli scava ossessivamente nelle ragioni di una vita. Così le sue opere si appalesano con toni ulteriormente induriti. Quella cupezza, che è quasi un rumore di fondo della sua pittura, si trasforma fino a sfiorare il dramma. Affiora un'apocalisse personale che non rigenera ma consuma, lacera dall'interno. La fatica di vivere, che emerge già nei suoi paesaggi urbani, diviene sofferenza amplificata dalla feroce depressione che lo dilania e che si esprime in immagini graffiate sulla tela. I rilievi di un tempo che rimandano alla classicità si sono trasformati sulle tele in vetro grezzo. Non ha dubbi Vittorio Sgarbi che la ritiene, questa degli anni della solitudine, una "pittura bellissima, commovente [...] forse fra le più alte che in Europa vengano mai prodotte nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta."

Ma un simile taglio espositivo rischiava di rendere poco comprensibile quello che Agnoldomenico Pica, nella monografia del 1955 dedicata al maestro, definisce "unicità del fenomeno Sironi." Non va dimenticato come egli, a seguito dell'accelerazione imposta dal passaggio al Futurismo, precorre i tempi sulla modernità funzionale, quasi in parallelo con i Costruttivisti russi.

In Sironi è profondamente radicata la convinzione delle grandi pitture murali lontane dai piccoli formati da cavalletto, dalla pittura da salotto per pochi eletti. Autentico artista epico moderno mantiene inalterato il suo ideale traguardo nell'autentica arte intrisa di vibranti messaggi morali, volta non a soddisfare gusti populistici ma a formarli. Tale aspirazione, mescolata ad un viscerale interesse per l'architettura e la scultura, trova infine, negli anni Quaranta, uno sbocco nel rinnovato impegno per l'attività teatrale, con l'esecuzione di scenografie e costumi che raggiunge il suo apice con le scene per il Don Carlos di Giuseppe Verdi commissionate nel 1950 dal Maggio Musicale Fiorentino. Ma si tratta di una fragile illusione legata al carattere effimero delle scene teatrali.

Dotato di mezzi tecnici notevoli, primeggiando nel disegno, è fecondo creatore di iconografie capace di farsi interprete grandioso del suo tempo. Sempre fedele a se stesso, forgia uno suo stile inequivocabile e già con l'esposizione del 1943 traccia nel suo itinerario d'artista una linea di evidente demarcazione. La tempera, che egli tanto ampiamente utilizza, diviene ora ricordo ed elemento di continuità con le opere monumentali, con l'affresco. Corroso dall'inquietudine del mistero della vita, si muove affannosamente nella vana ricerca di qualcosa in cui credere. Nella sua pittura a scomparti, e a più registri sembrano aprirsi fenditure a suggestioni informali al punto che il critico Michel Tapié nel 1952 lo inserisce tra gli artisti materici informali. L'esistenzialismo solitario e personale di Sironi trova, dunque, comuni punti di contatto con la crisi collettiva dei valori e la critica straniera, senza pregiudizi, lo percepisce come un artista del tutto attuale. E infatti la corposa mostra itinerante di Sironi e Marino Marini, che nel 1953 passa attraverso le maggiori città degli Stati Uniti d'America, riscuote ampio consenso.

Quando si fa più fitto il dialogo con la morte le sue composizioni multiple si addensano di rovine di idoli, di allusioni a ideali di gloria che si disgregano, e Sironi prende a dipingere la visionaria serie allucinata dedicata al tema dell'Apocalisse che conclude in un'atmosfera mitica primordiale ed eterna nel maggio del 1961: tre mesi prima del suo epilogo. Nel 1962 la Biennale di Venezia dedica a Sironi un'ampia retrospettiva che avvia anche in Italia il tempo di un approccio scevro da preconcetti all'opera di uno dei grandi protagonisti del Novecento.



Brun Fine Art
38 Old Bond Street
W1S 4QW Londra
+44 (0)20 74930195

www.brunfineart.com
info@brunfineart.com